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Juventus – Crotone 3-0 : una questione di dettagli

Vi svelo un segreto: ho una passione smodata per la Juve degli anni ottanta.
Come dite? Lo sapevate già? Ok, in effetti se leggete i miei postpartita (ma in generale tutti i pezzi di questo sito, lo dico per obbligo contrattuale) siete persone intelligenti e sì, avete un’acutezza degna della miglior Jessica Fletcher.
Comunque sì, sono fissato con quella Juve e “stranamente” stasera, mentre bestemmiavo dentro di me nell’intervallo (perché avere un figlio di 7 anni vicino ti limita nei sacrosanti improperi), mi è tornata in mente una rara incazzatura dell’Avvocato: al termine di uno Juventus – Sampdoria nel 1983, terminata con uno scialbo 1-1, sbottò senza tanti complimenti contro Trapattoni dicendo: “Non ho comprato Platini per far fare il regista a Furino!”.
Inutile dire come andò a finire e non è il punto che vorrei sottolineare stasera, però mi è tornato in mente quest’episodio perché stasera, alla fine dei primi 45 minuti, il pensiero comune era: “Ma come diavolo stanno messi in campo questi giocatori?”.
Va bene, le assenze.
Va bene, il turnover.
Va bene, ci aspettano 3 PARTITE FONDAMENTALI per il prosieguo della stagione.
Va bene, è il Crotone.

Va bene tutto, però vedere tre centrali difensivi (Barzagli, Benatia e Höwedes) più Lichtsteiner faceva leggermente storcere il naso, tenendo conto che il Crotone non era venuto a Torino a giocarsi il tutto per tutto.
Ma il problema non era quello, perché se dopo 20 minuti fossimo stati sul 3-0 nessuno avrebbe avuto niente da ridire: il problema era un altro, e cioè che dopo 47 avevamo sprecato le solite 3 palle gol facili facili condite da un gioco molto casuale, caratterizzato dal solito giro palla più scontato di una canzone di Ligabue e da giocatori un po’ in confusione.
Sembrava di vedere le partitelle amatoriali di fine stagione quando il portiere va a giocare in attacco, il centrocampista in porta e così via: ecco quindi Lichtsteiner a fare l’ala destra, Barzagli il regista offensivo, Benatia che prova a inserirsi, Dybala che si estrania dalla partita, Mandžukić a fare l’esterno…
Insomma, il solito caos, la palla che non entra, primi accenni di nervosismo e la paura di prendere gol al loro primo tiro in porta.
Però va detto che non tutto era andato così male: Douglas Costa spaziava in tutto il centrocampo avversario, Höwedes sembrava che giocasse da sempre con noi e anche Benatia confermava di essere in ripresa.
Ma forse dovevamo sprecare i primi 45 minuti perché ehi, siamo pur sempre la Juve!

E forse qualcuno negli spogliatoi doveva pur dire ai giocatori: “Facciamo che ognuno gioca nel proprio ruolo? Vai Mario, tu mettiti in mezzo all’area e voi altri cercate di buttare qualche palla buona, ok?”.
Fatto sta che al rientro il nervosismo del primo tempo si è tradotto in maggior furia agonistica e, soprattutto, qualcuno ha fatto arrivare un pallone buono per la capoccia di Mandžukić che l’ha cacciata dentro.
Che poi quel qualcuno fosse il bollito Barzagli è un piccolo dettaglio, come un dettaglio insignificante è che il gol del 2-0, con un missile da fuori area, sia stato opera del contestatissimo De Sciglio, ovvero una sciagura calcistica per molti tifosi o anche la possibile ennesima scommessa vinta da Allegri: il fatto che poi molti tifosi capiscano di calcio quanto io ne capisca di fisica quantistica e che Allegri sia un grande allenatore anche quello è un dettaglio.
Resta il fatto che dopo il gol tutta la squadra, Buffon incluso, ha festeggiato questo ragazzo che, se recuperato potrebbe diventare un patrimonio importantissimo sia per la Juve che per la nazionale italiana: certo, le vedove di cosinho (anche detto Dani Alves) non accetteranno mai la sua dipartita verso gli Champs-Élysées e non smetteranno mai di infamare chiunque si posizionerà su quella fascia, ma come dico sempre, me ne farò una ragione.
La partita poi si chiude pochi minuti dopo con il giusto premio per Benatia, imbeccato su azione di calcio d’angolo da Pjanić.

In sintesi?
Non è stata una partita facile, il Crotone aveva preparato bene la sfida chiudendo tutti gli spazi e accentuando i nostri problemi offensivi: altro piccolo dettaglio, in classifica è 2 punti sopra il Genoa che oggi ha fermato la Roma in casa e a pari punti con l’Udinese battuta dal GrandeNapoli solo su calcio di rigore farlocco.
Poi oh, le differenze ci sono tutte e… niente, mi pare siano venute a galla durante la partita.
Certo, ha lasciato un po’ interdetti l’impiego di tutti questi difensori proprio stasera, ma se questo fosse servito a far ritrovare il giusto equilibrio alla squadra in modo che ritorni ad essere vincente ben vengano serate come queste, inoltre chissenefrega di tutto quando si vince per 3-0, per cui venerdì prossimo possiamo giocare pure con 11 difensori, l’importante è il risultato.
Resta il solito enigma chiamato Alex Sandro, ormai praticamente nullo, per il resto la squadra mi sembra in crescita.
Ora ci aspettano tre partite cruciali in due settimane: venerdì trasferta a Napoli, poi in Grecia e infine l’Inter in casa.
In pratica ci giochiamo buona parte della stagione.
Chiudo con la stessa frase del sempiterno Bluto con cui aprii il postpartita dopo aver vinto la Coppa Italia:
“Non finisce proprio niente se non l’abbiamo deciso noi. È forse finita quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbour? Col cazzo che è finita! E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.”
Spero sarà così anche stavolta.
PS. Il primo che dice “Guarda che Pearl Harbour l’hanno bombardata i giapponesi!” vince una serata in compagnia di Collovati, Civoli e Gianfelice Facchetti.

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