Stavolta non può proprio essere una sconfitta che ci farà bene. Mentre scrivo mi auguro che il solito mantra post-gare perse della stagione scorsa venga buttato nel dimenticatoio, così come questa finale di supercoppa. Altro che bene, è una sconfitta che fa male, malissimo per il rocambolesco modo in cui è arrivata: prendere un gol al 94’ dopo essere andati sotto per 2-0, dopo aver rischiato anche di prendere il terzo e dopo aver riacciuffato la gara a pochi secondi dal 90’ è quanto di più ignorante, dal punto di vista calcistico, possa esserci. Il 3-2 di Murgia è la sagra di quello che mai una squadra di calcio, e ancor di più la squadra campione d’Italia e vice-campione d’Europa, dovrebbe fare su un campo di calcio: lasciarsi andare all’emotività, sconnettere completamente il cervello per perdere concentrazione e regalare un gol da oratorio. Soffermarsi sugli ultimi secondi può spiegare sicuramente il risultato finale (hai perso 3-2 per un gol al 94’) ma non tutto quello che precedentemente lo ha provocato e che dovrebbe far riflettere, benché sia solo il 13 agosto.
La preparazione della gara innanzitutto: che si giochi sotto l’ombrellone o sotto l’albero, appare ormai consolidato il pessimo rapporto di Allegri con la manifestazione, visto che siamo alla terza supercoppa lasciata per strada in quattro anni. E se nelle precedenti occasioni era salito sul banco degli imputati anche per colpe non sue (vedi rigori di Doha sia nel 2014 che nel 2016), questa volta l’allenatore toscano ha più di qualcosa da farsi perdonare. Presentarsi con la difesa a 3 dopo che la stessa era stata abbandonata nel corso della stagione passata, considerando anche la cessione di Bonucci, non è apparsa da subito una mossa azzeccata. Ancor di più se sei costretto a mettere con quel modulo il giocatore che forse più di tutti si è involuto in questi mesi: Cuadrado. Il colombiano sembra ormai aver bisogno di qualcuno che ce lo restituisca ai livelli per cui tutti lo avevamo apprezzato, perché anche contro la Lazio è apparso svagato, incapace ormai di saltare l’uomo e fare anche passaggi elementari (e stasera anche un gol a metri due dalla linea di porta), come purtroppo gli era capitato già nel finale della scorsa stagione. E se con quel modulo sei costretto a mettere pure Mandzukic a vagare in mezzo al campo senza un compito preciso (l’esterno? il centravanti? la mezz’ala?) allora può capitare che la Lazio, senza Keita e Anderson, ma infarcita di centrocampisti e mezz’ali varie aggredisca in mezzo al campo e spacchi in due una squadra in cui lo stesso Mandzukic, insieme a Higuaín sono corpi estranei, mentre i difensori (con Barzagli credo che ormai abbiamo più di un problema) siano costretti a rincorrere appunto quei centrocampisti che si inseriscono da tutte le parti e che i soli Khedira e Pjanic non riescono ad arginare (a proposito, ma l’ottimo Marchisio visto nella tournèe americana sicuri sicuri che non ci avrebbe potuto dare una mano in tal senso?). E forse qui qualche domanda dovrebbero porsela anche in società, visto che ai microfoni Rai Marotta ha ribadito che arriverà un centrocampista a rinforzare il reparto: non resta che sperare che alle parole seguano i fatti, senza complicazioni degli ultimi giorni, come avvenuto negli ultimi due anni.
Tardivi i cambi che hanno rimesso, con una Lazio quasi stremata, la Juve in corsa: Douglas Costa ha fatto più che Cuadrado negli ultimi 4 mesi, dando una grossa mano all’unica nota positiva della serata, Paulo Dybala. L’argentino ha davvero predicato nel deserto, andando a prendersi palloni che non arrivavano (e calcioni), ricamando alla fine una punizione esemplare e il rigore del 2-2. Oltre a cercare di servire in più di una circostanza il connazionale Higuaín che ha toccato meno palloni di Buffon. Gonzalone dovrebbe davvero decidere cosa fare da grande, assestandosi su un peso forma migliore che potrebbe aiutarlo a diventare non dico decisivo, ma quantomeno più utile nelle gare che contano, come una finale di supercoppa.
Ps. sono arrabbiato anch’io, ma il tiro al bersaglio contro De Sciglio, uccellato sì come un pivello da Lukaku in occasione del 3-2, non gli farà per niente bene, proprio come questa sconfitta.
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