Finalmente. Al quarto tentativo (già, non ci si crede) la Juventus “espugna” lo Stadium in campionato. Dopo l’ennesimo regalo ad inizio partita, che stava di nuovo affossando il morale della squadra, gli uomini di Allegri sono riusciti a ribaltare il risultato ed ottenere, così, la prima vittoria tra le mura amiche.
L’allenatore bianconero conferma la formazione che aveva battuto il Siviglia quattro giorni prima, ovvero il 3-5-2 (che diventa un 4-4-2 in fase di non possesso), con Hernanes davanti al trio difensivo costituito da Barzagli, Bonucci e Chiellini; interni Pogba e Khedira (altra grandissima prova la sua), sugli esterni Cuadrado ed Evra. In attacco la coppia Dybala-Morata.
Atteso che la costante di questo scorcio di stagione è il gol preso al primo tiro subìto, anche il Bologna non sfugge a questa regola: al 5’ Mounier si fa beffe della difesa e si presenta solo davanti a Buffon che non trattiene il tiro da distanza ravvicinata; l’errore della retroguardia è duplice: Chiellini si fa scavalcare ingenuamente dal pallone ed Evra non chiude la “diagonale” sull’avversario lanciato a rete, fermandosi inspiegabilmente al limite dell’area. E dire che un istante prima, potevano essere i padroni di casa a trovarsi in vantaggio quando Morata, involatosi sulla sinistra, entrava in area e calciava debolmente da posizione defilata, ignorando Cuadrado e Dybala soli a centro area.
La rete incassata ha l’effetto, naturalmente, di spaventare i giocatori juventini i quali vivono la tensione di dover a tutti i costi risalire la classifica e non possono permettersi ulteriori passaggi a vuoto. Ad ogni modo, la reazione è discreta in quanto i padroni di casa stringono il Bologna (che ha già smesso di giocare) nella propria trequarti.
Il pareggio arriva al 33’, quando Khedira (che sia lui il nuovo leader del centrocampo orfano di Vidal e Pirlo?) lanciato sulla destra da Dybala mette al centro rasoterra la palla che, deviata poi da un difensore felsineo, subisce uno strano effetto che la innalza: a centro area Morata, indisturbato, deve solo spingere la sfera in fondo al sacco.
L’1-1 innervosisce oltremisura gli ospiti che d’ora in poi si limitano a giocare a…calci su chiunque capiti a tiro, non a caso l’arbitro Celi estrae tre cartellini gialli in rapida sequenza, ammonendo Gastaldello, Mounier e Pulgar (saranno cinque alla fine). La prima frazione, comunque, si chiude sul risultato di parità.
Ad inizio ripresa la Juve avrebbe immediatamente l’occasione per portarsi in vantaggio, allorquando Cuadrado, rincorrendo Masina sulla destra, lo “brucia” sullo scatto e serve indietro per Morata che a porta semi spalancata calcia incredibilmente fuori. In ogni caso, il gol del 2-1 è solo rinviato di un paio di minuti.
Su un cross dalla destra del solito colombiano capelluto Morata ingaggia un duello aereo con Ferrari che lo “abbraccia” e lo sbilancia vistosamente. L’attaccante spagnolo accentua la caduta ma il rigore, a termini di regolamento, c’è tutto. Lo stesso Alvaro si impossessa del pallone per calciare il penalty ma Allegri dalla panchina urla “Dybala, Dybala”; Evra gli fa da portavoce in campo e l’argentino esegue alla perfezione l’ordine ricevuto: rimonta completata. Il gruppo si cementa anche con piccoli gesti ed è quanto realizza il numero 21 che, subito dopo aver segnato la rete del vantaggio, si volta a cercare proprio Morata, andando ad abbracciarlo.
Memore delle recenti delusioni, questa volta la formazione di casa non smette di giocare e con una bellissima azione chiude definitivamente i conti. Sulla sinistra scambiano Cuadrado e Morata, quest’ultimo pennella un cross per l’inserimento di Khedira sull’altro fronte, il tedesco colpisce di testa indirizzando il pallone nell’angolino basso opposto.
Resta il tempo solo per le sostituzioni con Lemina che rileva un ancora troppo incerto Hernanes e Zaza che subentra all’applauditissimo Morata (gol, rigore procurato ed assist), oltre a rivedere sul terreno di gioco, dopo circa un anno, Asamoah.
Il campionato si ferma per lasciare spazio all’ultima sosta nazionali dell’anno. La sensazione è che la squadra, non ancora completamente guarita, sia comunque sulla buona strada, avendo trovato un grandissimo giocatore in Khedira (parametro zero, non bisogna dimenticarlo), uomo ovunque che gioca semplice, senza cercare il numero (spesso inutile), e che proprio per questo si rivela preziosissimo. Dopo la pausa rientreranno Marchisio e Mandzukic e si farà visita all’Inter per quello che si preannuncia come un autentico crocevia se si vogliono cullare sogni di rimonta.