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Juve-Carpi 2-0: è qui la festa?

1 maggio, ore 12.30.

È qui la festa?

No, non sto parlando della festa dei lavoratori, ma della nostra festa! Festa che continua ininterrotta da una settimana, da quel 25 aprile che sa proprio di “Liberazione”. Liberazione dal cretinismo antijuventino (il buon Cruciani non poteva trovare definizione più calzante), Liberazione da quelle prime 10 giornate in cui tutti ci facevano già il funerale (altra citazione illustre), Liberazione dall’“anno di transizione” da molti sperato, Liberazione dagli “Allegri vattene”, anche se dovrei dire semi-liberazione visto che qualche irriducibile persiste ancora!

E allora liberiamoci e iniziamo a festeggiare: tutti invitati per il pranzo della prima domenica di maggio, ovviamente cucina la Signora! Ti accoglie nella sua Casa già stracolma di gente festante e nemmeno una mattinata uggiosa, che più di primavera sembra d’autunno, riesce a raffreddare i cuori e le voci già calde e colme di felicità.

La Signora scende in campo e non troppo inaspettatamente si presenta in ciabatte e vestaglia, come la più amorevole delle casalinghe che, intenta a preparare leccornie e imbandire la tavola già da giorni prima, non ha avuto il tempo di cambiarsi e presentarsi elegante ai suoi ospiti. Ma noi la perdoniamo, perché con le rassicuranti ciabattine da casa, dopo tanto andirivieni sul parquet, si presenta in equilibrio con i vassoi ripieni di assist e cambi gioco da urlo, alternati da un giro palla quasi da allenamento settimanale ed ecco che sforna il gol che non ti saresti mai aspettato: un rasoterra che buca la saracinesca fino ad allora ben serrata, realizzato dal cugino serafico tutto casa e chiesa, che festeggia con una capriola facendo intuire il suo passato da atleta, ormai fuori allenamento da qualche annetto.

Finisce così il primo round del pranzo, belli sazi si fa pausa sigaretta per poi riprendere e gustarci il ricco buffet dei dolci preparato con amorevole cura. Si riprende, tra una ola infinita che percorre tutti i settori, dalla sud, alla ovest, alla nord, alla est, passando addirittura per il settore ospiti, vorremmo mica escludere i vicini di pianerottolo alla nostra festa?! Non sia mai! La Signora dei piani alti è educata e un posto in più a tavola si trova sempre!

Un po’ brilli si canta a squarciagola del tricolore appena conquistato, dei sogni degli avversari rimasti sotto l’ombrellone e mai realizzati come da anni succede, di questi bei ragazzetti che “un giorno all’improvviso” ci hanno fatto innamorare, guidati egregiamente da un fuoriclasse: “uomo vero e nostro condottiero”, così come recita il tributo esposto con orgoglio tra le gradinate di casa, accompagnato dai vari applausi e cori, atti a sottolineare che il menù preparato da uno degli chef stellati più promettenti d’Europa, seppur un po’ amaro nell’antipasto, si sta concludendo nel migliore dei modi.

L’atmosfera festante quasi ci fa dimenticare del dolce che stiamo aspettando per concludere il lauto pranzo, e dopo un principio di abbiocco post digestivo, eccolo: questo meraviglioso babà inzuppato nell’amaro lucano, che ci dà il colpo di grazia e ci fa stravaccare sulle sedie con l’ultimo bottone della camicia slacciato e il buco della cintura spostato di qualche posizione.

Che soddisfazione!

Anche con la mise da “desperate housewife” ci fai godere come se fossi la più elegante tra le signore, perché tu lo sei sempre, al di là dell’abito che scegli di indossare. La festa è iniziata, continua, nelle prossime due partite e si spera continuerà anche nella terza, ultimo traguardo che manca per concludere una stagione incredibile.

E per far festa. No, non intendo la festa dei lavoratori, perché ci sono alcuni “lavoratori” che non si stancano mai di vincere, che non si stancano mai di lavorare e guardare al futuro, che non si stancano mai di segnare, esultare, correre e sbattere in faccia successi e trofei a coloro i quali non riconoscono il lavoro e il sacrificio; non riconoscono o fanno finta di non riconoscere… perché ammettere che tu hai lavorato più di me sarebbe un fallimento, invece che un esempio da cui imparare e ripartire.

Ma a noi sta bene così: finché vi celerete all’ombra di complotti e campionati falsati, NOI continueremo a lavorare e soprattutto continueremo a FESTEGGIARE!

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