Gli allenatori delle squadre che devono affrontare la Juventus sono concordi nel definire la gara come la più facile da mettere in cantiere, dato che si prepara da sola. Troppi gli stimoli nello sfidare i bianconeri per temere cali di tensione. Così è pure la presentazione di Juve – Napoli. Partita tra le più importanti dell’annata calcistica, sfida tra due delle grandi squadre degli ultimi tempi, una rivalità tra tifoserie alimentata più sotto il Vesuvio che reale, ma che spesso purtroppo ha preso pieghe per nulla accettabili. Si presenta da sola, che altro dire? Vabbè, mi sforzo per contratto.
Siamo di nuovo di fronte a una grande partita, con il solito settore ospiti vuoto e qualche elemento di interesse che esula dalla routine. Tra tutti, Higuaín. Il Pipita che Dante non avrebbe avuto dubbio alcuno a sistemare in qualche bolgia infernale, dato il grande “salto” da Napoli a Torino. Gonzalo al centro dell’attenzione, nel bene e nel male, nei pro e nei contro, nel timore delle sue reti e nella speranza di esse.
Se da una parte i partenopei sono reduci da una facile pratica interna contro l’Empoli, dall’altra la Juventus ha rispolverato momenti di gioco convincente con la Sampdoria. Le squadre stanno bene, dunque e sebbene la sfida non rivesta una connotazione decisiva per lo scudetto finale, nessuno si vorrà tirare indietro. Partita perciò aperta a qualsiasi risultato, anche se ritengo improponibile una gara con tante reti. Sempre pronto a essere smentito dal campo.
Fuori di dubbio che il turno di Champions League di martedì e mercoledì prossimi inciderà sulle scelte dei due allenatori e sui cambi in corso d’opera. Non per niente Allegri in conferenza stampa pre gara ha definito la partita contro il Lione “quella più importante delle due” e certamente a Napoli si devono cautelare da incorrere in un passo falso in Turchia, dopo l’inattesa sconfitta in casa subita dal Besiktas. Sotto questo aspetto la Juventus può contare su una panchina meglio assortita e questo a lungo termine potrebbe fare la differenza.
Napoli che si presenterà con un modulo 4 – 3 – 3 tanto caro a Sarri, che contempla Reina tra i pali; Hjsaj, Maksimovic, Koulibaly e Ghoulam linea difensiva; Allan, Diawara e Hamsik in mezzo al campo a sostegno di un attacco senza prime punte, con Callejon e Insigne larghi e Mertens “falso nueve”, definizione che va tanto di moda. Salta il big match Gabbiadini che sconta la seconda giornata di squalifica.
Situazione molto più fluida in casa Juve. Il mister non ha lasciato trapelare nulla sulle scelte più delicate, anche se è plausibile immaginare un Marchisio risparmiato per il Lione e un ballottaggio tra Cuadrado e Lichtsteiner sulla fascia destra. Convocato a sorpresa Evra, l’infortunio subito mercoledì pare di poco conto. Anche lui perciò potrebbe essere della partita. A ogni buon conto azzarderei questa formazione: Buffon in porta; Barzagli, Bonucci e Chiellini, nella ormai proverbiale BBC di lungo corso; Alex Sandro a sinistra e Lichtsteiner (Cuadrado pronto a subentrare) a destra; o Lemina per la spinta o Hernanes per la diga di centrocampo, con Khedira e Pjanic mezze ali; Mandzukic e Higuaín di punta. Marione centrale e Gonzalo molto mobile a cercare e creare spazi.
Il direttore dell’incontro sarà il signor Rocchi, fischietto esperto e capace, soprattutto nel tenere le partite entro i binari di un agonismo che non eccede. Con Rocchi arbitro, la Juventus è reduce da 9 vittorie consecutive. Statistica che ha solo un senso bene augurante e nulla più.
A detta di Allegri: “Per lo spettacolo si va al circo, per il calcio spettacolo andate da altre parti, ma poi per vedere il risultato venite tutti qua”. L’unica cosa che conta…