Reduce dalla non brillantissima prestazione offerta mercoledì sera contro la Fiorentina, la Juve è pronta a tornare subito in campo tra le mura amiche per affrontare il Torino nell’anticipo delle 20,45.
Derby di alta quota come non succedeva da tempo, considerato il quarto posto occupato dalla formazione di Mihajlović (per la squadra di casa il primo posto è di routine) che nella conferenza della vigilia è ricorso “all’originale” metafora dell’eterna sfida tra padroni e popolo.
Luoghi comuni assolutamente insignificanti, oltreché fuori contesto, se si tiene nel debito conto che trattasi pur sempre di una partita di calcio, non di una lotta di classe.
Allegri, dal canto suo, ha ben altro a cui pensare tra le difficoltà dovute alla rosa non ancora completamente disponibile (Hőwedes si è fermato nuovamente) e lo stato di forma di alcuni suoi uomini non proprio in condizioni eccellenti, primo fra tutti il Pipita apparso oltremodo nervoso nelle ultime uscite.
Per quanto riguarda la formazione, sicuri i rientri dal primo minuto di Buffon e Pjanic e l’uscita dall’11 titolare di Barzagli, potrebbe esserci la sorpresa di Bernardeschi impiegato all’inizio al posto di Cuadrado a cui dare un turno di riposo in vista della gara di Champions in programma mercoledì prossimo.
Come accennato innanzi, la compagine bianconera non attraversa un momento particolarmente sfavillante riguardo la fluidità della manovra in certi frangenti, anche se, aspetto non da poco, ha totalizzato quindici punti su quindici nelle prime cinque giornate di campionato.
Spesso si usa dire “il derby è una partita speciale, una gara a sé”, ma ciò vale essenzialmente per l’altra metà di Torino che vive un intero anno per questo match; per la Juve, come sempre, è solo una partita da vincere, esattamente come tutte le altre.
Meglio se negli ultimi secondi, com’è accaduto di recente.
1 Commento