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From Genesis to Juventus

Premessa
L’intento di questo articolo non è assolutamente quello di voler entrare nella polemica Conte – Juventus – Allegri; partendo da due miei grandi passioni ho solo trovato delle analogie curiose e ho provato a svilupparle.
Buona lettura!

Genesis – Juventus.
Juventus – Genesis.
Come se fosse una sfida di coppa. Ma in realtà non lo è…e allora cosa ci fanno due realtà così diverse messe insieme? Ok, ammetto che sono due delle mie più grandi passioni, la Juve nel calcio ed i Genesis nella musica, ma il punto è un altro, è come una sorta di lampadina che si è accesa un paio di settimane fa e da allora non ne vuol sapere di spengersi, per cui devo riuscire a scrivere tutto ciò che ho pensato, almeno, forse, dopo potrò spengere la luce e dormire.
In parole povere quello che mi è venuto in mente è un bel parallelo tra queste due realtà.
Ovviamente da prendere con le molle evitando di fare i puntigliosi, perché di base le due realtà sono diversissime (l’ho già detto 15 volte in poche righe): calcio e musica, Italia e Inghilterra, 1975 e 2014…niente di niente in comune…o forse si?

Andiamo per gradi.

Era da tempo che ci stavo pensando, forse da qualche mese; seguendo la Juve di quest’anno notavo spesso qua e là molti nasi che si torcevano, quasi come se ci fosse un “Eh si, però…” di fondo.
Eppure la squadra vinceva e stava andando bene, oltre le più rosee aspettative visto come era partita la stagione; ma soprattutto questa sensazione l’avevo già avuta da altre parti, ma non ricordavo dove.
Poi l’altra sera, quasi per caso, su twitter trovai associati i nomi di Peter Gabriel e Juventus e lì ho capito: la Juve di Allegri come i Genesis nel dopo Gabriel!

Analogie? Tante!

I Genesis erano un gran gruppo, 5 bravissimi musicisti e compositori (per non dire fenomeni vista la loro giovane età, se non ci credete o se non li conoscete ascoltatevi i loro album, soprattutto i primi! La riprova poi della loro bravura è data anche dalle longeve, spesso fortunate, carriere soliste di ognuno di loro), il periodo che va dal 1970 al 1974 vede la pubblicazione di album bellissimi.
Un vero e proprio collettivo musicale (infatti, al di là dei contributi, le canzoni erano sempre registrate a nome di tutti e cinque), eppure spesso venivano identificati solo nella figura di Peter Gabriel: il cantante, il frontman dai mille travestimenti sul palco e dalle bizzarre storielle raccontate tra una canzone ed un’altra. Non per egocentrismo, sia chiaro: i travestimenti cominciò a pensarli perché se gli altri 4 mentre suonavano erano statue di sale, qualcuno doveva pur attrarre l’attenzione del pubblico. E le storielle si resero necessarie visto che tra una canzone ed un’altra spesso gli strumenti dovevano essere riaccordati. Comunque un talento enorme, un bravissimo cantante e soprattutto un personaggio istrionico e fortemente carismatico.

Vi ricorda qualcuno?

Giusto lui, durante il tour di “The lamb lies down on Broadway” (1974) decide di lasciare il gruppo, naturalmente tenendo la notizia segreta e finendo le date. Gli altri membri del gruppo ed il management cercano più volte di fargli cambiare idea ma lui resta irremovibile, ormai sente che non aveva più niente da dare e cerca nuove esperienze.
Tra l’altro solo un anno prima era stato sul punto di lasciare, attratto da una proposta del regista W. Fredkin (che aveva letto la storia sul retro di “Genesis Live”) di scrivere un soggetto per il suo nuovo film.
Quella volta lo convinsero a restare.

Vi ricorda qualcuno?

La tournee finisce, il gruppo si mette alla ricerca di un sostituto, la notizia dell’abbandono comincia a filtrare nell’ambiente musicale finchè non diventa di pubblico dominio. Alla fine lo stesso Gabriel con una lettera alla rivista Melody Maker annuncia la sua dipartita dal gruppo: e a me qui viene in mente un video di un allenatore che annuncia di non essere più l’allenatore della Juve, come a dire che sono gli stessi diretti interessati a comunicare la loro dipartita.
Ma il bello inizia ora (si fa per dire).
Appena esce la notizia si diffonde il panico tra i fan del gruppo; la stampa musicale ovviamente ci marcia sopra, in molti pensano che il gruppo non sopporterà una perdita così grande.
Sulla stessa rivista Melody Maker si legge “Rest in peace. They were a great band” cioè “Riposino in pace. Erano un buon gruppo” e gli stessi amici dei 4 “superstiti” non hanno molta fiducia sull’album che stanno preparando, tant’è che il gruppo smette di parlarne concentrandosi solo sul disco che, dicono, parlerà da solo quando uscirà.

Vi ricorda qualcosa?

Non vi sembra la stessa atmosfera che regnava la scorsa estate tra noi tifosi?
Questo un dialogo tipo tra un tifoso pessimista al massimo ed uno che voleva essere ottimista:

“Nooo, è andato via Conte, e adesso come faremo?”
“Vabbé, la squadra però rimane ed è di ottimo livello!”
“Si, ma senza Conte questa squadra perde tantissimo! E poi chi te l’ha detto che Vidal o Tevez non vorranno andare via? Ma poi chi vanno a prendere? Allegri! Allegri!!!”
“Eh lo so, ma ormai che ci vuoi fare? Speriamo bene per il campionato!”
“Ah, se ci qualifichiamo per la CL è già grasso che cola…lasciamo perdere poi la CL, di sicuro usciremo subito…”

Per non parlare poi della stampa e dei toni trionfalistici con cui salutavano la dipartita del (fu) condottiero, alimentata anche dalle campagne acquisti faraoniche delle altre squadre.
Mancava solo scrivessero “Riposi in pace. Era una bella squadra”
Nel frattempo, manco a dirlo, la Juventus si allenava senza grandi clamori, non senza qualche inciampo.

E poi cosa è successo ai Genesis e alla Juve?

Nei Genesis Phil Collins sostituisce Gabriel alla voce.
Alla Juve arriva, il giorno dopo le dimissioni di Conte, Massimiliano Allegri.

Ecco, qui una differenza c’è, direi inevitabile, a livello temporale.
Nei Genesis l’uscita del nuovo disco tappò la bocca a molti che li davano per defunti perché bastarono 51 minuti e 20 secondi, la durata di “A trick of the tail” (il primo album senza Peter Gabriel), affinché la gente capisse che il gruppo era vivo e che poteva andare avanti alla grande anche senza un personaggio carismatico come Gabriel.
Ma non finiva mica qui, perché poi c’era da affrontare la prova sul campo, cioè il concerto.
Come avrebbero fatto senza Gabriel? Come avrebbero affrontato un concerto senza l’uomo che dal vivo reggeva da solo lo spettacolo visivo?
La fortuna volle che anche Collins si dimostrò un buon shoman, ma soprattutto il gruppo privilegiò la qualità musicale puntando sull’abilità tecnica dei 5, con il cantante batterista che si alternava tra microfono e batteria (ottima l’idea di avere 2 batteristi in alcune parti strumentali).

Per quanto riguarda la Juve…beh, come si può pretendere in 51 minuti e 20 secondi di far capire ai tifosi che la squadra ce l’avrebbe fatta anche senza Conte?
Ci voleva tempo, ce n’è voluto e ad alcuni ancora non è bastato, ma la sostanza comunque è quella: la Juve ha sopportato la partenza di Conte così come i Genesis quella di Gabriel.
Nel caso della Juve, Allegri ha piano piano introdotto le sue idee ed oggi la squadra privilegia più il possesso palla rispetto ad un anno fa, a scapito di una grinta minore.
Allegri spesso durante le partite ama ripetere la parola “tecnica”.
Coincidenze?

Poi ci sarebbero altre analogie, tra cui: nei Genesis i quattro che rimasero erano in un certo senso anche sollevati dalla partenza di Gabriel perché, se tutto fosse andato bene, finalmente il mondo si sarebbe accorto anche di loro e non li avrebbe più considerati solo il gruppo di supporto del cantante.
Vi ricorda qualcosa?
Per caso i giocatori stessi della Juve che vogliono dimostrare che in fondo il merito di tre anni di vittorie non era solo di Conte ma anche loro?

Infine la più simpatica.

In tanti, anche a distanza di 40 anni, reputano quei Genesis (1970-1975) gli unici da poter chiamare con la G maiuscola, complice anche la progressiva, ed inevitabile, tendenza verso sonorità più immediate (ma quasi mai banali) del gruppo ed anche alla, sempre inevitabile, perdita di vena creativa.
Non sono pochi poi quelli che definiscono belli i primi due album post Peter Gabriel solo perché c’era del materiale avanzato a cui lui aveva dato un contributo e perché nell’aria c’era ancora la sua influenza: in gergo sono chiamati Gabrieliani.

Tra i tifosi della Juve invece? Beh, questo lo sappiamo tutti: quasi nessuno il 16 luglio scorso credeva in Allegri, oggi siamo molti di più visti i risultati ma…rimangono poi quelli che ancora non sono convinti dal tecnico livornese: la squadra non ha la stessa grinta dello scorso anno, il gioco è peggiorato, la supercoppa con Conte non l’avremmo persa ecc…
Per loro la Juve senza Conte è destinata, prima o poi, al tracollo e puntualmente al primo pareggio saltano fuori con un “Ahhh, io ve l’avevo detto!”. Insomma, una Juve senza Conte è una juve con la J minuscola: in gergo sono chiamati Vedove di Conte.
Non è che siano molti a dire la verità, ma sono un bello zoccolo duro che nessuna vittoria, anche una in CL, potrà convincere circa il nuovo corso bianconero.

Ed io, ripensando anche alla vicenda di Peter Gabriel, non ci provo neanche a convincerli.

Ricordo infatti che anni fa, frequentando un forum sul gruppo, non erano poche le occasioni in cui si finiva nell’eterno scontro Gabriel – Collins, quasi come fossero rivali (la storia invece ha parlato chiaro visto che le collaborazioni tra i due sono state frequenti e non c’è mai stata rivalità); discussioni in fondo fini a se stesse, proprio come la diatriba scoppiata anche tra noi tifosi juventini.

Restano queste analogie, a volte evidenti a volte un po’ tirate, ma in conclusione spero che continuino, perché se le previsioni per il Genesis erano nefaste all’indomani della dipartita di Gabriel, la realtà è che da allora il gruppo ha avuto sempre più successo vendendo milioni di dischi e riempiendo gli stadi di tutto il mondo con i loro concerti.

E allora fatemi sognare pensando al loro apice del successo con i tre concerti sold out a Wembley nel 1987.

Ci siamo capiti, vero?

PS. I continui “Vi ricorda qualcuno?” prendeteli in modo ironico, così come tutto l’articolo. E comunque, a dirla tutta, se mi paragonassero per qualsiasi motivo a Peter Gabriel ne andrei fiero.

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