

Ieri pomeriggio, mentre pensavo che la sera finalmente la Juve sarebbe tornata a giocare dopo la pausa, mi è tornata in mente una vecchia intervista di Lars Ulrich (batterista dei Metallica) dove parlava dei 1000 impegni della vita on the road.
Una dura vita (ehhhh), tra continui spostamenti, interviste, camere d’albergo, soundcheck e alla fine l’unica cosa che davvero li rilassava, oltre all’estratto conto e alle groupies, erano quelle due ore e mezza in cui si sbattevano sul palco davanti a migliaia di gente.
Ecco, ho pensato, per me che seguo calcio più o meno è lo stesso: dupalle le polemiche dei tifosi avversari, dupalle quelle dei giornalisti, dupalle i quotidiani sportivi, dupalle La VAR, dupalle anche i tifosi della Juve, dupalle tutto… alla fine l’unica cosa per cui davvero vale la pena di seguire tutto questo carrozzone è la partita stessa, quei 95 minuti dove tutto può succedere.
Poi ho visto Juventus – Genoa.
Una partita di rara bruttezza come non mi capitava di vederne da domenica sera quando ho guardato i primi 10 minuti di Inter – Roma e per dirla come il panettiere Cecco, la sintesi della disgrazia, l’apoteosi della schifezza.
C’è da dire che Allegri lo immaginava che sarebbe stata una partita così brutta, tanto da dire ieri pomeriggio che alla fine quello che contava era portare a casa i tre punti; e anche alcuni loschi figuri presenti nella ciàtt di Juve a tre stelle, uno su tutti il Matusa Cosimo Bontà, erano preoccupati dalla partita di ieri sera.
Ma no dai, pensavo, alla fine sarà una passeggiata.
Mi sbagliavo, cioè fino a un certo punto visto che alla fine i giocatori davvero passeggiavano in campo.
“Eh, ma c’è stato il richiamo atletico nella pausa!”
Dunque, se è così, e lo è, spiegatemi una cosa: i campionati iniziano a Settembre per terminare a Maggio.
I primi mesi le grandi squadre faticano perché sono imballate per la preparazione più pesante.
A Novembre cominciano ad ingranare, a Dicembre vanno bene… e poi zac, a Gennaio richiamo della preparazione: e giù un altro mese abbondante di squadra imballata!
A Marzo finalmente si decolla… ad Aprile la squadra è stanca e arriva a Maggio in riserva spaccata.
In pratica, andando a cazzotto, su 9 mesi di stagione calcistica 4 sono giocati con la squadra o imballata o stanca, con partite che rasentano l’offesa al calcio come quella di ieri sera.
Boh, da profano non capisco, sono un po’ sconcertato ma visti i risultati degli ultimi anni hanno ragione loro quindi mi fido: certo che, come dicevano quei tre, si può fare di più, ma anche stavolta marchiamo tre punti e via.
Venendo alla partita: ok, squadra imballata, l’abbiamo già detto, alcuni giocatori che davvero non giravano (uno su tutti Pjanić, da prendere a pedate nelle gengive, metaforicamente parlando, s’intende), resta però un’allergia profonda a chiudere le partite con un risultato che vada oltre il minimo sindacale.
Anche ieri sera avvio bruciante, 2 gol sprecati in 10 minuti, in vantaggio poco dopo con un assist al bacio di Mandžukić per Douglas Costa (alla faccia di chi vorrebbe metterli in contrapposizione), da lì poi la solita gestione della palla, le solite occasioni da gol e i soliti sbagli sotto porta.
Anche ieri sera Higuaín sempre con le spalle alla porta, poco servito e pure male, costretto spesso a fare lavoro sporco, anche in questo caso male; certo, c’era comunque la certezza che con la solidità difensiva finalmente ritrovata il Genoa non impensierisse più di tanto, ma l’apprensione rimaneva sempre ed è inutile spiegarne i motivi.
E se alla fine qualcuno si è incazzato con Chiellini per un disimpegno errato, vorrei ricordare che qualcuno poco prima, e non faccio nomi ma solo cognomi (Pjanić) aveva gettato al vento un’ottima occasione per il raddoppio.
E prima lo aveva fatto Matuidi, e nel primo tempo Khedira.
Insomma, anche giocando male si poteva chiuderla sul 3-0 e goderci un po’ di più la serata: magari i giocatori potevano distrarsi guardando lo Stadium mezzo deserto, tra curva chiusa e partita giocata di lunedì sera, io potevo preparare la colazione di domani mattina e fare la lista della spesa, i tifosi del Napoli potevano scoprire che esiste altro oltre alle partite della Juve da gufare eccetera eccetera eccetera.
Per dire che alla fine, anche con la nostra paura atavica di “primo non prenderle”, anche con il richiamo di preparazione, basterebbe essere un po’ più precisini sotto porta, fare meno i presuntuosi, buttarla dentro e chiuderla.
La qualità là davanti c’è, non sfruttarla comincia a essere un po’ un peccato.
Comunque… ci sono note liete?
Beh, sicuramente Douglas Costa per il gol e per come è riuscito comunque a impensierire la difesa avversaria appena riceveva il pallone.
Bene sicuramente tre difensori su quattro e si fa prima a dire chi ha giocato male, ovvero Alex Sandro (almeno stasera non si è fatto uccellare da Pandev).
Male il centrocampo, male male e male, tant’è che alla fine sembrava giocasse bene Sturaro.
Poi il solito Mandžukić a tutto campo e il solito Higuaín a tutto campo meno dove dovrebbe veramente stare.
Ma tant’è, i tre punti li abbiamo portati a casa anche ieri sera, male ma li abbiamo portati.
Ciò che conta era quello, meglio tre punti giocando male che uno giocando bene.
Punto.
Solo una cosa mi viene da dire: magari con qualche gol in più potrei divertirmi di più a scrivere il postpartita, ieri sera ero quasi tentato di fare un gesto alla Beppe Viola (quando si rifiutò di commentare un derby di Milano bruttissimo mandando al suo posto le immagini di uno di qualche anno prima), mettendo quello della partita di andata, poi ho cambiato idea e ho scritto questo pezzaccio…
Nel chiudere questo pezzo una dedica la riservo volentieri a Franco Costa: non voglio fare i soliti discorsi retorici, il calcio venti o trent’anni fa non era migliore o peggiore di quello di oggi, ma quelli come lui che lo raccontavano si, erano migliori.
Mi piaceva lo stile che metteva nei suoi servizi per la Domenica Sportiva, mi piacevano le interviste all’Avvocato, mi piaceva il suo essere giornalista ma allo stesso tempo tifoso.
Keep the faith alive e forza Juve!
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