La presenza allo Stadium dell’Udinese evoca ricordi non proprio esaltanti, se rapportati al risultato conseguito alla prima giornata della scorsa stagione. Tanti punti interrogativi circa l’assetto tattico e il livello tecnico assillavano una Juventus uscita cambiata notevolmente dall’estate successiva a una finale di Champions, persa secondo pronostico, ma giocata alla pari con il Barça. Le partenze di Tevez, Pirlo e Vidal avevano costretto la società a muoversi pesantemente sul mercato, centrando obbiettivi di assoluto valore, dovendo però pagare un prezzo all’assemblaggio di tante novità (Khedira, Lemina, Rugani, Dybala, Mandzukic, ecc.). Sarebbe stata una lunga sofferenza, durata 10 giornate di campionato, a partire dalla gara interna con l’ Udinese di Colantuono.
A Thereau poco importava dei problemi di assetto della Juventus anzi, facendo leva su una difesa incerta, la castigava a poco meno di un quarto d’ora dalla fine. Cosa che di rado si vede allo Stadium. Ecco perchè lo scontro di sabato sera assume anche la parvenza della vendetta, ovviamente in senso sportivo. E questa volta le due squadre si presentano in contingenze ben differenti da quelle dello scorso anno.
I bianconeri friulani sono reduci da un inizio di stagione deludente. La qual cosa ha prodotto l’esonero del tecnico Iachini dopo il rovescio subito dalla Lazio in casa. Chi meglio di un friulano per tentare di portare la squadra in territori meno disseminati di sabbie mobili, avranno pensato a Udine nell’ingaggiare Del Neri. Ben sapendo che l’avventura del Gigi inizia da una trasferta proibitiva, come quella di Torino. Tempo fa valeva la regola dell’estrema pericolosità delle squadre che sostituivano l’allenatore, ma oggi non si è ancora convinti, rispetto alla enorme diversità di valori in campo, che la stessa regola abbia ancora una qualche consistenza.
La Juventus padrona di casa deve fare fronte ad alcuni infortuni (Pjaca e Rugani su tutti) e alle conseguenze degli impegni dei vari titolari con le rispettive nazionali. Una menzione particolarissima per le vicende familiari che terranno lontano dal campo Leonardo Bonucci. Interessante invece la prima convocazione di Kean, un giovanissimo del 2000 che sta giocando nella Primavera, pur avendo l’età degli allievi. Se ne dice un gran bene e Raiola se n’è già accorto. La notizia che fa gioire i tifosi è la convocazione di Claudio Marchisio, dopo un calvario di 6 mesi dal grave infortunio. Si tratterà di un inserimento progressivo, a tappe controllate, ma il solo vedere il suo nome tra i convocati è sinonimo di ritorno alla normalità. La Juventus ha bisogno del Principino.
L’Udinese si presenterà con ogni probabilità con un modulo molto simile all’Albero di Natale (in assenza del Totò più famoso del friuli, ci si consola col modulo!). Da seguire con attenzione il giovane De Paul, un 22enne argentino ex Racing Avellaneda, interessante e promettente giocatore sulla scia della tradizione bianconera di valorizzazione dei giovani. Dunque Karnezis tra i pali; linea difensiva a 4 con Heurtaux, Danilo, Felipe ed Armero; Fofana, Kums e Jankto a centrocampo; De Paul e Thereau a sostegno dell’unica punta Zapata. C’è qualche italiano nell’Udinese? Sì, Scuffet, portiere di riserva, già scottato abbondantemente dagli alti e bassi del tempo.
La Juve non cambia assetto tattico, anche perchè le maggiori defezioni si registrano in difesa e la prudenza consiglia di non azzardare esperimenti. Lo scorso anno insegna. Dunque secondo il collaudatissimo 3 – 5 – 2 Gigi Buffon ritorna in porta allo Stadium, con la maglia bianconera, dopo le disavventure azzurre contro la Spagna; la linea di difesa è composta da Chiellini a sinistra, Barzagli al centro e Benatia a destra; Alex Sandro e Lichtsteiner laterali, con Hernanes in interdizione e Khedira e Pjanic mezze ali; Mandzukic di punta con Dybala a fianco.
Pensierino finale: la formazione dell’Udinese è il classico esempio di come si possa polverizzare l’identità di una squadra di calcio. Davvero difficile distinguere in essa chi è “mercenario” da chi indossa la maglia credendoci. Poi magari si esonerano gli allenatori!
Partita da vincere a tutti i costi per la Juventus, per trarre vantaggio possibilmente dallo scontro tra Napoli e Roma, per affrontare l’insidiosa trasferta di Lione in Champion League con relativa serenità. Lo Stadium darà senza dubbio il suo supporto efficace e temuto.