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Alla ricerca della consapevolezza perduta

Dopo l’ennesimo stop in campionato una Juventus che sembra perseguitata dalla famigerata nuvoletta del Rag. Fantozzi Ugo si appresta a debuttare tra le mura domestiche in Champions League. Proprio l’Europa potrebbe consentire agli uomini di Allegri di riacquistare quella consapevolezza di sé, quella fiducia nei propri mezzi che in campionato sembra smarrita, o almeno è quello che tutti i tifosi auspicano. Il pareggio casalingo contro il Frosinone e la sconfitta di Napoli consegnano al campo una squadra in piena crisi di identità e di risultati: Allegri non sembra aver trovato la quadra tattica, vista l’alternanza di moduli e formazioni proposti fino ad ora, a causa dei noti problemi di assemblaggio accentuati da numerosissimi guai fisici che hanno investito la rosa.

Come uscire da questo lunghissimo tunnel? Come fare a riannodare quella trama che consentì alla Juventus, non più tardi di tre mesi fa, di arrivare a pochi passi dal vincere tutto? La risposta sta, forse, nella testa dei giocatori. Il gruppo psicologicamente solido ereditato da Conte sembra appartenere ad un lontano passato, ed è proprio qui che Allegri dovrà dare un giro di vite e riuscire ad “entrare” maggiormente nelle dinamiche dello spogliatoio. Emblematico è il caso Caceres il quale, a due giorni da una partita importantissima, in cui avrebbe giocato titolare al 99% visto quanto accaduto a Lichtsteiner (buona fortuna, Stephan!), ha ben pensato di andare a schiantarsi per la seconda volta in pochi mesi con la propria fuoriserie, finendo giustamente fuori rosa (oltre che fuori strada).

Alle sbavature fuori dal campo, ivi compresi i presunti gossip riguardanti le alte sfere della società, si aggiunge però una fragilità tecnico-tattica alla quale non eravamo più abituati. Le chiavi del gioco, nella testa di società in primis, e allenatore poi, sarebbero dovute transitare dalle tasche del Maestro Andrea Pirlo al duo composto da Marchisio e Pogba. Venendo a mancare il primo, per infortunio, pare che il secondo stenti (per doti anagrafiche e caratteriali e forse anche tecniche) a caricarsi sulle spalle il peso di una squadra che ha perso la bussola. Paul non sembra avere le geometrie per iniziare l’azione e sente particolarmente l’assenza di Vidal, uno che gli consentiva maggiore libertà tattica e più leggerezza psicologica. In previsione della probabile (poi verificatasi) partenza di Vidal è stato preso Sami Khedira, reduce da importanti problemi fisici che hanno lasciato strascichi anche in questo avvio di stagione. Il tedesco di origini turche è un tassello importantissimo nello scacchiere tattico di Allegri che sembra intenzionato a rischiarlo senza averlo fino ad ora mai potuto utilizzare in partite ufficiali.

Venendo alla partita odierna Allegri é orientato a schierare un 4-3-3 atipico, con Barzagli annunciato nella posizione di terzino destro. Certamente il toscano agirà da terzino marcatore vecchia maniera, limitando le sovrapposizioni e tenendo d’occhio l’esterno sinistro che Emery posizionerà nel tipico 4-2-3-1 del Siviglia, e la squadra si disporrà in fase offensiva più con un 3-4-3, mentre in fase difensiva potremmo vedere il 4-5-1 di Manchester se non un vero e proprio 3-5-2. Allo scontato Buffon si aggiungono Bonucci, Chiellini, Cuadrado, Khedira, uno tra Lemina ed Hernanes, Pogba, Evra, Morata e Dybala. Proprio l’ordine con il quale Allegri ha scandito la formazione (Barzagli-Bonucci-Chiellini / Cuadrado-Khedira-Lemina-Pogba-Evra / Morata-Dybala) fa pensare che il 4-3-3 sbandierato possa essere uno specchietto per le allodole, leggasi pretattica, ma questo lo verificheremo tra poche ore.

In vista di stasera la gara che dovrebbe (condizionale d’obbligo) costituire un punto di riferimento importante è quella contro i Citizens, soprattutto per l’umiltà e lo spirito di sacrificio con la quale è stata affrontata, oltre che per il risultato. Doti che sono mancate spesso quest’anno (Chievo e Napoli su tutte). Al di là del modulo, un 4-5-1/4-3-3 comunque convincente, la Juventus affrontò quella partita con uno spirito di squadra e una compattezza poi mai replicati e dovuti certamente agli stimoli che la qualità dell’avversario offriva. Proprio in questa chiave è lecito attendersi qualcosa di più rispetto alla desolazione dei 5 punti in 6 partite di campionato, di cui 2 in casa contro Udinese, Chievo e Frosinone.

L’occasione per dare una brusca sterzata (in senso positivo, per cui eviterei di mettere alla guida Caceres) è di quelle ghiotte, anche perchè il Siviglia non sta certo attraversando uno dei periodi di maggior smalto: Emery è alle prese con numerosi infortuni, tra cui quello dell’ex Llorente, e gli andalusi forniscono da qualche tempo prestazioni altalenanti. In Champions hanno tuttavia asfaltato il Borussia Monchengladbach con un secco 3-0 ed un’eventuale vittoria sarebbe di importanza vitale poichè varrebbe il primato solitario nel combattutissimo girone D e consentirebbe alla Juventus di presentarsi alla terza giornata con la possibilità di ipotecare il passaggio agli ottavi (superando proprio il Borussia) e concentrarsi sulla rimonta in campionato.

Ma è troppo presto per parlarne, questa squadra deve vivere alla giornata e superare un ostacolo alla volta, per tornare quella che era, per tornare a vincere, per tornare la Juventus.

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