Il messaggio di Allegri all’intero ambiente, inteso come calciatori, staff, tifosi e media è mirato in modo evidente a stare sul pezzo, perché il margine di errore da martedì si riduce al minimo; darci le stesse, identiche possibilità di passaggio del turno del Tottenham è segnale di un’umiltà che potrebbe, anche giustamente, essere intesa come eccessiva.
Chi di noi si approccia con relativa serenità al doppio confronto si appella soprattutto alla storia recentissima della competizione; dalla vittoria del Chelsea nel 2012, quindi nelle ultime cinque edizioni, il calcio inglese ha prodotto solo due semifinaliste e nella scorsa stagione solo la matricola Leicester è riuscita ad affacciarsi ai quarti di finale.
Tuttavia l’exploit di cinque club agli ottavi è sintomo importante di un rilancio molto probabile; impresa mai riuscita tra l’altro neanche alla Spagna, nelle due scorse annate in cui aveva usufruito dell’ingresso di diritto alla fase a gironi della vincitrice della Europa League.
Finalmente, ma anche no, i poderosi investimenti economici pompati dall’esplosione degli incassi della Premier hanno probabilmente consentito loro di ridurre il gap con le big europee, anche grazie al talento ed esperienza delle attuali guide tecniche, quest’ultime vero tallone d’Achille del calcio d’Oltremanica post Ferguson.
Proprio su questo tasto ha premuto di recente il nostro allenatore, sottolineando come nel gotha continentale stiano tornando proprio le inglesi, con l’intento e le potenzialità di insidiare il dominio dei due mostri spagnoli e per contendere il ruolo di primi rivali all’eterno Bayern, al PSG e alla nobile ritrovata, la Juventus Football Club.
In questo nutrito novero di competitor il nostro avversario riveste senz’altro la parte di outsider anche se Pochettino, alla quarta stagione a Londra, ha saputo migliorare anno dopo anno il piazzamento sia in Inghilterra sia in Europa; credo che lo strepitoso girone in cui ha tenuto dietro il Real Madrid abbia in parte pesato sul rendimento in campionato, dove comunque i londinesi sono attualmente in piena corsa per un posto nella prossima Champions League.
Punto di forza degli Spurs è senz’altro il quartetto offensivo che sarà presumibilmente composto da Son, Erikssen e Alli dietro alla prima punta Kane; rapidi, tecnici e prolifici hanno anche ricambi di esperienza ad alti livelli quali Lamela, l’ex Fernando “grazie-di-tutto-ma-hai-già-dato-a-Siviglia” Llorente e il nuovo acquisto effettuato nel mercato di riparazione Lucas Moura.
Per frenare il loro entusiasmo e la loro incisività in attacco mi aspetto una squadra schierata in linea con la continuità tattica degli ultimi due mesi, sperando che il principino stia bene, ma davvero; quindi centrocampo a tre, nervi saldi e Dybala che potrà rientrare con calma poi e senza forzare.
Ripensando alle due precedenti prove di Allegri con noi in cui giocammo il primo ottavo di finale in casa (contro Borussia Dortmund e Bayern Monaco) sarei sorpreso nel vedere una Juve che vada all’assalto all’arma bianca per larghi tratti del match, e questo per una serie di motivi: innanzitutto per il fattore cui ho accennato sopra, il livello Champions è imparagonabile alla A e gli errori quasi sempre si pagano; in secondo luogo la squadra sta bene ma, stando appunto agli anni passati, non dovrebbe essere ancora al top e questo porta al punto tre; cioè che il concetto espresso dal mister, quello sulle “partite da 180 minuti”, si completa tenendo in considerazione le tre settimane abbondanti di distanza tra un match e l’altro, durante le quali ci si augura che la condizione generale faccia un ulteriore step verso l’alto in vista di Wembley.
Per frenare il nostro di entusiasmo, invece, basterebbe ricordare lo score della Vecchia Signora negli ultimi cinque incontri ad eliminazione diretta disputati con club di Premier League: dalla sconfitta del’99 con il Man Utd in poi, che ci ha negato la quinta finale europea consecutiva, siamo sempre usciti con le ossa rotte da questi doppi confronti, nell’ordine contro Liverpool, Arsenal, Fulham e Chelsea.
Come contraltare la Juventus ha una storia europea enormemente più importante del club del Nord di Londra, e se è vero che passato e tradizione non vanno in campo, nessuno come noi sa che a certi livelli la realtà tende a ripetersi e a diventare un fattore.
Considerando che entrambe le formazioni arrivano a questa partita d’andata nel loro miglior momento di forma stagionale, con Gonzalo Higuain e Harry Kane sugli scudi, e volendo riassumere aritmeticamente tutti gli elementi sopra descritti, mi sento di darci ad oggi un punto percentuale di vantaggio in ottica qualificazione.
Vediamo di farcelo bastare, fino alla fine.
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