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Juve appannata, trofeo TIM al Sassuolo

La prima parte della preparazione estiva della Juventus si è conclusa con la partecipazione al Trofeo TIM vinto, sorprendentemente, dalla neopromossa Sassuolo. Premettiamo che questi tornei estivi spesso non costituiscono un test probante in merito alle reali capacità delle squadre coinvolte, ma ha stupito la brillantezza e la propensione al gioco mostrata dagli uomini di Di Francesco, di fronte a quelle che dovrebbero essere due sicure candidate alla lotta per la conquista dello scudetto 2013-2014 come il Milan e, appunto, la Juve.

Il primo mini-match contro il Milan è terminato sullo 0-0, dopo che Llorente (schierato da subito assieme a Tevez) aveva fallito un’occasione solo davanti ad Abbiati e Storari aveva parato un rigore a Robinho fischiato per fallo di Lichtsteiner su Boateng. I calci di rigore hanno visto prevalere i rossoneri per 7 a 6 con errore decisivo dal dischetto di Padoin. Stesso risultato nel secondo confronto contro il Sassuolo (0-0), ma esito diverso ai penalties dove il terzo portiere Rubinho recita un ruolo da protagonista con ben tre parate, regalando la vittoria alla Juve per 4-3. Nella terza sfida il Sassuolo batte il Milan per due reti a una, in rimonta, con tanto di abbandono del campo da parte del milanista Constant a causa dei (presunti) cori razzisti piovuti dalle tribune dello stadio di Reggio Emilia.

Analizzando l’evento in prospettiva bianconera è emerso come il ritiro di Chatillon abbia sicuramente lasciato il segno nelle gambe dei giocatori, vista la poca brillantezza messa in campo dagli uomini di mister Conte. In generale la squadra ha riproposto il modulo vincente delle ultime due stagioni, quel 3-5-2 che necessita di grande attitudine al sacrificio e alla fatica da parte di tutti nonché del contributo di un vero regista come Pirlo. Venute a mancare queste componenti essenziali la squadra si è espressa come meglio poteva, profondendo sicuramente il massimo impegno ma concedendo poco divertimento alla platea. La palla gira in maniera lenta e macchinosa, con imprecisioni che spesso portano all’intercettazione dei passaggi da parte dei difensori e centrocampisti avversari, mentre la fase di recupero è affannosa. Il pressing non viene portato con i dovuti sincronismi e cattiveria risultando inutile e dispendioso; i due nuovi attaccanti, schierati dall’inizio insieme, sembrano non aver trovato ancora la necessaria intesa, mentre Ogbonna si ritrova spesso a dover fronteggiare gli avversari in pericolosi uno contro uno.

Da questi primi sprazzi di “calcio” sembra che Conte abbia aggiunto alla ricerca del possesso palla degli anni scorsi, anche il lancio centrale per Llorente, con Tevez a ruotargli attorno in cerca della rifinitura del basco. Anche qui l’assenza di Pirlo ha giocato un ruolo importante, ma la punta è sembrata a suo agio (diversamente a quando si è ritrovato di fronte alla porta), mentre l’argentino è chiaramente ancora fuori fase. Asamoah si è rivisto da interno sinistro, suo ruolo naturale, ed Isla è stato riproposto sulla destra giocando con discreta continuità. Per quanto riguarda l’utilizzo degli attaccanti Conte ha deciso di puntare da subito sull’accoppiata dei neo arrivati, relegando a seconde scelte i vari Matri, Vucinic e soprattutto Fabio Quagliarella che con l’arrivo di Giovinco dovrebbe retrocedere ulteriormente nelle gerarchie imposte dall’allenatore Leccese.

Conte, dal canto suo, si è detto soddisfatto dell’assenza di infortuni in questa prima fase, pur ammettendo come la squadra non si sia espressa ai livelli abituali a causa delle gambe pesanti e conseguenti idee appannate. Insomma è veramente troppo presto per esprimere giudizi sulla terza Juve dell’era-Conte, anche in considerazione del fatto che mancavano a questo appuntamento i giocatori impegnati nelle competizioni internazionali (ConfCup e Mondiali Under 20) nonché della possibilità che vengano inseriti ulteriori innesti ed effettuate eventuali cessioni che modificherebbero l’organico e potrebbero portare ulteriori novità.

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