Dopo i 10 goal rifilati al Verona di Mandorlini dove tutto è sembrato troppo facile e dopo dei lavori molto intensi in settimana (come confessato dallo stesso Allegri), aspettarsi una partita ben più difficile delle attese non era cosa improbabile. Vidal ha recuperato, Pirlo invece non è arruolabile così è Pereyra a prendere il suo posto, ma più avanti nel campo; a destra Lichtsteiner ha avuto qualche problemino, così ancora una volta gioca Caceres; in avanti Morata disputa la sua terza partita di fila da titolare.
La gara comincia e subito si intravede come il Chievo risulta essere molto aggressivo non permettendo ai bianconeri di avviare la manovra con facilità. La Juventus comunque, con un po’ di fatica, esce un paio di volte dal pressing e mette in ansia la difesa gialloblu; gli affondi portano a due cross pericolosi, una volta di Evra per Vidal che ostacolato riesce solo a sfiorare il pallone, e una volta di Caceres per Morata: pallone buonissimo per lo spagnolo ma scelta di tempo sbagliata, pallone non impattato nella maniera giusta e così sfuma una buona occasione da goal. Il Chievo nel frattempo continua a fare tutto bene, la difesa regge, il pressing ha effetto, anche se il possesso del pallone non porta risultati poiché i difensori della Vecchia Signora sono molto attenti e gli attaccanti non particolarmente precisi. La partita si mette in salita e allora i bianconeri ci provano su calco d’angolo per ben tre volte e sempre con Giorgio Chiellini: tutti i tentativi però non portano a risultati concreti. Da segnalare poi soltanto un tentativo di Pereyra con la risposta di Bizzarri e poi l’unica occasione del Chievo, dove Gamberini cattura un lungo cross e poi di destro mette a lato.
Prima parte del match non particolarmente entusiasmante, i calciatori al di sotto delle loro capacità di rendimento sono molti, così nella ripresa occorre una scossa, tenendo conto che le probabilità di vedere un Chievo meno aggressivo e meno attento rispetto ai primi 45 minuti non sono molto basse. Fisiologico. Le cose però purtroppo non cambiano, almeno inizialmente: i due attaccanti ricevono pochi palloni giocabili, i movimenti non sono coordinati nella manovra offensiva e trovare spazi è difficile, in più i centrocampisti sono poco precisi. Questo semplifica il lavoro al Chievo che dunque continua con la positività del primo tempo.
In una situazione alquanto statica però arriva lui, l’omone nero che ormai occupa troppo spazio negli articoli del dopo partita: Paul Pogba. Tevez gestisce il pallone defilato sulla trequarti, mentre Pogba si libera per ricevere nelle sue vicinanze; controllo del pallone del francese, dribbling ubriacante e sfera verso l’area di rigore con lo spazio necessario per tirare. Di sinistro. Una staffilata. A fil di palo. 1-0. L’omone era ormai stanco perciò decide di vincerla da solo.
Padoin entra al posto di Evra, mentre in precedenza Vidal aveva lasciato il posto a Lichtsteiner permettendo così ad Allegri di passare al 3-5-2; lo stesso Padoin affonda sulla sinistra e mette un cross in mezzo sul quale quel ragazzone francese fa vedere una cosa pazzesca ancora una volta: piedone in cielo e pallone fermato in aria, riuscendo in una frazione di secondo anche a calciare. Come capita una volta sì e una volta no, succede che Pogba possa sbagliare goal relativamente semplici dopo azioni straripanti e infatti la spara su Bizzarri, attento a respingere ma sfortunato, perché da due passi arriva Lichtsteiner che insacca. 2-0 e partita praticamente finita, o quasi. Solo Schelotto può riaprirla a 5 minuti dalla fine, quando grazie a una dormita dei difensori bianconeri si trova a pochi metri dalla porta e tira a botta sicura, facendo stampare però il pallone sul palo.
Finisce così, con una Juventus non brillante, non spumeggiante ma sempre molto ordinata dietro e con l’impressione di poter far male in ogni occasione. Paul Pogba è un mostro, un alieno. Determinate cose per molti calciatori non sono impossibili, ma di più. Lui le fa con una scioltezza incredibile, dimostrando che quando la partita non si mette sui binari giusti, lui di forza può stravolgere tutto il contesto con la stessa facilità di uno che può fermare il tempo. Straordinario anche quando all’uscita di Vidal, con il cileno certamente non contento, sia della sostituzione, sia per una partita non certamente buona, va dal numero 23 bianconero a rincuorarlo, avendo la lucidità e la maturità di riuscire a capire che effettivamente quel cambio era sensato e di spiegarlo al compagno. Fenomenale.
Per quanto riguarda gli altri, tutti sotto la media nel primo tempo, anche per meriti del Chievo. Evra non è riuscito in questi 90 minuti a dare continuità alle sue prestazioni precedenti, mentre Marchisio che era diffidato salterà il prossimo match, ottenendo quasi certamente un posto per la partita di Coppa Italia a metà della prossima settimana. Caceres a destra mostra di avere piedi più delicati e stessa abilità di corsa di Lichtsteiner, ma lo svizzero ha sempre quella maliziosità che poi gli permette di fare goal come quello di oggi, ma anche tante altre cose. Alternare i due per tenere entrambi in condizione sarà un compito abbastanza semplice per Allegri.
In avanti Tevez e Morata hanno giocato una partita molto simile, con pochi palloni persi, ma neanche tanti a disposizione per essere giocati con relativa pericolosità. Morata ha degli spunti molto importanti ed è un peccato che Tevez per un paio di occasioni non sia riuscito a muoversi bene in area di rigore vanificando gli sforzi dello spagnolo, bravo a liberarsi e a mettere palloni insidiosi in area. Forse anche per questo molti vedono il numero 9 bianconero come una seconda punta, ma la verità è che Morata si sta rivelando quello che già si sapeva sarebbe stato: tanto movimento, buona visione della porta, controllo di palla eccezionale, accelerazioni quasi sempre efficaci e anche piedino piuttosto delicato. Calciatore completo che può giocare in coppia con qualsiasi altro attaccante, ma il ruolo di seconda punta può farlo probabilmente solo in determinate occasioni. Difficile infatti che possa fare un lavoro simile a quello di Tevez in fase di possesso, con l’argentino che viene a prendere palloni, in determinati momenti, persino a centrocampo per poi avviare l’azione, quasi come un vero trequartista. Bene in difesa, soprattutto con Chiellini. Adesso testa al Parma in Coppa Italia. Vincere, vincere e solo vincere.