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Juve-Spal 4-1: c’è ancora da lavorare

La vittoria di Udine, arrivata in goleada nonostante l’inferiorità numerica, è stata definita da molti come un possibile spartiacque nell’annata. Eppure il 4-1 inflitto alla Spal non è stato poi così dissimile da altre partite di questo inizio di stagione.

L’attacco in primis, che si conferma non solo il migliore in Italia, ma anche uno dei più prolifici d’Europa. Se i meccanismi cominciano ad affinarsi, possiamo veramente divertirci perché il mazzo a disposizione di Allegri gli offre la possibilità di giocarsi diversi jolly: le progressioni e i cross al bacio di Douglas Costa come in occasione del 4-1, la capacità di concludere a rete di Dybala e Bernardeschi, la bravura di Cuadrado nello spaccare le gare entrando dalla panchina, il fiuto innato del gol di Higuaín. A turno in queste prime giornate abbiamo apprezzato le qualità menzionate, mentre contro la Spal hanno deciso di dare tutti spazio al loro repertorio contemporaneamente. Aver ritrovato i due argentini nel tabellino marcatori potrebbe avere benefici di lungo periodo e non solo. Il tutto considerando l’esclusione forzata di Mandzukic. L’importanza di Pjanic, in secundis. Se un anno fa il Bosniaco si faceva apprezzare soprattutto per le punizioni e poco per le prestazioni offerte, oggi invece è un autentico catalizzatore di gioco. Dal suo ingresso in campo tutta la squadra ne ha giovato, trovando nell’ex Roma un faro per quasi tutte le giocate. Ultimo, ma non meno importante, la capacità di mettere all’angolo l’avversario ogni qualvolta che lo si vuole davvero: i primi 20 minuti sono stati devastanti e hanno dato ancora una volta l’idea di quello che questa squadra può fare, se riesce a liberare tutto il suo potenziale.

Oltre ai vecchi pregi però, sono tornati anche i vecchi vizi. La difesa innanzitutto. 10 gol subìti nelle prime 10 giornate sono un dato su cui riflettere: lontano da Torino inoltre, la porta è stata sempre violata. È vero che un cambio di mentalità è stato richiesto dai tifosi a gran voce in estate, ma l’impressione è che basterebbe davvero molto poco per evitare di prendere gol come quello di Paloschi: un altro evidente errore di un singolo (Lichtsteiner la fa davvero grossa, ma anche Szczesny che dà l’impressione di battezzare fuori il cross di Mattiello non è esente da errori). Il ritorno dall’intervallo continua invece a essere un qualcosa che s’infittisce di mistero. Contro l’Atalanta è arrivato il pari, contro la Lazio la rimonta, contro l’Udinese il momentaneo pari e anche ieri era arrivato il gol del 2-2 annullato fortunatamente per fuorigioco. Al netto del gol annullato però, c’è da considerare come la palla vacante in area venga sempre presa dalla Spal, con i nostri spettatori non paganti. La difesa poco attenta e i disastrosi primi minuti dei secondi tempi, vanno a sommarsi a un altro grande peccato di questa squadra: l’incapacità di rimanere in partita con la testa. Difficile ancora dire se sia un problema di condizione o se possa essere attribuibile a un fisiologico calo di tensione dopo 6 anni a tavoletta, ma uscire completamente dalla partita è forse il difetto maggiore che necessita di essere corretto. Cosa spinge una squadra che domina dal punto di vista tecnico, tattico e fisico per 30 minuti, a subire il ritorno di una neopromossa, tanto da andare vicinissima al pareggio? Se anche il mister, ai microfoni di Premium si è lasciato andare a: “Se ripetiamo questa prestazione sabato, usciamo sconfitti da San Siro”, forse non è solo un’impressione dei tifosi che vogliono vincere sempre, ma una questione seria da affrontare. Soprattutto se si pensa che sabato ci sarà una partita difficile vista la defezione del loro attuale numero 19.

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