Prima o poi ci si doveva arrivare. Era chiaro che vantaggi di decine di punti non avrebbero potuto durare in eterno. L’attuale stagione sembra caratterizzarsi per un equilibrio più diffuso, una partecipazione in vetta di una serie allargata di squadre attrezzate per la vittoria finale. Non c’è solo la Juve, in altri termini. La suspance ne guadagna, con essa l’interesse degli sportivi e forse anche il valore dell’intero campionato.
Non era il desiderio che da più parti si elevava? Tifosi juventini compresi, così tanto preoccupati della pochezza della concorrenza. Ora che pare finalmente aprirsi una nuova era di tornei più incerti, invece di sostenere la squadra bianconera e incitare la società, i giocatori e l’allenatore a dare il meglio, quegli stessi si scagliano contro di essi, per non avere più il dominio incontrastato.
Dopo 6 anni da orgasmo conclamato e prolungato, riservato a pochi, quelli veramente a strisce bianconere anche nel midollo, la parte più logora appare proprio quella della tifoseria, che si è abbandonata a stress ingiustificati, deleteri per coronarie e sistema nervoso. Cosa dovrebbero dire, i tifosi di squadre perennemente in secondo piano? O quelli di nobili decadute alla ricerca del bel tempo che fu e occupati nel mentre a lucidare l’argenteria?
Questa è la situazione ambientale che la Juventus troverà allo Stadium, all’indomani di un’inopinata sconfitta a Genova, frutto più degli episodi che di un effettivo demerito e di un pareggio a reti inviolate di fronte al Barcellona (mica il Roccacannuccia, ma vallo a dire ai professionisti della tastiera!). Allegri e truppa varia sono avvisati.
Arriva il Crotone, stessi colori dei catalani, ma di un altro pianeta di provenienza. Crotone significa un dolcissimo ricordo, ultima partita casalinga della passata stagione e scudetto numero 6 consecutivo. Roba da leggenda, subito buttata nel cesso, con conseguente tirata di condicella in quel di Cardiff.
La Juve è questo: dagli altari alla polvere, dalle sensazioni forti alle cocenti delusioni e chi non regge, peggio per lui. Ci sono tante altre squadre più “comode”, prego si accomidi. Noi che ci crediamo sempre, a prescindere, diamo un’occhiata alla gara di domenica sera, dei non allineati “non ci cale mica”.
C’è aria di sconvolgimento di certezze a Vinovo. Allegri medita qualcosa che sa di epocale, come il 4 – 2 – 3 – 1 dello scorso gennaio. Si passa a 3 in mezzo? Si gioca con 2 mezze punte dietro Higuaìn? E se Hoewedes risponde alla chiamata, si passa a 3 nella linea di difesa? Si configura una formazione tipo partendo da un nuovo modulo o si brancola nel fumo di particelle sottili che inquinano le idee?
Quel che è vero è che la gara di domenica sera vale per la Juve come una “premiere” e il Crotone serve da sparring partner, punto e basta. Qui si fa la Juve o si muore, direbbe Garibaldi. Con ogni probabilità Allegri Massimiliano da Livorno dice:
Buffon in porta; Rugani, Benatia, Hoewedes a 3 dietro; Alex Sandro e De Sciglio allineati a Marchisio e Matuidi linea di centrocampo; Mandzukic e Dybala mezze punte dietro Higuaìn, che spera di vedersi recapitate palle gol in numero superiore a zero, come da un po’ di tempo accade. Mancano Cuadrado infortunato, Bernardeschi in recupero di condizione, Chiellini muscolarmente risentito, Khedira in evidente debito di forma. Nel mentre Pjaca gioca con la primavera e contribuisce a farla vincere.
Nicola, cuore Toro, ragione per cui fargli un culo a capanna senza se e senza ma, presiede a un gruppo capace di soccombere in casa col Genoa, ma di espugnare Bologna. Beata incoscienza, ma con 12 punti e in zona di relativa tranquillità in classifica. Probabilmente i rossoblù calabresi si presentano con:
Cordaz tra i pali; Sampirisi, Ceccherini, Simic e Martella quattro di difesa; Rohden, Barberis, Mandragora (di proprietà Juve) e Tonev quartetto di metà campo; Trotta e Budimir di punta, secondo un classico 4 – 4 – 2.
È il momento di serrare le fila e, come diceva il presidente del BORGOROSSO FOOTBALL CLUB, “Chi si estranea dalla lotta, è ‘n gran fijo de ‘na m…” E noi vogliamo un sacco di bene alle nostre mamme, vero?
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