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Juventus – Genoa: la più antica tra le sfide italiane

Turno infrasettimanale di mezzo inverno. Questa è una delle conseguenze di un campionato a 20 squadre, in cui certuni protagonisti giungono sull’orlo delle 60/70 partite per stagione, su campi pesanti (il prolungamento dell’autunno ci salva dal ghiaccio) ed a orari serali, per non farsi mancare nulla. Salvo poi stupirsi di così tanti infortuni ed istituire tavole rotonde sui rimedi da individuare. Al pubblico non pensa nessuno, tanto chi decide sta al caldo del suo ufficio e raramente si imbacucca seduto sugli spalti.

Detto questo, la 23esima giornata del massimo campionato, quarta di ritorno, riserva un piatto per cultori di storia del calcio. Di scena infatti allo Stadium una super classica, se si pensa che Juventus – Genoa è la più vecchia sfida pallonara italiana. Sotto i fari dell’impianto di proprietà bianconera, si presenta una squadra rinfrancata dagli ultimi risultati e dalle conseguenti prestazioni, dopo un periodo di forte appannamento che aveva messo a rischio anche la panchina di un bravo mister come Gasperini. Genoa che è alla prima uscita dopo il mercato di gennaio, nel quale sono arrivati giocatori di valore come Cerci, Suso, Rigoni, Gabriel Silva; ma che ha visto la partenza di Perotti e Tino Costa tra tutti.

Nell’altro versante la Juventus si appresta all’appuntamento con la decisa volontà di continuare nella collezione di vittorie, non certo fine a se stessa, ma nella prospettiva immediata di inseguire e possibilmente raggiungere il Napoli, in preparazione al big match del 13 febbraio ed in quella più remota ma concreta dei 5 scudetti consecutivi. Il mercato di riparazione ha lasciato vuota la casella degli arrivi, come era facilmente prevedibile, anche se è servito per imbastire e concludere affari in proiezione futura (proprio con il Genoa si è conclusa la cessione definitiva di Mandragora).

Mister Allegri è orientato a praticare un minimo di turnover, confortato dalla grande consistenza della rosa a sua disposizione. Gasperini sembra tentato da uno schieramento speculare 3-5-2 per opporsi uomo contro uomo in una partita preparata gioco forza secondo schemi attendisti. In casa Juve perdura il ballottaggio Lichtsteiner – Cuadrado, mentre Evra prende il posto di Alex Sandro, diffidato e preservato in chiave Napoli; non saranno della partita Khedira (stop di 2/3 settimane per una lesione all’adduttore) e Chiellini, rimasto a Vinovo per lavorare; probabile chance per Zaza, a meno che Allegri decida di dare un turno di riposo a Dybala. Gasperini da parte sua sembra dare fiducia alla vecchia guardia, eccezion fatta per Cerci, probabilmente schierato a fianco di Pavoletti, autentica sorpresa della stagione.

Secondo il modulo 3-5-2 le squadre si schiereranno nel seguente modo:

JUVENTUS: Buffon in porta; Da sinistra a destra, Caceres, Bonucci e Barzagli linea difensiva; Evra, Lichtsteiner (Cuadrado) sulle fasce; Pogba, Marchisio, Sturaro in mezzo; Dybala e Zaza in avanti.

GENOA: Perin tra i pali; Izzo, Burdisso, Munoz in difesa; Laxalt ed Ansaldi laterali con Suso, Dzemaili e Rincòn a centrocampo; Pavoletti di punta con Cerci a fianco.

Partita dai contenuti agonistici elevati e dal pronostico fortemente sbilanciato a favore dei padroni di casa, come stanno a testimoniare le statistiche che vedono 42 vittorie juventine a Torino contro appena 3 genoane, l’ultima delle quali risalente addirittura al 1991 ad opera di Skuravy. Le statistiche sono fatte per essere smentite, ma a nessuno venga in mente di farlo sapere a Gigi e compagni.

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