E pareggio fu.
Per giorni gli amanti dei numeri e non solo non hanno fatto altro che ripetere la particolare statistica che recitava zero alla voce “pareggi” tra Juve e Real Madrid. Quindici volte le due squadre si sono affrontate e per quindici volte una delle due è uscita battuta. Per qualcuno è solo un numero e d’altra parte, come dargli torto. A me, che mi diverto ad avere una visione un po’ da romanzo in queste cose, piace pensare che una giustizia divina del calcio avesse deciso che quando due squadre di queste blasone internazionale si fossero scontrate, una delle due avrebbe dovuto in un modo o nell’altro forzatamente prevalere sull’altra. Ieri sono stato smentito, ma voglio fare finta che si tratti solo di una battaglia rimandata.
Numeri a parte, nei prepartita di Juve – Real, quando la mente va indietro nel tempo per ripercorrere i trascorsi storici, il mio pensiero e, credo, quello di qualsiasi altri juventino, va sempre a quella magnifica partita del 2003. “La partita perfetta” come è stata poi definita, e anche qui, chiunque sia stato il primo a ribattezzarla così, come dargli torto. Una grandiosa rimonta firmata dal trio Trezeguet – Del Piero – Nedved che suscita mille emozioni ancora oggi e che, credo, lo farà ancora per molto tempo. Nel frattempo però, sembra strano dirlo, sono passati ben dieci anni e quello di ieri era un Juve – Real Madrid completamente diverso.
Non mi soffermerò molto sugli aspetti del campo come mia abitudine. Dico solo che la Juve mi è piaciuta, prima parte del secondo tempo a parte. Non c’è stata una differenza da quasi 200 milioni di euro, (parliamo solo di Ronaldo e Bale eh!) anche se è indubbio che quei due lì davanti possono essere devastanti e incontenibili anche quando la squadra non gira. Forse avremmo potuto sfruttare qualche occasione in più, pur ricordandoci che di fronte c’era il sig. Casillas, non certo l’ultimo arrivato. Uno che per tanto tempo è sempre stato lì a giocarsela con Buffon per la palma di miglior portiere dell’anno. Come dicevo però i ragazzi nel complesso mi sono piaciuti. Noi tifosi vogliamo spesso tutto e subito e ci dimentichiamo da dove arriviamo. Attenzione, non voglio fare l’imitazione del mister o più semplicemente il noioso, ma il processo di crescita in Champions non è roba da due giorni. Il Real è squadra che da sempre calca questi palcoscenici e con uomini che sanno alla perfezione cosa vuol dire giocare questi match. Prendiamo Ronaldo: possiamo dirgli tutto quello che ci passa per la testa, chiamarlo Il Piscina o come vi pare, ma in quanti rimarrebbero totalmente indifferenti di fronte a uno stadio intero che ti fischia e ti insulta quando tocchi palla? Uno stadio come il nostro, come lo Juventus Stadium, una bolgia infernale in queste occasioni. Diamo tempo anche ai nostri che, nel frattempo, si sono comportati alla grande.
Il regalino nel frattempo ce l’ha fatto il Copenaghen. Ammetto di essere stato uno di quelli che pensava alla reale possibilità che il Galatasaray non sarebbe riuscito a far punteggio pieno in Danimarca, ma non immaginavo che avrebbe addirittura perso. La vittoria dei danesi ci spedisce dritto verso la qualificazione nel girone. Sì, lo sto dicendo apertamente, a rischio di scatenare le ire di scaramantici e superstiziosi. Ma il dato di fatto è davanti agli occhi. L’anno scorso la Juve si trovò alla quarta giornata con 3 punti in più ma con l’obbligo di andare a vincere le restanti due partite (e non giocavamo certo contro nessuno). Quest’anno siamo ultimi con appena 3 punti, ma la qualificazione è sicuramente più facile e assolutamente alla nostra portata. Infatti:
- Avremmo la certezza della qualificazione matematica vincendo entrambe le due prossime partite. Non è roba da poco, vuol dire che il nostro destino è nelle nostre mani.
- Avremmo la certezza della qualificazione matematica vincendo in casa col Copenaghen e pareggiando col Galatasaray, ammesso che i turchi non riescano a battere il Real in Spagna; Real che non è ancora qualificato.
- Paradossalmente anche pareggiando la prossima, “basterebbe” vincere col Galatasaray nel caso in cui il Real non perda nessuna delle due ultime partite.
Sono sincero, sarò erroneamente fiducioso ma non vedo come non si possa superare questo turno. E’ chiaro, se poi non dovessimo fare nemmeno 4 punti nelle ultime due partite sarà più che giusto andare fuori, anzi, sacrosanto. Sarà giusto andare immediatamente in Europa League o magari nemmeno quella.
Già, nemmeno quella. Quella che porta tanti alla battutina “sarebbe meglio puntare all’Europa League con la finale a Torino e festeggiare in casa”. Già, festeggiare in casa è sempre una grandissima emozione che difficilmente si ripresenta, perché devi azzeccare l’annata proprio nell’anno in cui la finale si gioca nel tuo stadio. Io però,a essere sincero non voglio nemmeno lontanamente pensarci. Perché voglio assolutamente superare questo girone. E come dice Conte, se lo superiamo, non voglio pormi nessunissimo limite.