La settimana della Juve si chiude in anticipo, nuovamente di venerdì per avere più tempo per dedicarsi alla delicata trasferta di Champions League in terra bavarese. Se l’ultimo venerdì aveva segnato uno “stop” (fisiologico) sulla marcia perfetta della Juve che aveva inanellato fino a quel momento quindici vittorie consecutive, questa serata chiude un cerchio importante nella storia bianconera. Diciannove partite disputate, dove la Juve non solo è rimasta imbattuta, ma ha portato a casa diciotto vittorie e un pareggio mantenendo inviolata la porta di Buffon da dieci gare, per tutto il girone di ritorno. Per il terzo anno consecutivo la squadra torinese ha battuto tutte le avversarie della serie A, con i neroverdi che erano rimasti gli ultimi “superstiti”.
Dal Sassuolo al Sassuolo insomma: una punizione di Sansone aveva affondato il coltello in una Juve non ancora compatta, non ancora quadrata, che stava cercando le certezze in un campionato iniziato malissimo e proseguito con diversi stenti. Le parole di Buffon ai microfoni dopo quella trasferta bagnata, avevano fatto capire senza mezzi termini che l’obiettivo era di scalare una posizione alla volta per risalire la classifica e riportare la squadra di Allegri nella posizione che merita, per il nome, per i colori, per la storia. Ora la Juve è lì oramai da diverse partite, con un discreto vantaggio sul Napoli e con la consapevolezza di aver trovato la giusta quadratura e compattezza per poter far male a chiunque.
La partita ha visto le due squadre scendere in campo con i moduli che sono il rispettivo punto di forza e i due allenatori hanno preparato tatticamente molto bene la sfida. Gli uomini di Di Francesco, orfani di Defrel e Berardi, hanno confermato il 4-3-3 improntato sul pressing al portatore di palla bianconero e votato alle ripartenze veloci con Sansone e Politano alti sugli esterni. Allegri ha confermato il 3-5-2 tenendo a riposo Pogba, preferendogli Asamoah. L’attenta disciplina tattica, tipica delle squadre italiane, ha reso la partita nel complesso più guardinga che frizzante, con i bianconeri che hanno provato sin dall’inizio a trovare la via del gol con un bel tiro al volo di Dybala, a coronamento di un’azione fantastica, ma hanno poi sbattuto contro la difesa organizzata degli emiliani. Un bel colpo di testa di Alex Sandro, forse il migliore in campo, ha spaventato Consigli dopo uno schema da calcio piazzato prima che il gioiello argentino mettesse nuovamente la sua firma, siglando l’ennesimo gol decisivo della stagione. Dopo una galoppata straripante di Cuadrado, il colombiano serve Dybala poco fuori dall’area di rigore con l’argentino che lascia partire un tiro a girare che bacia l’interno del palo e si insacca in rete. Una parabola “alla Del Piero” verrebbe da dire per la bellezza e la balistica, ma quello realizzato dalla Joya è un gol davvero difficile: calciare la palla quasi senza un minimo di rincorsa rende solitamente il tiro prevedibile per i portieri perchè l’inclinazione del busto aiuta a far capire agli estremi difensori l’intenzione di colui che si appresta a tirare. Il tiro di Dybala però è talmente preciso che il colpo di reni di Consigli non è sufficiente per toccare la palla che si insacca come descritto sopra. Un gol con difficoltà “doppio più”, come si dice in ambito pallavolistico.
La ripresa è stata nella maggior parte del tempo con il pallino del gioco in mano agli ospiti ma le occasioni per la Juve per chiudere la gara non sono mancate. Khedira-Cuadrado hanno avuto in mischia l’occasione per raddoppiare, poi lo stesso colombiano ha servito a Pogba una palla troppo leziosa per poter battere l’estremo difensore emiliano. Infine, una “discesa” a testa bassa di Morata si è conclusa con un tiro da posizione troppo defilata per avere la meglio su Consigli, ben posizionato sul suo palo.
Nel complesso si è vista una buona Juve, con buona pace di Sacchi e della sua settimana “strumentalizzata” anche se nella ripresa l’atteggiamento è stato un po’ troppo remissivo con il Sassuolo che aveva troppo campo e troppa libertà per costruire la propria manovra.
Ora testa alla delicatissima sfida di Champions League in Germania, che a prescindere da come andrà, segnerà sicuramente in modo importante il proseguo della stagione. Un plauso va al nostro capitano che è rimasto nuovamente imbattuto e ora è ad un passo dall’entrare nella storia del nostro calcio, in attesa di un altro record, più bello e importante, che potrebbe arrivare più avanti.
Fino alla fine…e anche oltre!
Forza Juve!