Dopo la prima uscita vittoriosa contro il Chievo, la Juventus torna a giocare in Serie A nel suo Juventus Stadium. Rispetto alla prima partita viene recuperato Llorente, ma viene perso Vidal (si spera per poco) che va a fare compagnia a Chiellini tra gli indisponibili: al suo posto Pereyra. Convocati invece Barzagli e Morata, che lotteranno probabilmente per conquistarsi un posto martedì nella partita di Champions League. Inoltre sulla sinistra Asamoah, rientrato molto tardi dall’impegno in nazionale, viene sostituito da Evra. La Juventus dunque affronta l’Udinese con molte defezioni, ma riesce a resistere e si impone con il risultato di 2-0.
I bianconeri partono anche in questo secondo match molto bene e si fanno sentire subito in pressione davanti; nessuna azione degna di nota però, fino a quando Pereyra al minuto 8 non si inventa un tunnel su un passaggio in profondità per Lichtsteiner, pallone rasoterra in mezzo leggermente deviato, si inserisce Tevez e firma l’1-0. Juventus in vantaggio dall’inizio, proprio come contro il Chievo.
Le somiglianze con la partita precedente non finiscono qui, perché la Juventus non si ferma e anzi continua a spingere tantissimo, alla ricerca del secondo goal. Prima ci prova Tevez con un tiro da fuori non troppo pericoloso, successivamente Pereyra dopo una bella giocata di Llorente che gli fornisce un pallone al limite dell’area di rigore che chiedeva soltanto di essere calciato in porta: alto. Passano i minuti e ci riprova Tevez con un destro da posizione pericolosa, ma ancora una volta il pallone va sopra la traversa. Ci prova anche Lichtsteiner, che dopo un’incursione centrale si trova in zona favorevole per calciare, ma colpisce malissimo e il tentativo svanisce sul fondo. Arriva quindi il momento di Paul Pogba, che prima si trova un gran pallone in area, ma decide di dare solo precisione al tiro e il portiere dell’Udinese è bravo a parare; poi riesce a liberarsi alla conclusione da buona posizione ma calcia centralmente. Così si va al riposo con il risultato di 1-0, con la sensazione però che i goal potevano essere di più.
Inizia il secondo tempo e i bianconeri sembrano avere lo stesso atteggiamento offensivo, ma andando avanti con i minuti, i calciatori di Allegri risultano avere un po’ il freno tirato e l’Udinese prova ad approfittarne, prendendo leggermente campo ma mai riuscendo a essere particolarmente pericolosa, se non al 66′, quando agli uomini di Stramaccioni viene annullato un goal per fuorigioco millimetrico che sembra proprio esserci. Lì la Juventus capisce che è il momento di svegliarsi e pigia nuovamente il piede sull’acceleratore. Al 75′ viene costruita un’azione sulla sinistra, la palla arriva a Tevez che si destreggia bene e riesce a trovare al limite dell’area Marchisio, che sfruttando lo spazio concesso dall’Udinese, troppo schiacciata, controlla e lascia partire un bel tiro e firma il suo 30° goal in Serie A: 2-0 e partita praticamente chiusa.
La Juventus comincia a gestire il possesso e il risultato e Allegri ne approfitta per mettere in campo Coman, che fornisce un altro paio di spunti molto interessanti, al posto di Tevez e Morata per Llorente (autore di una prestazione praticamente perfetta, riuscendo a tenere qualsiasi pallone fornitogli e poi di distribuirlo con grandissima efficacia). Il giovane spagnolo arrivato dal Real Madrid va vicinissimo al goal proprio allo scadere: servito da Padoin (entrato al posto di Pereyra) riesce a girarsi in una porzione di campo ristretta, sua peculiarità, e prova ad angolare di sinistro, ma è bravo l’estremo difensore dell’Udinese. Altra prestazione ottima di Tevez, in dubbio fino all’ultimo, che viene premiato dal suo 20° goal con la maglia della Juventus in Serie A. Da sottolineare anche la buonissima prova all’esordio di Pereyra, che riesce a non far rimpiangere minimamente Vidal, giocando con scioltezza e qualità; qualche problemino nel secondo tempo, ma è comprensibile. Bene anche tutti gli altri, con riferimento particolare ai tre difensori che si sono disimpegnati benissimo e non hanno concesso praticamente nulla. Evra, anch’egli all’esordio, dimostra come il piede da cross o ce l’hai o non ce l’hai, basti chiedere ad Asamoah. Marchisio invece si dimostra completamente a suo agio nel ruolo di vice-Pirlo: distribuisce bene il gioco e in più riesce a contribuire più attivamente alla fase difensiva rispetto al bresciano: memorabile un suo recupero nel primo tempo che stronca una ripartenza pericolosissima della squadra avversaria.
In definitiva la Juventus ripete l’ottima prestazione della prima giornata e dietro si dimostra un bunker, con l’unica reale occasione concessa in due partite capitata fortuitamente sui piedi di Maxi Lopez. La squadra è stata schierata nuovamente con il 3-5-2, con qualche differenza che si comincia a intravedere, soprattutto nella fase di possesso palla, dove i bianconeri sembrano leggermente più sciolti (nello specifico: 57% di possesso palla e passaggi al 90% di precisione, con Marchisio il più sollecitato, 87 passaggi al 92%). L’unico lato negativo da sempre si rivela purtroppo essere il continuare a sprecare occasioni e non riuscire chiudere la partita immediatamente. Qualità fondamentale a livelli più combattuti, come in Champions League, martedì, contro il Malmö, dove la Juventus tutto dovrà fare, tranne che non vincere. Partire bene sarà fondamentale per stare tranquilli e affrontare con più serenità le partite europee successive. Vincere aiuta a vincere!
Fino alla fine…