

Juventus-Verona, l’anno scorso, fu alla quarta giornata e finì 2-1. Una partita molto simile a quella di ieri, decisa dagli episodi. Rigore sbagliato dal Verona che poi passò in vantaggio subito dopo; pareggio di Ramsey con l’aiuto di una deviazione (una volta sarebbe stata catalogata come autorete), vantaggio di Ronaldo su rigore. L’articolo che ne tirai fuori era un concentrato di bastardaggine perché andavo a stuzzicare quei tifosi che bramavano per il bel gioco invece di godere delle vittorie. Infatti io ieri sera ero arrabbiato e deluso dal mancato successo, che con un po’ di fortuna e maggiore precisione poteva tranquillamente arrivare nonostante lo svantaggio e la tardiva sostituzione di Bernardeschi.
Ecco, Federico Bernardeschi.
Fatico a trovare, nella storia recente bianconera, una parabola così inesorabilmente discendente nella carriera di un nostro calciatore. Ricordo le sue prime apparizioni con Allegri, che come sempre dosava con cautela l’inserimento dei nuovi. Nonostante entrasse a partita in corso, le prime presenze del toscano lasciavano pochi dubbi sulla cifra spesa per l’acquisto. Entrava subito in partita con personalità e presentava giocate decisive e significative. Sembrava che la maglia non gli pesasse e che, presto, si sarebbe preso la titolarità.
Salvo rarissime eccezioni (l’ormai storica rimonta con l’Atletico, per dire della più famosa) quella impressione è svanita nel nulla; il giocatore sembra aver subito un qualche trauma che gli impedisce di mostrare il suo talento e lo blocca a tal punto da scomparire dalla gara e, come ieri, uscirne definitivamente con un errore gravissimo che ci costa lo svantaggio. Oltre a quell’assist involontario, inoltre, ha mancato la giocata finale in almeno un altro paio di situazioni in cui poteva segnare. In partite come quella di ieri, contro avversari organizzati e aggressivi, non puoi aspettare di avere 10 possibilità per far male: la seconda occasione è già un regalo.
Mi dispiace davvero dal punto di vista umano ma, allo stesso tempo, questo lato tranquillo e riflessivo del suo carattere potrebbe essere il difetto maggiore di calciatore della Juventus. Come dicono spesso alcuni allenatori, è un bene quando un elemento della squadra perde le staffe durante la partita o per la sostituzione. Sarebbe strano il contrario.
Ecco, Federico Bernardeschi non perde mai le staffe. Purtroppo.
L’ingresso di Kulusevski, poi, ha peggiorato la sensazione e il giudizio sulla gara di Bernardeschi. La Juve sembrava trasformata, tutta la squadra ha giovato della esuberanza fisica e del talento dello svedese, autore del gol del pareggio e volano della supremazia bianconera per tutto il resto della partita. Il Verona non ha praticamente più superato la nostra metà campo.
In uno dei precedenti pezzi avevo facilmente previsto gli errori che Pirlo l’esordiente avrebbe fatto, errori che formeranno il bagaglio di allenatore del bresciano. Uno di questi è l’aver atteso così tanto prima di capire che la presenza/assenza del numero 33 non avrebbe portato cose buone. Se la tabella di marcia prevedeva 70 minuti di riposo per l’ex Parma, la partita suggeriva di aumentargli il minutaggio.
Anche perché l’altro convalescente di serata, Dybala, è chiaramente indietro di condizione. Prima dello splendido tiro stampatosi sulla traversa e infidamente tornato in campo (ah, gli episodi che stravolgono i giudizi!), l’argentino non aveva praticamente mai inciso sulla gara né con passaggi decisivi, men che meno con i suoi classici dribling.
Al di là di tutto, non sono certo io quello che si fascia la testa per il secondo pareggio consecutivo. C’è tutto il tempo per rimediare e, se come penso, l’avversaria per lo scudetto è solo un punto sopra di noi. Tempo che è bene però sfruttare per mettere a posto le cose che non vanno. Se, a mio modesto parere, questa squadra ha un enorme potenziale offensivo con Ronaldo, Morata, Kulusevski, Chiesa e Dybala, è dalla cintola in giù che occorre registrare la fase difensiva.
Poste che le assenze di De Ligt e Alex Sandro si fanno sentire eccome, il centrocampo ha più volte mostrato lacune quando si è trattato di rinculare in difesa dopo aver perso la palla.
Alcuni esempi. Partiamo dalla partita di Crotone:
In 6 portano il dribbling ma lo portano male. L’esterno alto è in ritardo così come Arthur e Bentancur che non coprono praticamente nessuna linea di passaggio pericolosa. Infatti l’azione prosegue con un lancio sul lato debole e questa conseguenza:
Simy è libero di ricevere in tranquillità il pallone e scaricarlo sul laterale sinistro che avrà una prateria avanti a sé.
Anche in un’altra situazione di gioco le linee difensive sono incomplete:
Siamo al secondo minuto di gioco e Danilo è costretto ad avanzare per fare quello che doveva fare Chiesa, in palese ritardo rispetto ai compagni di reparto. In alto a sinistra si vede Frabotta che tiene d’occhio il laterale lasciando molto spazio tra se e Demiral. Spazio in cui si inserirà Simy che giungerà al tiro.
Sono meccanismi che hanno bisogno di tempo, in termini di allenamenti e partite disputate, per essere perfezionati ed evitare situazioni come quella che ha portato, ieri, al pareggio di Favilli.
Vediamo l’azione del Verona nello specifico:
Come detto la colpa maggiore è quella di Bernardeschi che non imprime abbastanza forza al passaggio che viene intercettato da un centrocampista del Verona.
Guardiamo, tuttavia, la disposizione dei nostri: ci sono tutti i presupposti per neutralizzare il contropiede scaligero. Occhio ai due centrali e al terzino del Verona davanti a Cuadrado.
Sia Arthur che Bernardeschi, così come Bonucci, si fanno attrarre dal portatore di palla (Zaccagni) lasciando a Favilli il corridoio centrale in cui viene servito alla perfezione dal compagno:
L’uomo nel circoletto giallo è il terzino di cui sopra che, totalmente libero, fornisce una opzione di passaggio aggiungendo difficoltà ai nostri centrali presi alla sprovvista. Cuadrado è rimasto a centrocampo a imprecare contro il compagno!
Lungi da me voler buttare la croce addosso a Juan che, anzi, è uno di quelli a consumare più energie durante le partite, ma è chiaro che sullo 0-0 di una partita bloccata non puoi permetterti certe pigrizie.
Questo è, forse, uno dei pochi errori della serata fatti dalla squadra in fase di non possesso, ma è un errore che, insieme alla sfortuna e a un VAR particolarmente pignolo (…) ci costano 2 punti ampiamente alla portata sul cammino dello scudetto.