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Juve – Verona 4-0: al giro di boa siamo tutti Allegri

Ci si rituffa in campionato, si affronta ancora il Verona di Mandorlini, che supponiamo abbia pensato troppo alle “cose strane” in questi giorni e si sia concentrato poco nel preparare la partita visti i 10 goal incassati in appena tre giorni. Sì, perché la Juventus non stanca dei 6 goal fatti in Coppa Italia, è più che determinata a vincere e convincere anche in campionato. Allegri sceglie Morata dall’inizio e non Llorente come magari poteva essere prevedibile, Vidal è indisponibile e dunque a fare il trequartista va Roberto Pereyra. Juventus diversa quindi dalla Coppa Italia, più propriamente schierata con un 4-3-3 che in fase di ripiegamento assomigliava molto a un 4-4-2. In difesa i soliti, con ancora Caceres confermato a destra, probabilmente anche per dare un po’ di riposo a Lichtsteiner, sempre costretto a giocare in questi mesi.

Il match ha poco da raccontare, dopo 7 minuti la Juventus è già in vantaggio di ben 2 goal: il primo viene segnato da Paul Pogba, sempre più trascinatore di questa squadra, con un destro potentissimo e angolato dalla distanza sul quale Rafael può fare poco o nulla; neanche 3 minuti dopo a colpire nuovamente è Carlos Tevez che calcia prepotentemente un pallone messo in mezzo da Morata e batte ancora una volta l’estremo difensore veronese. Da notare che anche nel primo caso è stato Morata a fare l’ultimo passaggio, fornendo due spunti che hanno portato ad altrettanti goal bianconeri. Lo spagnolo sembrava in un periodo un po’ anonimo, ma ieri sera si è dimostrato un attaccante molto tecnico e bravo anche spalle alla porta, provando di tanto in tanto qualche guizzo per far male e riuscendo quasi sempre a servire palloni utili ai compagni, nonostante le zone ristrette in cui è obbligato a giocare. Non tutto ovviamente riesce, è matematico, ma lo spirito con il quale va a rincorrere gli avversari è da sottolineare una volta perso il pallone, e non solo, specialmente quando la squadra in un certo momento subisce leggermente l’iniziativa all’interno dell’area di rigore da parte del Verona e chi va a recuperare il pallone è proprio il numero 9 spagnolo. Stesso spirito di sacrificio di Llorente, ma qui parliamo di due calciatori differenti e mentre uno ha già mostrato cosa può e cosa non può fare, l’altro può aumentare ulteriormente la qualità offensiva dei bianconeri diventando in prospettiva un upgrade rispetto al numero 14.

Il primo tempo ha poco altro da raccontare. Un Verona in balia dei bianconeri anche se la Juventus verso la fine decide di abbassare i ritmi e gestire la partita, forse in maniera eccessiva. Sembrava infatti di essere al 95′ minuto e non alla fine di un primo tempo comunque dominato. Tutto bene eccetto questo calo di ritmo conclusivo, come a pensare inconsciamente che per il momento poteva bastare; ovviamente nella ripresa era lecito aspettarsi un altro cambio di passo. Solita partita, Verona molto in difficoltà, qualche errore dei bianconeri, ma la situazione è sotto controllo, fino a quando Chiellini non si inventa una galoppata prepotente e nota Pereyra che si inserisce all’interno dell’area di rigore, lo serve perfettamente e il calciatore argentino firma con un tiro sotto la traversa il suo secondo goal con la Juventus consecutivo. Assist di Chiellini e goal di Pereyra, non ci avremmo mai creduto. Nella speranza che il trequartista juventino possa continuare a segnare con relativa continuità, un altro che segna poco nel frattempo ottiene la doppietta personale, roba sconosciuta per Carlos Tevez deciso a chiudere definitivamente l’incontro quando Marchisio (partita buona, ma qualche errore) riesce ad avvicinarsi al limite e a servire il numero 10 juventino, battendo il portiere facendo passare il pallone sotto le sue gambe.

4-0 e decimo goal in tre giorni contro il Verona di Mandorlini, che magari la finirà di attaccarsi alle “cose strane” e prenderà in considerazione la possibilità di attaccarsi a qualcos’altro di cui non parleremo. I bianconeri così terminano il girone d’andata a +5 sulla seconda in classifica, con la consapevolezza però di aver buttato qualche punticino. Ciò non può far altro che consolidare sempre di più la posizione di forza della Juventus, che, sebbene abbia anche qualche punticino in meno dell’anno scorso (irripetibile), a modo di vedere di chi vi scrive, si è espressa su livelli più alti, con un gioco più bello da vedere, meno alla ricerca dell’episodio e con gli ottavi di finale di Champions League in tasca. Allegri si è dimostrato attento, preciso, non frettoloso e calmo nel cambiare la squadra, aggiungendoci del suo di volta in volta, fino ad arrivare a oggi. L’obiettivo suo sarà quello di far rimanere la squadra su questi livelli, provare a migliorarla (perché si può, visto che tutto è migliorabile) sia con le sue qualità di allenatore, sia con qualche innesto derivante dal mercato; ovviamente poi far crescere al meglio due come Coman e Morata è un obbligo e bisogna continuare sulla strada intrapresa.

Al giro di boa possiamo essere tutti molto soddisfatti e contenti di questo mister, di questa società e di questi calciatori. Il 15 luglio è lontano secoli, quell’uomo ha lasciato un gioiellino, forse sottovalutandone le qualità, e Allegri non ha perso tempo per afferrare quel prezioso oggetto lasciato per strada nel momento più sbagliato (o giusto?) e non vedendo l’ora di lucidarlo ancora di più. Un esempio di ciò è un dato per certi versi straordinario: la Juventus si è trovata sotto nel punteggio in tutto il girone di andata per soli 10 minuti (3 minuti con la Roma, 6 minuti con il Sassuolo e 1 minuto con il Genoa). Complimenti a tutti e adesso non pensiamo alla seconda parte di stagione, pensiamo semplicemente al Chievo.

Fino alla fine…

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