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Io, la Juve e i fiorentini

Cari amici gobbi, se dico Firenze a cosa pensate?
Certo, pensate subito ad una bella città, culla dell’arte ecc…
E se parliamo di calcio?
Qui il discorso cambia: pensate ad una città tinta unicamente di viola, ad una comunità stretta intorno ad una squadra, l’unica che si possa tifare in tutto il mondo.
Altre squadre non esistono, a Firenze si nasce tifando per la fiorentina.
Non sempre. Per fortuna aggiungo io.
C’è chi nasce infatti con la voglia di fare il bastian contrario, non segue gli amichetti ma i saggi consigli paterni e soprattutto si innamora di una maglia.
Quella bianconera della Juve.
Non succede tante volte, però succede.
Insomma, in questa bellissima città e nella sua provincia siamo una sorta di tribù indiana confinata in una riserva, però siamo tosti ed orgogliosi, convinti di essere nel giusto perché tifiamo la squadra più bella del mondo.

Conviviamo con questa strana tifoseria da decenni ma dopo tutto questo tempo i dubbi su una questione fondamentale rimangono: ma perché ci odiano così tanto?
Per lo scudetto del 1982, che loro ovviamente ritengono proprio (in Italia funziona così, gli scudetti della Juve possono essere reclamati da tutti. Vedrete che prima o poi il Poggibonsi reclamerà il nostro scudetto del 1984)? Ma no, vi dico solo che nei primi anni ’60 mio padre andava a vedere Fiorentina-Juventus e sentiva per tutta la partita i tifosi viola prendere in giro la Juve e Boniperti (chiamato Marisa per via dei suoi boccoli biondi, soprannome affibbiatogli da Benito Lorenzi, ovviamente toscanaccio pure lui…). Potrei citare tanti altri episodi ma mi limito solo a questo: negli anni ’70 in curva fiesole comparve più volte uno striscione con scritto: “FIRENZE ODIA LA JUVE!”
Badate bene, Firenze, non i tifosi della Fiorentina.
Da qui sono partito per cercare di capire il motivo di cotanto odio sportivo.
Firenze è una città piccola ma fiera, orgogliosa, consapevole di ciò che rappresenta a livello mondiale. Il suo simbolo è il David di Michelangelo, quel David che armato di una sola fionda riesce a sconfiggere il gigante Golia grazie all’intelligenza e all’astuzia, e così si sono sempre sentiti Firenze ed i fiorentini: meno potenti di tante altre città e altri stati, ma comunque sempre pronti a tenere testa e a rivendicare la propria indipendenza.
E cosa c’entra tutto questo con il calcio. Per me c’entra, eccome se c’entra…

Provate un po’ a pensare da fiorentini (ehm, è un po’ dura, lo so, ma provateci) e mettete insieme questi pezzi: la Juve già nel secondo dopoguerra era una delle squadre più forti, capace di vincere 5 scudetti di fila e di schierare nelle proprie fila gran parte dei nazionali che vinsero i mondiali nel 1934 e 1938, la Juve aveva alle spalle la famiglia Agnelli che in Italia facevano il bello ed il cattivo tempo, la Juve era la squadra di Torino, città che ai fiorentini non andava tanto a genio per il suo carattere austero e regale.
Mettete tutto questo insieme ed il gioco è fatto: la Juve era la squadra da detestare.
Il resto è venuto di conseguenza ma dopo tanti anni rimango comunque stupito dalla perseveranza con cui continuano a detestarci, tra l’altro mentre tutti gli altri li fregano.
Pensate alla Roma che nel 1993 pareggiando con l’Udinese in casa (una di quelle partite che odorano di biscotto lontano un miglio) li condannò alla B. Oppure al Milan che pochi mesi fa a suon di rigori si è preso un terzo posto che i viola avrebbero meritato. Pensate anche a Guido Rossi e all’Inter che, oltre a condannare noi, tolsero loro un paio di partecipazioni alla Champion’s dopo il 2006. Pensate anche al fallimento del 2002: una squadra senza debiti che stava solo cercando i soldi per l’iscrizione alla serie B venne spedita all’inferno della C2 (e ricordate anche come si salvarono Roma e Lazio).
Andiamo in Europa? Ricordate nel 1997 il pareggio a Barcellona per 1-1? Bellissimo il fischio finale con Robbiati lanciato da solo verso il portiere avversario! Oppure nel 2010 il gol di Klose in fuorigioco di 25 metri?

Dettagli, pinzillacchere come avrebbe detto il grande Totò, alla fine il male assoluto è la Juve, è l’origine di tutte le loro disgrazie e la causa di tutte le sventure.
Insomma, alla fine “Che si vinca o che si perda forza viola e Juve merda!”. Sempre.
Commoventi!
Ecco, io tifo Juve in mezzo a queste personcine.
Com’è la convivenza?
Beh, non ci si può certo lamentare, i fiorentini (escluse le teste di ca**o che comunque sono presenti in tutte le tifoserie) sono persone civili e tranquille, si può ragionare di calcio in modo tranquillo, ci si prende in giro amorevolmente rimarcando comunque una linea netta di demarcazione.
Poi arriva Fiorentina-Juventus e tutto cambia.

L’aria comincia a diventare più pesante, i musi si allungano, si percepisce una certa tensione, si scherza di meno già a partire dal martedì prima della partita.
In poche parole i tifosi viola cambiano e cominciano a tirare fuori il lato più istintivo ed animalesco.
Ma ciò che colpisce non sono tanto i tifosi più accesi, quelli che la seguono partita dopo partita. Nooo, sono i cosiddetti tifosi occasionali che svelano un lato fino ad allora nascosto.
Quelli che di solito non parlano mai di calcio, che al limite guardano europei e mondiali (convincendosi anche di essere degli intenditori) e nulla più, quelli che, in parole povere, di calcio non gliene frega niente. Tranne che in un periodo. Quello di Fiorentina-Juventus.
E allora ti cominciano a tirare frizzatine e a sfottere con i soliti luoghi comuni sulla Juve (un tempo si soleva dire “Allora, l’avvocato gliel’avrà già spedite le tre o quattro macchine all’arbitro di domenica?” oggi il registro è un po’ diverso ma comunque sulla stessa lunghezza d’onda).
Cosa fare in mezzo a tutto questo marasma?
In teoria dovresti passarci sopra, fare il superiore e andare oltre.
In pratica succede l’opposto perché va bene essere superiori e bla bla bla, ma in fondo quello che cerchi in questa settimana è una bella rissa verbale con i tifosi viola, utile anche a scaricare la tensione.

Tensione?
Si, perché noi juventini di Firenze e dintorni questa partita la sentiamo in modo particolare e non è vero che è una partita come tutte le altre.
E’ una semplice questione di sopravvivenza ed il tutto esula dalla partita stessa perché ciò che conta è il dopo partita.
Se ti va bene e vinci come in quel bellissimo 5-0 del 2012 (ma l’apice si raggiunse con il 3-2 del 1994) allora godi perché i viola spariscono, non li senti, non li vedi e se li vedi non hanno voglia di parlare di calcio.
Già, in questi casi per loro il calcio ormai è uno sport in malora, i giocatori prendono troppi soldi, una volta si che era uno sport sano, ma che fai, continui pure a seguirlo?
Queste sono le reazioni tipiche da disfatta viola (o anche da semplice sconfitta senza appello), tu a quel punto quasi li consoli perché sai che infierire sarebbe veramente da bastardi senza cuore, ma dentro di te godi nel vederli soffrire e soprattutto sai che fino al prossimo Fiorentina-Juventus sarai a posto.
Il pareggio, com’è nella propria natura di risultato, alla fine non sa né di carne né di pesce.
Certo, magari può essere una partita spettacolare come quel 3-3 stagione 1983/84 o anche l’ultima dello scorso autunno 2012, ma alla fine manca il requisito fondamentale per la presa in giro, ovvero la vittoria da parte di una delle due compagini.
Infine la vittoria della Fiorentina.
E qui comincia l’inferno per noi gobbi.

Certo, si comincerà subito a pensare alla partita successiva, ci consoleremo perché tanto alla fine lo scudetto lo vinceremo noi ma resta il fatto che devi riuscire quantomeno ad arrivare indenne al martedì, perché la domenica sera ed il lunedì saranno puro calvario.
Tutti, e quando dico tutti intendo tutti, coloro che non tifano Juventus si sentiranno autorizzati a sfotterti, a prenderti in giro, a ricordarti quanti gol c’ hanno segnato ed altre amenità. Ed il tutto non dura un’ora o due, ma come dicevo prima un paio di giorni come minimo e comunque, nel tempo, l’impresa verrà ricordata.
Qualche esempio?
Beh, c’è stato un periodo, dagli anni ’80 fino a metà anni ’90, in cui vincere a Firenze per la Juve era impossibile e spesso perdeva.
La presa in giro cominciava subito dopo la partita al bar, proseguiva tutta la sera, continuava la mattina dopo sul bus per andare a scuola a Firenze, raggiungeva il suo apice in classe dove ero l’unico gobbo su 22-23 ragazzi e proseguiva fino al lunedì sera.
Dal martedì mattina si respirava, però che sofferenza…
Ironia della sorte, la Juve ha ricominciato a vincere a Firenze nel 1995 con un sonante 4-1 con tanto di rigore parato a Batistuta. Ebbene, io l’anno prima mi ero diplomato e avevo cominciato a lavorare fuori Firenze, quindi non ebbi la possibilità di rifarmi di tutte le prese in giro degli anni passati. Quando si dice la sfiga.

In conclusione.
Per gli altri, anche se scoccia, una sconfitta a Firenze ci può stare soprattutto se a fine anno festeggiamo lo scudetto ed in fondo sarebbe giusto così, ma se qualcuno mi dicesse: “Perdi a Firenze e poi vinci lo scudetto, ci stai?” io risponderei sempre e solo no.
Vinciamo a Firenze e vinciamo lo scudetto.

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