Per una legge non scritta del calcio, gli ex risultano spesso decisivi (non ultimo il gol di Higuaín a Napoli) e quando ce ne sono tre in campo come ieri sera (Szczesny, Benatia e Pjanic) le probabilità che uno di loro possa lasciare l’impronta sul match crescono vertiginosamente. Immaginare però che tutti e tre entrassero in tutti gli episodi chiave del match era un thriller che nemmeno Hitchcock avrebbe potuto ideare.
Benatia ha sbloccato il match con un gol che solo per Graziano Cesari (a cui comunque auguriamo un sereno Natale) può essere definito irregolare ed è stato praticamente perfetto fino al minuto 94’. In quel preciso istante con un grossolano errore di disimpegno in collaborazione con Chiellini, manda Schick tutto solo davanti a Szczesny che riesce a salvare porta e risultato. Non credo che il Ceco possa essere definito un ex, visto che la maglia della Juve non l’ha mai indossata, eccezione fatta per quella con cui ha sostenuto le visite mediche per cui è stato definito non idoneo a giocare con la Juve. E chissà come si sarebbero sbizzarriti nelle varie testate sportive a parlare di “Juve beffata da Schick” “Juve ti ha punito proprio lui” o altri riferimenti al mancato acquisto da parte di Marotta nell’ultima estate. A completare il cerchio manca solo Pjanic: il bosniaco è stato protagonista di una gara sontuosa. Sempre nel vivo del gioco, sempre pronto a pulire palloni vacanti, a gestirli con intelligenza e acume tattico fuori dal comune, come nell’occasione della traversa che coglie al 90’. Porta avanti palla per 60 metri con Higuaín e Mandzukic ai lati che potrebbe lanciare in porta. I due attaccanti sono però chiusi e quindi invece di rischiare di perdere il pallone, Pjanic fa partire un destro potentissimo dal limite dell’area che viene smorzato da Allison sulla traversa.
Detta così, sembra una partita decisa dagli episodi e dalla sorte, in realtà gli episodi stessi sono stati il frutto di una partita che ha seguito una cronistoria ben precisa. Nei primi 65 minuti i ragazzi di Allegri hanno proseguito sulla falsariga delle ultime partite. Benatia e Chiellini hanno costantemente stoppato Dzeko, detto di Pjanic sempre pronto a ricamare giocate preziosissime, Matuidi e Khedira si sono dannati nel supportare entrambe le fasi. Insomma, difesa stretta e squadra pronta a ripartire sfruttando la profondità e un Higuaín che lontano dalla porta non da punti di riferimento a Manolas e Fazio, evitando così di finire sbranato dalla coppia di centrali avversaria (com’era al contrario avvenuto con l’Inter). In questo modo la Roma è costretta a capitolare e il vantaggio della Juve appare più che legittimo. L’unico problema sono le troppe azioni sprecate che fanno sì che la partita rimanga in bilico: Gonzalone potrebbe per due volte chiudere la partita ma la spara in curva in entrambe le occasioni. Nel primo tempo invece, era stato bravo a procurarsi un rigore su un’indecisione di Allison: questa volta per Cesari il rigore è netto, ma a non pensarla così sono stati sia Tagliavento che chi si trovava di fronte al Var. E proprio nel momento in cui i ragazzi producono il massimo sforzo la Roma si rifà sotto e negli ultimi 20 minuti cinge d’assedio la Juve nei suoi 25 metri, sfiorando il pareggio in più di un’occasione. Una traversa di Florenzi, il miracolo di Szczesny nel finale, qualche conclusione ribattuta e alla fine i 3 punti sono nostri.
La mia sensazione è che tra la partita col Bologna e quella col Genoa, la squadra abbia raggiunto il picco di forma. Negli ultimi 20 minuti la squadra è apparsa un po’ “cottarella”, incapace di tenere il bacino alto per più di un minuto. Non c’è nulla di allarmante, ma la tensione nelle prossime partite va mantenuta alta: prima della sosta, all’orizzonte, ci sono le trasferte di Verona e Cagliari dove è fondamentale non commettere errori. In mezzo il derby per andare avanti in Coppa. Siamo sì nel periodo natalizio, ma noi di regali proprio non dovremo farne.