“Halma, Halma, un s’è vinto nulla”. Parole e musica di Allegri Massimiliano da Livorno. Chè se lo avesse affermato chiunque altro, non avrebbe avuto la stessa autorevolezza. Quanto è vero. Come il travaso di bile che suggerisce a Pochettino le affermazioni più bislacche udite nelle ultime 2000 conferenze stampa. Arriva l’Udinese per la 9a di ritorno e se non si sono buttate alle spalle le eco dell’impresa di Wembley, si rischia di rendere tutto vano. Questa è la dolce e terribile condanna che la Juve si porta appresso dal giorno della panchina di corso Re Umberto: vincere, dimenticare la vittoria e rivincere, obliare e vincere ancora.
Udinese è un vocabolo presente nello sparuto elenco di squadre che hanno violato lo Stadium, basta questo particolare per stare con gli occhi spalancati. Oddo poi si fa capire molto bene dai suoi, senza bisogno di traduzioni, come con Del Neri, bei tempi, quando in 10 si poteva vincere un set 6 a 2. L’ex laziale ha sistemato le cose, piazzando le zebrette in un centro classifica che sa di limbo, ma di un tranquillo che più tranquillo non si può.
La trasferta dei friulani è al massimo del nulla da perdere, mentre sul versante bianconero di nobile lignaggio è l’occasione per proseguire l’inseguimento al Napoli, capolista ormai solo in maniera virtuale, Atalanta permettendo. Si ha la netta sensazione che questo scorcio di campionato sia quello più indiziato a risultare decisivo. Ora che il calendario per la Juventus inizia ad apparire più abbordabile, considerando le 7 partite interne su 12 che attendono i campioni d’Italia. In 8 giorni, Madama ha centrato la finale di Coppa Italia, ha dato una svolta alle sorti italiche con la vittoria di Roma e ha lanciato un segnale forte e chiaro alla concorrenza nella prova di forza londinese.
Eppure gli agguati sono dietro l’angolo, vanno previsti, studiati e disinnescati. Anche se qualche acciacco di troppo esiste, la condizione non è ottimale, mancano pedine fondamentali e le energie psicofisiche di un ottavo di finale tiratissimo non si recuperano in un batter d’occhio.
Allegri ha a disposizione tutta la rosa, tranne Bernardeschi e Cuadrado. Marione ritorna abile e arruolabile e…”domani gioca Szczesny”, mister dixit. Per cui in ossequio al turnover spinto, la Juve scenderà in campo con Wojciech in porta; con De Sciglio, Rugani, Chiellini (ma quante vite ha Chiello?) e Asamoah in linea di difesa; Khedira, Pjanic e Marchisio in mezzo e Dybala, Higuain e Mandzukic davanti. Alex Sandro e Licht sono fermi per squalifica. 4-3-3 insomma con Douglas Costa pronto a entrare, all’occorrenza.
Probabilmente Oddo presenterà Bizzarri tra i pali, quarantenne (allora è un vizio, diciamolo) come Gigi Buffon; Nuytinck, Angella (unico italiano, che vergogna, signor Pozzo!) e Samir a 3 dietro; Widmer e Adnan esterni di fascia, con Barak, Balic e Fofana a centrocampo; Jankto (osservato speciale) a supporto di Perica, in un 3-5-1-1 massimamente difensivo, come altrimenti non potrebbe essere.
Le buone notizie da San Siro non ci interessano, facciamo il nostro, quel Pochettino per essere Allegri. Del resto non ci cale. Ha inizio l’operazione “testa della classifica”, giacchè mercoledi sera prossimo la Juve potrebbe ritrovarsi lassù, pur giocando male, non dando spettacolo, non appagando l’occhio. A proposito, biglietti per il circo da regalare a gufi e detrattori, ne abbiamo?