Nessuno sia tratto in inganno dalla classifica. Juventus-Sassuolo è uno scontro al vertice, oserei dire una “classica”, ancorché di recente acquisizione, del calcio nostrano, un inno a due società che fanno della competenza e della programmazione la base su cui costruire presente e futuro. La squadra emiliana si trova in mezzo al gruppone, al netto del ricorso in atto per la nota vicenda che ha coinvolto il passaggio di Ragusa dal Cesena e che è costata la sconfitta a tavolino nella gara col Pescara, vinta sul campo. La sostanza tecnica e atletica dei neroverdi parla di una squadra da vertice, proiettata verso traguardi che erano impensabili fino a 5 anni fa. La favola del Sassuolo entra di diritto in quelle storie che possono fare solo che bene a un mondo spesso paludato e arroccato su luoghi comuni e presunzioni derivate da posizioni date per acquisite. Non è il nome che fa il risultato, ma la ferocia nel conseguire obiettivi e conquiste.
Cade dunque a proposito la sfida allo Stadium, al cospetto di una capolista Juventus che è intenzionata a fare le prove generali per il debutto in Champions League di mercoledì prossimo. La squadra sta bene e Allegri ha potuto approfittare della sosta per curare i dettagli e affinare la preparazione fisica. Si parte per un lungo periodo di impegni a distanza ravvicinata e prolungati fino ai primi di ottobre, compresi alcuni turni infrasettimanali. Full immersion dunque attingendo a piene mani all’incredibile gruppo messo a disposizione del mister.
Di Francesco, allenatore emergente e destinato a panchine ben più prestigiose, non può contare sullo spauracchio Berardi, oggetto del desiderio juventino e sfuggente come una donna troppo a lungo corteggiata, e su Defrel ancora convalescente. Non sarà della sfida neppure Sensi, altro osservato speciale della dirigenza bianconera e di cui si dice un gran bene. Dal canto suo, Allegri coglie l’occasione di schierare una Juventus d’attacco e con i gioielli di famiglia ben in vista. È finalmente la volta di Pjanic e di Higuain dal primo minuto, la conferma di Benatia e l’utilizzo di Lichtsteiner in chiave turn over.
Il Sassuolo si schiera con Consigli tra i pali; Gazzola, Cannavaro, Acerbi e Peluso nella linea di difesa; Missiroli, Magnanelli e Duncan (ben tornato!) in mezzo al campo; Politano e Ragusa a sostegno di Matri (toh, chi si rivede) di punta; secondo il modulo del 4 – 3 – 3 tanto caro a Di Francesco.
La Juventus, nel suo stadio fresco di compleanno, autentico fortino dentro il quale fare la differenza rispetto a tutta la concorrenza, si presenta con Buffon in porta; Benatia (riposa Barzagli), Bonucci, Chiellini a tre; Lichtsteiner e Alex Sandro sulle fasce; Khedira e Asamoah vertici del triangolo di centrocampo insieme a Pjanic ; Dybala e Higuain di punta, secondo un modulo 3 – 5 – 2, marchio di fabbrica, che potrebbe evolvere al 1 – 1 in attacco e in un 3 – 4 – 1 – 2 con Pjanic nella posizione di trequartista.
Un dato è certo: a Torino non mancherà lo spettacolo, poiché non è nel DNA dei neroverdi emiliani erigere barricate e chiudersi in difesa, caratteristica della maggior parte delle squadre in trasferta allo Stadium. Appuntamento alle ore 18,00 di un sabato di prolungata estate. Arbitra il signor Di Bello, giovane fischietto promettente e al secondo anno di serie A.