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Juventus-Roma: quanta bellissima diversità

“La sfida scudetto”, “La grande classica del nostro calcio”. Sono queste le definizioni associate con più ricorrenza allo Juventus-Roma di sabato sera dai media generalisti. Scontato dire che la sfida dello Stadium arriva a ben 21 giornate dal termine del campionato, e che quindi tutto potrà succedere al netto della sfida di Torino. Meno banale sembra in Italia rimarcare la differente storia delle due società. La Roma da un lato, che ha provato negli ultimi 35 anni ad affacciarsi a fasi alterne nel salotto buono del calcio italiano. La Juve dall’altro, che quel salotto lo conosceva già da inizio secolo e che ha continuato a frequentarlo, vincendo anche in Europa e nel mondo tutto quello che c’era da vincere. L’unico ulteriore tentativo di accomunare la storia dei due club è data dai vari “go’ de Turone” o “ rimessa d’Aldair”, tutta roba di cui facciamo volentieri a meno e che in realtà ha contribuito a differenziare ancora di più Juve e Roma.
E di quanto sia differente giocare a Torino e non a Roma se n’è accorto pure Miralem Pjanić. All’ombra del cupolone un assist a liberare Totti o una punizione magistrale bastavano a proclamarlo come migliore centrocampista del mondo. Sotto la Mole invece, è finito spesso nell’occhio del ciclone in questi primi mesi, nonostante i 6 gol complessivi tra campionato e Champions. Non basta limitarsi a pochi spunti, critica e tifo bianconeri sono esigenti, è necessario abbinare qualità e continuità di rendimento, offrendo sempre ottime prestazioni. Può sembrare un’esagerazione, ma “forse” il segreto della differenza tra la Juve e il resto del cucuzzaro italiano (Roma compresa) è anche qui.
Detto ciò, di sicuro si affronteranno le due squadre migliori del campionato non solo perché di fronte si troveranno la prima e la seconda, ma anche per la qualità degli organici: difficile trovare in Italia gente migliore di Barzagli, Dybala, Higuaín, o Manolas, Dzeko e Nainggolan. E la storia recente, recentissima, della Serie A lo dimostra. Negli ultimi tre anni la Juve ha ottenuti altrettanti primi posti, mentre la Roma è arrivata due volte seconda, e lo sarebbe probabilmente arrivata anche l’anno scorso se Higuaín non avesse segnato 36 gol in una sola stagione.
Entrambe le squadre arrivano a questa sfida nel loro momento migliore, riuscendo a mostrare negli ultimi match dei miglioramenti proprio dove ben evidenti sembravano i difetti. La Roma aveva cominciato la stagione ripetendo errori che troppo spesso in passato le erano stati fatali, come l’eccessiva voglia di specchiarsi che le impediva di portare a casa partite fondamentali per la corsa scudetto: leggasi pareggi a Cagliari, subìto in rimonta dopo l’iniziale 2-0 e a Empoli per 0-0, con una quantità industriale di palloni gettati tra le mani dell’ex Skorupski. Nelle ultime tre partite invece sembra aver invertito il trend: finalmente vittorie “sporche” arrivate dopo prestazioni non esaltanti come il 3-2 casalingo col Pescara, la vittoria nel derby grazie all’errore di Wallace e la vittoria casalinga col Milan arrivata dopo aver subìto i rossoneri per lunghi tratti del match. Al contrario, ai ragazzi di Allegri è stato imputato spesso di vincere e non convincere. Dopo il capitombolo di Marassi sono arrivate due vittorie contro Atalanta e Torino, alla fine di altrettante prestazioni caratterizzate da un ritmo più alto e da una qualità complessiva del gioco ben al di sopra delle precedenti uscite.
Il copione pre-vigilia è ben noto, con la Juve campione d’Italia e capolista, pronta ad accogliere tra le proprie mura una Roma speranzosa di poter espugnare il fortino dello Stadium, per poter dare un concreto segnale al campionato e spezzare un’egemonia che dura da 5 anni. La speranza, nemmeno a dirlo, è di continuare a rendere la storia di questo campionato noiosa tanto quanto, se non di più, quella dei precedenti.

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