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Juve – Lazio di Supercoppa, si apre il sipario

Sono giorni convulsi, nei quali ex vacanzieri si mescolano con gli attuali e coloro che lo diventeranno. Sotto gli ombrelloni, i “soliti noti” si disputano acerrimamente il titolo di campioni d’agosto,  sorretti da notizie che si propagano in libertà da una TV all’altra, da un blog a un magazine, rincorrendo lo scoop, tutti desiderosi di ricevere il premio più ambito: poter dire col senno di poi “Io lo avevo detto”. Come trofeo, pare che si possa equiparare a una medaglia olimpica, con tanto di podio.

Il mercato, questo moloc che tutto azzanna, fagocita, divora, sta dominando le menti labili dei tifosi mai contenti. Non solo, ma il mostro induce a far passare in secondo piano il primo vero appuntamento della nuova stagione, la finale di supercoppa italiana. Sorge il dubbio: che si tratti invece dell’ultimo atto della scorsa annata? Forse, visto che questa partita è destinata a non avere mai una sede fissa (ce l’avrebbe, epperò sempre disattesa), un periodo stabile, all’inizio, durante, dopo il campionato; tra arabi, cinesi, un po’ di qui un po’ di là lungo lo stivale.

Si ritorna in Italia, all’Olimpico di Roma, come per proseguire la storia infinita tra Juventus e Lazio. Sempre loro, un’altra volta, come da regolamenti studiati a tavolino, che portano obbligatoriamente a disputare finali di Coppa Italia con un posto occupato da una delle romane. Vuolsi così colà dove sta la Lega.

Per cui, a ritmo biennale i biancocelesti incrociano i bianconeri, soccombendo a suon di gol e restando a bocca asciutta. Nel 2013 sulle rive del Tevere si materializzava un 4 a 0 juventino senza replica e nel 2015 a Shanghai un 2 a 0 all’inglese, con mutismo susseguente. Sarà così anche domenica sera? Se il proverbio non mente, dal 2 si dovrebbe passare al 3, sempre che Inzaghino e truppa siano d’accordo, cosa di cui si nutrono dubbi.

Le due squadre arrivano all’appuntamento con gli organici in divenire, causa campagna acquisti e cessioni non conclusa, sebbene la Lazio sia praticamente la medesima dello scorso anno, dati i movimenti ridotti all’osso. In uscita il solo Biglia, approdato alla corte dei cinesi di seconda generazione (i primi occupano la sponda opposta dei Navigli). In entrata Marusic dall’Ostenda (squadrone belga!), Leiva vice Biglia (dal Liverpool) e De Gennaro prelevato dal Cagliari.

Meglio non pensare a quali barricate si sarebbero innalzate se questo fosse stato il mercato juventino! A che sono serviti gli acquisti di Douglas Costa, Bernardeschi, Szczesny, De Sciglio, Bentancur; il popolo a strisce attende il centrocampista come nemmeno gli ebrei anelavano alla Terra Promessa. Dani Alves (ex di 5 partite, forse 6) li ha lasciati orfani e Bonucci inconsolabili.

Allegri medita di farsi un bel regalo di compleanno schierando Buffon in porta; De Sciglio (Lichtsteiner), Rugani, Chellini e Alex Sandro a 4 in difesa; Pjanic e Khedira coppia di centrocampo; Douglas Costa, Dybala e Mandzukic trio d’attacco dietro Higuaín unica punta (4 – 2 – 3 – 1).

Inzaghi risponde con Strakosha tra i pali; Radu, De Vrij e Wallace terna di difesa; Basta e Lulic esterni; Leiva in regia affiancato da Luis Alberto e Parolo; in avanti Immobile di punta con Milinkovic Savic al suo fianco (out Anderson) (3 – 5 – 1 – 1).

In serata è uscito il comunicato che Keita non è tra i convocati. Inutile ricordare che il senegalese è oggetto di trattative tra Marotta e Lotito, così come De Vrij e Milinkovic-Savic. Insomma il risultato finale, oltre ad assegnare  il primo trofeo di stagione rischia di essere decisivo anche per i colpi finali del mercato bianconero.

Ecco perché un quesito arrovella la mente. È più importante la Supercoppa o “il centrocampista”? Lo sapremo solo vivendo.

 

 

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