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Juve-Napoli: Under Pressure

Negli ultimi trent’anni solo in tre occasioni si sono svolte sfide scudetto, a meno di sei turni dal termine del campionato, in cui ci fosse la possibilità del club inseguitore di effettuare il sorpasso nello scontro diretto: il Napoli-Milan 2-3 del 1° maggio ’88 che consegnò ai rossoneri la vetta della classifica nonché il viatico per il primo trofeo dell’era berlusconiana, il Juve-Inter 1-0 del 26 aprile ’98 di cui giovedì prossimo ricorre il ventennale e il Milan-Juve 0-1 dell’8 maggio 2005, rovesciata di Alex sulla testa di Trezegol per uno scudetto da incorniciare.

La partita di stasera non rientra per poco in questa fattispecie grazie al distacco di quattro punti accumulato fino ad oggi, ciononostante è indubbio che un’eventuale sconfitta casalinga della Juventus potrebbe avere delle conseguenze nefaste sul percorso verso l’eventuale settimo scudetto consecutivo.

I più recenti precedenti storici, come detto, sorridono alla causa bianconera: tradizionalmente il club difficilmente fallisce appuntamenti di tale importanza, che sarebbe comunque sbagliato definirli “una finale” anche perché, in questo caso mancheranno poi quattro match a fine torneo, perciò non è una finale, mi permetto di ribadire insomma, dai, ci siamo capiti.

 

Le due squadre arrivano a questo scontro al vertice con un trend di classifica direttamente proporzionale agli impegni e agli sforzi cui sono state sottoposte le contendenti: negli ultimi due mesi, mentre il Napoli si presentava ai sedicesimi di Europa League come un gatto in tangenziale, la Juve disputava quattro match nella massima competizione europea con un sacrificio enorme di energie fisiche e mentali, terminate undici giorni fa con il fischio che ha fatto vibrare il precoce doppio mento di Oliver; tuttavia i bianconeri in questo periodo hanno recuperato cinque punti agli azzurri, costringendoli a venire a Torino con un solo risultato a disposizione per mantenere molto credibile il loro sogno tricolore.

Questo calo è spiegabile con un semplice ma eclatante dato: tra i maggiori minutaggi in campionato dei primi undici giocatori delle due rose ve ne sono dieci del Napoli, il solo Higuain per la Juventus occupa il settimo posto; senza l’infortunio di Ghoulam in verità è plausibile pensare che il Pipita occuperebbe una posizione ancora più bassa in questa particolare classifica.

Questa concentrazione di forze, orientata all’obiettivo unico, fu chiaramente impostata in estate e non dipende solamente dalla certificata idiosincrasia di Sarri per il turnover: il famoso patto scudetto di Di Maro, stipulato da un gruppo con molti ipotetici partenti a fine stagione; già a inizio settembre il presidente De Laurentiis a mezzo stampa chiese le riserve per la trasferta ucraina con lo Shakhtar e venne accontentato dall’allenatore che schierò titolari Diawara, Zielinsky e Milik in quella partita che si rivelerà poi decisiva per la successiva eliminazione; lo stesso tecnico napoletano ha spesso giustificato il rendimento deficitario in Europa ammettendo candidamente che i calciatori (e i tifosi) avevano scelto.

 

In quest’ottica ieri Allegri in conferenza ha voluto togliere la maschera agli avversari dichiarando “in Coppa Italia non hanno pressione, in Champions League non hanno pressione, in Europa League non hanno pressione, non hanno pressione da nessuna parte, e allora è giusto che vinca la Juventus”.

Un messaggio questo, oltre che all’ambiente napoletano, destinato ai media tutti, che da inizio stagione accompagnano la cavalcata dei partenopei con la malcelata speranza che possano mettere fine alla epopea della Vecchia Signora; Sky, Mediaset, Rai, giornali generalisti e sportivi, tranne rare eccezioni, hanno disposto allo scopo le loro prime firme e dato voce a presidenti, allenatori, giocatori, ex giocatori, ex allenatori, politici, cantanti, ballerine, nani di Cesena e cervi emigrati in Portogallo che hanno ripetuto per un anno la filastrocca “Spero che il Napoli vinca lo scudetto”.

In questo contesto si inserisce il provvedimento di apertura del settore ospiti da parte del Prefetto di Torino che, detto solo per dovere di cronaca, è originario della Campania e quindi culturalmente un ottimista; disposizione d’animo positiva che hanno, da questa settimana, anche gli amministratori delegati delle aziende fornitrici dei suppellettili dell’Allianz Stadium.

Sarà importante in ogni caso che stasera ci sia una bolgia come poche volte si è vista quest’anno; che i tifosi, come chiesto ancora dal mister ieri e da Buffon di recente, spingano i ragazzi e li supportino sia nei momenti di entusiasmo sia in quelli di difficoltà dall’inizio, fino alla fine.

 

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