Ritorniamo in Serie A con la possibilità di dimenticare parzialmente le due partite precedenti della Juventus: il pareggio col Sassuolo e la sconfitta dolorosa contro l’Olympiacos, che complica tantissimo il girone in Champions League. La squadra di Allegri si trova in casa il Palermo di Iachini e rispetto alla partita precedente ritorna Llorente a fare coppia con Tevez, Pirlo continua a giocare dall’inizio nel tentativo di riportarlo in condizioni ottimali, Pogba riposa e a destra gioca Pereyra; Romulo è rientrato da troppo poco e Lichtsteiner ha giocato sempre fino a questo momento, quindi giusto farlo riposare.
L’incontro ha inizio e la Juventus sembra riuscire a imporre il proprio gioco fin da subito: arrivano relativamente subito due occasioni di testa per Llorente, prima da un cross di Pereyra, ma il tentativo è deviato dalla difesa palermitana, poi da un cross di Vidal, ma è bravo Sorrentino a farsi trovare pronto. Poco prima si era reso pericoloso Marchisio con un esterno destro di poco alto sulla traversa. Interessante notare come pochi minuti dopo il calcio d’inizio Allegri inverte le posizioni di Vidal e Marchisio, rispetto a quelle che occupano abitualmente. Pereyra a destra è più offensivo, dunque l’allenatore juventino ritiene opportuno spostare dalla sua parte Marchisio che tatticamente è molto ordinato e può dargli una mano. Un’altra mossa simile arriva pochi minuti dopo in difesa: Bonucci dal centro viene spostato al centrodestra dove era posizionato Ogbonna e lo stesso Ogbonna prende il posto di Bonucci. Il perché è semplice: i due centrali difensivi laterali bianconeri hanno spazio per giocare e impostare e mentre a sinistra Chiellini con il suo piede mancino riesce a giocare il pallone con relativa facilità e velocità, a destra Ogbonna essendo anch’egli un mancino viene messo in difficoltà essendo costretto a usare prettamente il piede destro.
La partita assume ritmi abbastanza lenti, i bianconeri commettono qualche errore di troppo e dietro il Palermo è pressoché perfetto, fino a quando al minuto 32 un disimpegno errato dei calciatori rosanero non permette a Pereyra di recuperare il pallone a centrocampo e servire Carlos Tevez, che si avvia a tutta velocità verso l’area avversaria, temporeggia bene e invece di tirare scarica su Vidal che era arrivato a rimorchio (proprio dalla sinistra), conclusione del cileno da posizione leggermente defilata di sinistro e Juventus in vantaggio. Ora i calciatori di Allegri sembrano più reattivi e alzano anche il ritmo del gioco creando qualche presupposto pericoloso che però non trova sbocchi. Finisce così il primo tempo, con la sensazione però che la Juventus debba prendere esempio dagli ultimi 15 minuti e debba velocizzare la manovra per riuscire a chiudere la partita.
I secondi 45 minuti si avviano dando l’impressione che la squadra bianconera si sia resa conto che i ritmi lenti del primo tempo non aiutavano molto e infatti la manovra della squadra in maglia blu risulta più fluida, anche se, grazie al goal di vantaggio, non c’è bisogno di forzare. Arriva però il minuto 64, la Juventus ha un calcio d’angolo a favore, batte Pirlo (anche oggi non particolarmente bene) e la palla giunge sulla testa di Llorente che è bravissimo ad angolare: 2 a 0 e Palermo sottomesso. Sul goal forse c’è un fuorigioco di Tevez che si avventa per deviare proprio il tentativo di Llorente, non riuscendoci. Subito dopo il raddoppio Allegri decide di far entrare Pogba per Pirlo: ancora una volta Andrea non riesce a essere preciso per tutta la partita, da un suo pallone perso per esempio Marchisio è costretto a prendersi un cartellino giallo per mettere una pezza. L’impressione è quella di un calciatore che ancora deve trovare la quadratura; quadratura che invece Marchisio sta trovando costantemente. Un Pirlo in forma merita e deve giocare, ma un Pirlo fuori forma – come quello visto nelle ultime tre apparizioni – a volte può essere addirittura dannoso e con questo Marchisio è un delitto. Aldilà di tutto la forma la recuperi soltanto giocando ed è giusto che Andrea continui a giocare, ma forse mercoledì la panchina era la cosa più giusta. In precedenza era uscito Pereyra, che accusava un fastidio derivante da una botta ricevuta in allenamento, ed entra Lichtsteiner. Dal secondo goal la partita diventa più facile per la Juventus, che riesce a essere ancora pericolosa e va vicina anche alla terza marcatura; indicativo il palo di Giovinco dopo essere entrato al posto di Tevez con un bel tiro di sinistro dalla distanza.
Finisce il match, la Juventus torna alla vittoria e allunga nuovamente sulla seconda in classifica. La squadra ha giocato bene ma non benissimo, soprattutto nel primo tempo, dove la lentezza nel costruire l’azione permetteva agli avversari di organizzarsi bene. Pereyra a destra non ha fatto il Pereyra, ed è proprio quello che deve evitare di fare, perché se non fa valere la sua qualità superiore, ma si limita a correre sulla fascia, Lichtsteiner rimane imprendibile. Una soluzione del genere può avere importanza in partite complicate, dove un piede e un dribbling migliori dell’argentino rispetto allo svizzero possono risultare importanti, a discapito di una interpretazione del ruolo magari non ai livelli del trenino che sempre arrabbiato con l’arbitro sta. Mister Allegri si è dimostrato flessibile e intelligente, leggendo bene le situazioni, cercando di correggere qualcosa nel secondo tempo a livello di intensità e aggiustando le posizioni di Vidal e Marchisio per coprire meglio e aiutare maggiormente Pereyra sulla destra (mentre Vidal segna proprio dalla sinistra) e quelle di Ogbonna e Bonucci permettendo al primo di trovarsi più a proprio agio e al secondo di impostare meglio potendo usare il piede destro. Importante segnalare il ritorno al goal di Llorente, che finalmente può ritrovare fiducia: le sue prestazioni non erano disastrose, ma il goal per un attaccante è sempre vitale. Mercoledì arriva il Genoa e sarà una partita particolarmente difficile e dobbiamo cercare di non complicarla ulteriormente: l’anno scorso proprio il Genoa ci fece fare una delle peggiori prestazioni in stagione, anche se tutti ricordano chi e come lo aveva risolto quel match. Ci vorrà tanta pazienza, un ritmo maggiore e concentrazione al massimo.