L’inverno in Calabria non è certo rigido come nella piana che da Superga si espande fino alla Sacra di San Michele. Eccezion fatta per Villaggio Mancuso e Camigliatello, francobolli svizzeri nel mezzo del Mediterraneo. Se poi ci si affaccia sul mare della Magna Grecia, da Cotronei fino a Capo Colonna, l’inverno è un’entità sconosciuta. Crotone si adagia sonnacchiosa, dominando il litorale ionico, tenendo ben lontani da sè i malanni di stagione.
Tranne che per le ultime settimane, nelle quali pare assistere a una vera e propria epidemia di malattie respiratorie, a livelli da ricovero. Ospedale pieno, alla foce dell’Esaro e pressanti domande tra il personale sanitario a coprire il turno di notte tra mercoledì e giovedì della settimana in corso.
Lo stadio Scida è adiacente al nosocomio e stasera si recupera la 18a di andata. Stasera gioca la Juve! E come ognuno sa, la Juve fa rivoluzioni. Chi sta bene, si trova i bronchi in disordine; chi ha la cataratta, ci vede all’improvviso; chi è sotto i macchinari, stacca i tubicini per una notte. C’è la Juve, dilin dilon, a quando un’altra volta?
Per la verità, quaggiù i bianconeri erano già stati 10 anni fa, in una situazione atroce e da cui si sono tirati fuori con la dignità che dovrebbero vendere a squadre cartonate, senza speranza. Fu uno 0 a 3 senza repliche (a Crotone sono rossoblù, mica nerazzurri!), per la doppietta di Bojinov e la rete di Buomsong. Ebbene sì, nella storia della Juve c’è posto pure per questi “carneadi”.
Ora i calabresi sono alla loro prima esperienza nella massima serie, rappresentanti di una terra tanto appassionata di calcio, quanto marginale ai grandi palcoscenici. Eppure il Catanzaro di Mammì e Ranieri (occhio Juve che ci hai lasciato le penne quella volta…) e la Reggina di Foti sono testimoni che da queste parti si fa sul serio e pur con risorse limitate si ottengono grandi risultati.
La Juventus sbarca in Calabria forte della vittoria limpida ottenuta in casa ai danni dei “prescritti” e con la prospettiva di rendere concreto un potenziale vantaggio di 7 punti sulla Roma, diretta inseguitrice. Non di meno Allegri opera un turn over per limitare i carichi agonistici a titolari che si preparano ad affrontare impegni di spessore superiore alla trasferta di Crotone, sulla carta. Attenzione al campo. È così la prima volta di Pjaca dal 1° minuto, così come il ritorno di Sturaro, per dare fiato a Khedira.
Nicola si affida ai capricci di Eupalla, anche se il verdetto finale sembra ormai scritto e in anticipo. Il suo Crotone si presenta con Cordaz in porta; Rosi, Ceccherini, Ferrari, Mesbah in linea di difesa; Sampirisi, Capezzi, Barberis, Stoian linea di centrocampo; Tonev e Falcinelli di punta, nel più classico dei 4 – 4 – 2.
Allegri cambia qualche interprete, ma non il modulo. Avanti col 4 – 2 – 3 – 1 che tanto ha tonificato la squadra. Buffon dunque tra i pali; Dani Alves, Bonucci, Rugani e Alex Sandro i 4 della difesa; Pjanic e Sturaro in mezzo; Pjaca, Dybala e Mandzukic dietro Higuaín. Riposano Chiellini e Marchisio (non convocati), Lichtsteiner e Barzagli, Khedira e Cuadrado.
Il match è un testacoda senza apparentemente storia. Ma è di prammatica, onde scacciare eventuali streghe, il noto “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” di trapattoniana memoria. Non si sa mai. Mentre sono esauriti i seggiolini dello stadio e i posti davanti alle vetrate dell’ospedale.
Per trovare le giuste motivazioni, basti ricordare le dichiarazioni del presidente Vrenna, secondo le quali battere la Juve servirebbe non al Crotone per la salvezza, ma per fare un favore a Roma e Napoli. Della serie: quando i presidenti sono in serie A per caso.