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Juventus-Genoa 4-0: Si può fare!

Prologo – Correva l’anno 2015, 23 Settembre: in una calda serata di fine settembre, giusto in tempo per rovinare al sottoscritto il decimo anniversario di matrimonio che stava per arrivare, allo Juventus Stadium una Juventus arrogante, sprecona e sciagurata si faceva raggiungere all’ultimo secondo dal Frosinone su calcio d’angolo.

Credo sia stato uno dei momenti più bassi degli ultimi anni, all’interno di un periodo dove i nuovi facevano fatica a inserirsi, i vecchi sembravano spaesati e stanchi e l’allenatore sembrava che non sapesse più che pesci prendere.
Gli antijuventini in festa nel vederci nella parte destra della classifica, il chitarrista del mio gruppo (prima antijuventino e poi interista) al settimo cielo al pareggio di Blanchard…sembrava proprio che stessero per tornare quei tempi in cui la Juve dava tante soddisfazioni a quella parte d’Italia che non la sopportava (e non voglio stare a nominare quegli oscuri personaggi che gravavano in orbita Juve in quel periodo, tipo quello che si ispirava ai valori di Facchetti).
Nessuno poteva immaginare, molti di noi in primis, che da quella sera nessuna squadra italiana avrebbe più conquistato nel nostro stadio un solo punto: 33 partite di campionato, 5 di coppa Italia, finite sempre con una vittoria dei nostri ragazzi…in pratica quello che era uno stadio ora è un mattatoio, un tempio dove in quei 95 minuti le squadre avversarie diventano vittime sacrificali da offrire in dono agli Dei del calcio.
Guardate ancora: 23/09/2015, una vita fa, nel mezzo solo vittorie.

2016, 27 Novembre: in quel pomeriggio di un giorno da cani, una Juventus anche stavolta arrogante, supponente e messa in campo alla cazzo di cane, raccattava 3 gol in mezz’ora, mentre nei restanti 65 minuti abbozzava una timida reazione inframezzata dagli infortuni di Bonucci, Dani Alves e dal solitario gol di Pjanić  a pochi minuti dalla fine.
Una giornata talmente storta da far rimettere tutto in discussione; nessuno ci capiva più niente, il gioco scintillante e spettacolare che tutti si aspettavano dopo la sontuosa campagna acquisti estiva non arrivava, i nuovi acquisti non si inserivano, si rimpiangevano gli ex (il famoso e famigerato “centrocampodiBerlino”, da pronunciare con accento fantozziano, come se fosse un film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco), Marotta dimettiti, Allegri sei un incapace, Antonio torna da noi, Elkann tira fuori i soldi, si stava meglio quando si stava peggio, rosso di sera bel tempo si spera.
Deliri, deliri ovunque!
L’unico che manteneva la calma era sempre lui, Max Allegri: sconfitta giusta, troppo rilassamento dopo la vittoria di tre giorni prima a Siviglia (sempre la Spagna di mezzo…), meno male che l’arbitro non ha concesso il rigore per il fallo su Mandžukić perché sennò si poteva riaprire la partita e invece avevamo bisogno di una legnata.
Tutto questo detto con la consapevolezza di aver sbagliato lui per primo, ma anche con la sicurezza delle idee che aveva in mente per la squadra e che i giocatori ancora non avevano recepito fino in fondo, vuoi per gli infortuni, vuoi perché un nuovo modulo e un nuovo approccio alla gara non li si impara nel giro di pochi giorni.
Ecco, in quei giorni noi bestemmiavamo, lui predicava calma e ci diceva che il bello sarebbe arrivato a Marzo…
Da lì è cominciato il mito della Juve di Marzo.

Atto Primo – Juventus Genoa, come eravamo

2017, 23 Aprile: quasi 6 mesi dopo quel pomeriggio infausto, in una tranquilla serata di primavera, le cose tornano al loro posto e io posso commentare tranquillamente l’ennesima vittoria casalinga (per le cifre vedere sopra) della Juve ai danni di quel vago ricordo di squadra che è attualmente il Genoa.
Una squadra che da quel giorno ha inspiegabilmente tirato i remi in barca, sicura ormai della salvezza con 50000 giornate di anticipo ma senza la voglia di cercare di togliersi altre soddisfazioni, per sé e per i propri tifosi.
Dall’altra parte una squadra al top della forma fisica e mentale, capace in due settimane di rifilare 3 gol al Barcellona senza subirne neanche 1 in 190 minuti, qualificandosi per le semifinali di Champions League, con la finale di coppa Italia già conquistata e con 8 punti di vantaggio sulla seconda a 5 giornate dalla fine.
La Juventus ora viaggia sulle ali dell’entusiasmo: l’impresa compiuta contro il Barca, giocando 2 partite da Grande Squadra, sicura di sé e dei propri mezzi come mai era successo negli ultimi anni, sembra quasi che abbia moltiplicato le forze invece di toglierle.
Già, perché dopo essere rientrata giovedì da Barcellona, oggi ha fatto ampio turnover ma in campo volava che era una bellezza: un Dybala in formato spaziale (alcune sue giocate sono pura delizia per gli occhi, nell’azione del gol aveva la grazia di un Nureyev per come riusciva a danzare tra tre giocatori avversari), un Mandžukić trascinatore con tanto di gol bellissimo, il solito grande lavoro dei due di centrocampo (oggi al posto di Pjanić giocava Marchisio), Higuaín stasera più rifinitore che prima punta ed in generale ottima prova delle cosiddette seconde linee (che poi è anche riduttivo definirle tali) che hanno permesso alla squadra di vincere facendo riposare i vari Dani Alves, Alex Sandro, Buffon e Chiellini.
Discorso a parte lo merita Bonucci, autore oltre che della solita ottima prova (scivolone a parte all’inizio), pure di un gol bellissimo.
Dopo una partita come quella di mercoledì scorso: posso dire che non è umano ma bionico? Nel dubbio clonatelo!

Atto secondo – La Juve di Maggio

Mi tornano le tante chiacchiere ascoltate negli ultimi tempi, da parte di molti “esperti” e addetti ai lavori, circa la Champions League e la lotta scudetto: la Champions League toglie forze, la Roma può concentrarsi solo sul campionato, per la Juve sarà difficile gestire tutti questi impegni.
Sì, non sarà facile, la squadra è attesa da un mese di maggio pieno di impegni decisivi, di quelli che non puoi assolutamente sbagliare perché rischierebbero di rovinare il lavoro di un’intera stagione, fin qui decisamente straordinaria.
In campionato mancano 5 partite, ci sono 8 punti (contando che la Roma domani sera vinca contro il Pescara) di vantaggio sulla seconda, in pratica mancano 8 punti per la certezza matematica: siamo vicini al sesto scudetto consecutivo, un traguardo storico che nessuno ha mai centrato, che ci farebbe godere da impazzire e che farebbe viceversa saltare i nervi al resto dell’Italia calcistica.
Ci siamo quasi, ma nel mezzo ci sono alcune trasferte insidiose, Bergamo e Roma, e poi anche il derby, quindi massima concentrazione.
In coppa Italia, finale contro la Lazio, si spera il 17 maggio: partita unica, contro un’ottima squadra che non ha niente da perdere. Sarebbe la nostra dodicesima coppa, la terza di fila, altri commenti mi sembrano superflui.
Infine, Champions League: in semifinale abbiamo pescato il Monaco, ottima squadra ma alla nostra portata: se li battiamo andiamo a Cardiff.
Un bel programmino impegnativo, nevvero?

Epilogo – Fino alla fine

Già, proprio un bel programmino.
Altre volte avrei avuto paura di una serata come quella di stasera: poco fa ricordavamo come la legnata di Genova venisse dopo la vittoria a Siviglia in Champions che ci aveva di fatto consegnato il primo posto nel girone.
Stasera invece no, mi sentivo che la squadra non avrebbe staccato la spina e così è stato.
Sarà un mese impegnativo e ci sarà bisogno veramente di tutti, ma visto il loro impegno, il loro entusiasmo e la voglia di vincere io ho sempre più fiducia.
Come scrivevo poc’anzi, per me la Champions League moltiplica le forze, non le toglie: certo, comporterà un notevole dispendio di energie fisiche e mentali, ma imprese come quella che la squadra ha compiuto contro il Barcellona aumentano di molto il livello di autostima e a questo punto della stagione conta, eccome se conta.
Un’ultima considerazione, partendo da questa affermazione:
“Eh, ma il Barcellona che avete incontrato è alla fine di un ciclo, quello che incontrò l’Inter (triplete! Mai stati in b!) nel 2010 si che era una grande squadra!”
Ho sentito dire anche questo negli ultimi giorni da parte dei soliti ignoti, poi stasera c’è stato il Clasico (non troppo strombazzato, chissà perché) e quel Barcellona a fine ciclo ha rifilato 3 gol in 92 minuti al Real al Bernabeu: avrei voluto dire che mercoledì scorso si è scansato per pensare alla Liga ma purtroppo la realtà a volte supera la fantasia e qualcuno l’ha già detto.
Sic transit gloria mundi.

Keep the faith alive e forza Juve!

PS. Oggi nessun saluto, ma una speranza: la Roma giocherà stasera contro il Pescara.
Sicuramente vincerà, magari però si farà sentire la fatica della partita di giovedì scorso contro il Beşiktaş, con la qualificazione raggiunta faticosamente ai rigori: è stata comunque una bella impresa di una squadra italiana, che io ho tifato con grande ardore e passione, perché quando le italiane giocano in Europa io metto da parte le rivalità e divento italiano.
Brava Roma, in bocca al lupo per la semifinale di Europa League!
Però mi raccomando stasera, riposatevi contro il Pescara, anche per fare un favore al vostro amico emblema del calcio pulito…

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