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Juventus – Lazio 2-0 : I duri hanno cominciato a giocare

“Cosa? È finita? Hai detto finita? Non finisce proprio niente se non l’abbiamo deciso noi. È forse finita quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbour? Col cazzo che è finita! E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.”

Dove eravamo rimasti?
Ah già, a domenica scorsa, ai giocatori non entrati in campo contro la Roma.
Sì, una scena decisamente irritante per uno come me, e dalle reazioni colte qua e là, pure per tanti altri tifosi: l’immagine in evidenza messa in quel post-partita, completamente nera, riassumeva molto bene il concetto.
Incazzati neri, vedevamo tutto nero, le previsioni davano nuvole nere, stormi di temporali in arrivo, mancava solo che Allegri convocasse Crisantemi e avremmo capito che la stagione sarebbe andata a peripatetiche.
“Living on a razor’s edge, balancing on the ledge”  cantava Bruce Dickinson qualche annetto fa e in fondo proprio così ci sentiamo da un po’ di tempo a questa parte: viviamo questa stagione sul filo del rasoio, in equilibrio precario con il vuoto che ci circonda da entrambe le parti.
In fondo c’è la gloria, il trionfo, tutto il bello possibile e immaginabile di questo mondo, ma basta un passo falso e potremmo precipitare.
Domenica sera evidentemente ci siamo sentiti così: forse una folata di vento, o un piede messo male ma ci siamo presi un bello spavento, noi.
Loro invece no, sono rimasti tranquilli.
Infatti non è un caso se noi siamo semplici tifosi e loro sono i giocatori e staff tecnico della Juventus.
Non è un caso se noi facciamo 1000 altri lavori e loro sono professionisti nel mondo del calcio.
E stasera hanno spazzato via tutte le nuvole che domenica si stavano avvicinando.

C’era la prima delle 3 finali che da qui al 3 Giugno prossimo daranno un senso a questa stagione tanto lunga quanto entusiasmante.
Ci trovavamo davanti a una Lazio reduce da un ottimo campionato, pronta a giocarsi tutto senza avere niente da perdere; ma soprattutto dovevamo fare i conti con il nostro peggior nemico, ovvero noi stessi, capaci di complicarci la vita con tanti piccoli errori, rimediabili nell’arco di un campionato, dagli effetti catastrofici in caso di finale secca.
Ma così non è stato, i giocatori sono scesi in campo con la giusta cattiveria e la voglia di chiudere il più alla svelta possibile questa prima finale: una prima mezz’ora di gioco dove abbiamo giocato al tiro al bersaglio, alla fine è stata sufficiente, e un secondo tempo giocato con il freno a mano che non ha comunque permesso alla Lazio di riaprire i giochi.
Spiace, mica tanto, per la Lazio, ma 3 gol concessi domenica scorsa erano anche troppi e stasera poi Neto mica aveva davanti i gregari Asamoah e Lichtsteiner (senza offesa…), stasera c’erano quelli che hanno fatto piangere come un bambino Neymar, che hanno nascosto la palla a Messi e Suarez e che hanno concesso un misero gol al super attacco fooooormidabile del Monaco.
C’erano loro, Barzagli, Bonucci e Chiellini, tre monumenti difensivi che il mondo calcistico ci invidia e allora è stato logico assistere a un’altra partita là dietro.
E dietro a loro Neto, che da novello Alessandrelli a Napoli è tornato a essere quel Bodini che, una volta chiamato in causa, era pronto a onorare la causa della maglia bianconera: stasera la pagnotta se l’è guadagnata alla grande con un paio di ottimi interventi nel secondo tempo, preziosissimi perché hanno impedito alla Lazio di riaprire la partita.

Ma bastavano loro per vincerla?
Beh, direi di no, qualcuno doveva pur buttarla dentro, ma se in fase difensiva la squadra si doveva muovere alla perfezione (e quei 3 sono da sempre una garanzia, per non parlare dei contributi dati da Mandžukić ed Alex Sandro sulla fascia sinistra, di Dani Alves e Dybala in ripiego e del lavoro oscuro di Marchisio e Rincon), in fase offensiva largo alla fantasia, largo ai colpi di genio, largo ai brasiliani.
E se io, che di calcio capisco il giusto, quando ho visto partire quel cross di Alex Sandro ho detto “Ma dove cavolo mandi la palla?” lui già se la rideva perché sapeva di averla colpita nel modo giusto e che sarebbe arrivata nel punto giusto, al momento giusto, per il giocatore giusto, cioè Dani Alves: basta un secondo, l’inquadratura si è allargata, la palla è scesa precisa sul piatto di Dani e lui le ha ordinato gentilmente di scavalcare il portiere avversario, perché lui è Dani Alves e ha deciso che quella palla doveva entrare in rete.
E chi era la palla per opporsi alla Sua volontà?
Gol, 1-0 per noi.
Quando hai giocatori così, ammettiamolo, tutto diventa più semplice.
Anche perché gli avversari cominciano a non capirci più niente e allora, dai e dai, ci scappa fuori pure il 2-0 con gol di Bonucci su calcio d’angolo: il tutto in appena 24 minuti.
Da lì sarà accademia, partita in controllo, Allegri e noi che bestemmiamo perché col terzo gol ci sentiremmo un po’ più tranquilli e, as usual, parte il festival dei gol sprecati.
Ma non importa dai, tutte le incazzature e le urla alla fine svaniscono nel nulla lasciando spazio alla gioia e ai festeggiamenti: terza Coppa Italia consecutiva, cinque scudetti consecutivi ed il sesto a portata di mano (ma allunghiamola e prendiamocelo!), seconda finale di Champions League in tre anni…qui non ci troviamo davanti ad una squadra ma a un gruppo che un domani diventerà leggendario e che potrà guadagnarsi l’appellativo di “Migliore Juventus di tutta la storia”.
Se lo meriterebbe, a partire da quei 4 monumenti difensivi fino ad Higuaín passando per Mandžukić, Dybala, Pjanić e Khedira senza contare quel mostro di Dani Alves di cui parlavo poc’anzi.
Un gruppo fantastico, alle prese con una stagione che non vuol finire mai ma che stasera ha dato la prima soddisfazione, quella Coppa Italia che giustamente festeggiano e festeggiamo.

Ma da domani, mi raccomando, via le bottiglie di spumante e che recuperino la giusta concentrazione per domenica prossima: un’altra finale, un altro passo verso la leggenda.
Noi intanto rendiamo omaggio a questa squadra straordinaria. Come? Festeggiando!
Si può fare, dicevo un mese fa.
Dobbiamo farlo, aggiungo stasera.
Keep the faith alive e forza Juve!

PS1: se non si è capito, lo ribadisco. Grazie ragazzi, grazie a tutta la squadra e alla società, all’allenatore…tutti! Grazie a voi possiamo urlare a tutto il mondo che è bello tifare Juve! Lo diceva qualcuno di cui ora mi sfugge il nome, lo ribadisco io stasera…

PS2: il mio caro saluto stasera va a tutti coloro che criticano Chiellini. A loro dico che non me ne frega un tubo se ha i piedi come due stirelle e quando imposta 90 volte su 100 è palla persa, ciò che conta è che lui in difesa è un leone come nessun altro. È il migliore nel suo ruolo e se fosse possibile lo clonerei.

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