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Juve-Lazio: adesso che si fa?

Arrivati a questo punto della stagione i difetti della Juve sono ormai noti. In breve:

  • in alcuni giocatori è subentrata un po’ di presunzione. Normale e comprensibile dopo aver vinto cinque scudetti consecutivi, un doppio Double, e aver riscritto la maggior parte dei record della Serie A; tuttavia se non si gioca sempre al massimo si rischia di essere messi sotto da chiunque;
  • lo stesso motivo che ha prodotto la presunzione ha probabilmente creato anche un po’ di (comprensibile) appagamento, facendo venir meno la motivazione a spingere sempre al massimo;
  • nella squadra è venuta meno un po’ di fisicità (che Vidal e Pogba garantivano in discreta quantità) e di conseguenza anche un po’ di quella garra che ti permette di andare allo scontro fisico senza paura;
  • i giocatori a volte appaiono intimiditi (per certi versi, questo è conseguenza del punto precedente). Quando le partite si fanno dure e cattive, alcuni giocatori tendono a defilarsi. Per carità, in rosa in questo inizio di stagione abbiamo avuto due fratture del perone, un menisco e una pesante contusione all’anca che ha costretto Pjanic a giocare diverse partite acciaccato, oltre a Marchisio convalescente per la lesione del legamento crociato, quindi è comprensibile che quando gli avversari picchiano e gli arbitri li lasciano fare (le gare di Milano, Genova e Firenze sono state caratterizzate da questo leit motiv), qualche giocatore tende a togliere la gamba;
  • una certa confusione tattica. Gli infortuni prima e le scelte cervellotiche di Allegri poi hanno impedito di ottimizzare la manovra, sia difensiva che offensiva.

Avviso ai naviganti più critici: prima di dar fuoco alle polveri della lamentela vi prego di considerare il grado di “gravità” di questi problemi e a prendere atto del fatto che, se fossero “estremamente gravi” e/o “ingenti”, oggi saremmo a metà classifica. Siccome non lo siamo vediamo di non esagerare, ok?

E torniamo a noi.

Una volta individuati i problemi bisogna cercare di porvi soluzione, ma visto che regolarmente si ripetono è evidente che fino a oggi non siano stati trovati i giusti rimedi (ammesso che ci siano). Solo che domani c’è la Lazio e visto che il campionato non aspetta, che si fa?

Credo che la prima cosa da fare sia dare un assetto tattico definitivo alla rosa. Il 352 vuol dire sacrificare Pjanic (per far giocare Barzagli o Chiellini) e snaturare Dani Alves in un ruolo non suo. Pjanic fatica a fare il terzo di centrocampo e la sua presenza nella mediana non consente di schierare un giocatore di garra e/o fisico, quale potrebbe essere Sturaro o Rincon. Il 4312, modulo tanto caro ad Allegri tra l’altro, consente invece di inserire in squadra una certa quantità di fisico, corsa e contrasto e di riportare Pjanic là dove la sua tecnica può fare la differenza, ossia vicino alla porta. Tra sacrificare Pjanic o Chiellini/Barzagli non credo ci siano dubbi su chi debba accomodarsi in panchina.
Ci sono poi anche questioni tattiche che inducono a preferire la difesa a quattro: mi pare infatti che, dati questi interpreti, il centrocampo a rombo consente un’uscita più fluida della palla dalla difesa e una miglior gestione delle transizioni difensive-offensive. E qui mi pare che Allegri, dopo la “ribollita” di Firenze, si sia finalmente schiarito le idee chiare.

Rimane la questione presunzione/appagamento. Purtroppo, in tutti gli sport e in tutti gli atleti che vincono molto, il problema si presenta immancabilmente: deduco pertanto che sia impossibile eliminarlo. Ci si allena con meno intensità, ci si applica con meno attenzione, diminuisce la predisposizione al sacrificio fisico e la voglia di migliorarsi e correggere gli errori. Così, i risultati non arrivano e a quel punto, di solito, scatta la caccia al colpevole: nove volte su dieci paga l’allenatore, ma spesso il problema rimane. È la cosiddetta “fine di un ciclo”.
Siccome non è pensabile oggi un cambio di allenatore (nè, tanto meno, lo auspico) e non è realizzabile una profonda ristrutturazione della rosa, non rimane che rassegnarsi e farsi bastare quel che c’è. Che comunque non è poco.

Col miglioramento della condizione atletica (la famigerata “Juve di marzo”) e l’arrivo delle gare decisive, mi auguro e spero che le motivazioni arrivino da sole. Se per allora avremo individuato un assetto tattico definitivo e collocato gli interpreti principali nel loro ruolo naturale ci sarà da divertirsi. Per le altre gare invece potrebbe bastare anche una Juve “in tono minore”, a patto di mantenere la barra dritta, non eccedere nelle critiche e cercare di non rompere il giocattolo esagerando con gli isterismi.

La Lazio in particolare è una buona squadra, si gioca allo Stadium e i giocatori devono riscattare una prestazione opaca: mi aspetto che le motivazioni, almeno all’inizio della gara, ci saranno. Le indiscrezioni che circolano sulla formazione parlano di un ritorno alla difesa a quattro e del rientro di Pjanic dietro le punte, quindi anche qui ci siamo. Basterà? Io dico di sì (sono ammessi ogni genere di scongiuri).

Cominciamo a far ripartire la macchina e vincere questa partita: per il resto si vedrà di volta in volta. Alla fine faremo i conti.

P.S. Un giorno magari parleremo anche delle aspettative assurde che si sono create intorno a questa squadra in estate; aspettative che fanno sembrare ogni risultato positivo “normale” e ogni risultato “negativo” una tragedia. Senza quelle oggi saremmo tutti, a parità di risultati, molto più felici.

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