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Juventus – Lazio 1-2: calma, dignità e classe

Tanto per cominciare dovete ringraziare dei miei amici di Bologna che sono venuti a trovarmi se in questo postpartita non saranno presenti anatemi, bestemmie, maledizioni senza perdono e riti voodoo verso i giocatori della squadra che tanto amiamo.
“Arriviamo nel secondo pomeriggio, verso le 5:00!”
“Ok, se non è un problema alle 6:00 gioca la Juve: semmai pregate che vinca, perché in caso di sconfitta divento una iena!”
Mentivo, forse a loro, forse a me stesso, perché verso le 8:00 di ieri sera, mentre una macchina passava davanti casa mia strombazzando allegramente il clacson (e ciò va a rafforzare la mia teoria che i tifosi napoletani sono dappertutto) e Dybala era stramazzato a terra dopo aver sbagliato il secondo rigore consecutivo (per un totale di 3 punti, grazie La Joya, in momenti come questi ti manderei volentieri a Dani Alves), il sottoscritto riusciva a mantenere un comportamento educato e relativamente elegante.
Anche se dentro si guadagnava l’ennesimo biglietto per l’inferno.

Calma, dignità e classe, come diceva il Dottor Frankenstein (si legge Frankenstin, ovviamente) dopo aver cercato di rianimare, apparentemente senza successo, la creatura.
Calma, diginità e classe, un mantra che cerco di ripetermi dall’ora di cena per cercare di calmarmi, ma stavolta è dura, molto dura, perché come ho già detto altre volte non mi danno fastidio la sconfitta o il pareggio, ma il modo in cui arrivano.
E passi che a Barcellona perdi 3-0 dopo aver rischiato di andare in vantaggio un paio di volte, passi il pareggio di Bergamo perché alla fine di un ciclo di partite molto dure e ravvicinate, ma ieri sera?
Non nascondo la mia preoccupazione, perché vedo poche idee ma molto confuse: vedo un reparto difensivo molto più in affanno degli anni precedenti, perché i vecchi cominciano a non reggere più (vedi Barzagli), i giovani non compiono lo scatto decisivo (vedi Rugani) e le alternative sono oggetti misteriosi (vedi Benatia).
Vedo un centrocampo dove l’assenza di Pjanic è schifosamente pesante, perché il bosniaco per me è il vero numero 10 della squadra (e lo vado pensando da mesi), il faro, il punto di riferimento, colui che da equilibrio alla squadra e senza di lui in campo siamo senza idee e confusi.
Vedo due ottimi centrocampisti come Matuidi e Bentancur fare il loro lavoro in modo egregio, ma un po’ spersi e alla ricerca costante di aiuto.
Vedo poi l’attacco e i dubbi e le perplessità aumentano: giocatori osannati, glorificati, strapagati che si sciolgono come neve al sole alla prima difficoltà. Ehhhh ma tizio non riceve tanti palloni, ehhhhh ma caio non può giocare lontano dalla porta, ehhhhh ma sempronio va fatto giocare con più continuità, ehhhhh ma che due palle questi signorini, mi sembrano un po’ viziatelli…

Io di Allegri ho capito che conta molto, per la fase offensiva, sull’estro e sull’invenzione del fuoriclasse, del giocatore che dal nulla crea la giocata che spacca la partita in due e te la risolve.
Li abbiamo giocatori del genere?
Forse che si, forse che no, non saprei dire (come dicevano i cittadini di Rotomagus).
E allora decidetevi cari miei signori attaccanti, ma anche centrocampisti e difensori, della Juventus, decidete cosa volete fare da grandi.
Volete veramente diventare fuoriclasse o solo delle eterne promesse?
Ora come ora non siete ancora un bel niente, avete grandi colpi, tutte le caratteristiche dei grandi giocatori ma troppo spesso vi isolate dal gioco e non riuscite a trascinare la squadra; se poi gli avversari vi aggrediscono o, peggio ancora, segnano, andate in bambola e perdete tutte le sicurezze.
Ieri sera è stato imbarazzante vedere come colui che davvero spronava e quasi guidava la squadra alla ricerca del pareggio fosse Chiellini, sempre pronto a proporsi in avanti lui che da Madre Natura non ha ricevuto in dono i piedi di Maradona o di Platini: ma la voglia di combattere fino alla fine quella si che ce l’ha, peccato non ce l’abbiano gli altri, sempre alla ricerca del tiro a effetto, del colpo di tacco o della giocata per far divertire il pubblico.

Ora quasi comincio a capire le varie frasi sinistre, all’epoca, dei vari senatori come lo stesso Chiellini o Marchiso: non saremo mai come il Real Madrid, siamo da 1-0, esagerando 2-0 ma non di più.
E guai se prendiamo gol…
Non avevano tutti i torti, sbagliavamo noi quando dicevamo che l’importante è aumentare la qualità in attacco perché se gli avversari segnano 2 gol ma tu ne segni 3 hai vinto.
Ma per rimontare da uno svantaggio o per reagire a un pareggio ci vuole carattere, e questa squadra non lo ha, o meglio lo hanno in pochi e purtroppo non sono più nel fiore degli anni. E aveva ragione l’Avvocato quando disse, prima della finale di Roma, che “se loro (i giocatori dell’Ajax) sono una squadra di pittori fiamminghi noi saremo dei piemontesi tosti”: il carattere prima di tutto, unito poi all’estro e ai piedi buoni perché senza vai da poche parti, ma senza il primo manco riesci a partire.
Ah, magari se Allegri la smettesse di preparare le partite a capocchia e di inventarsi cambi tipo Sturaro per Lichtsteiner quando sei sotto di un gol non darebbe fastidio, ma c’è da dire che i giocatori li vede tutti i giorni, e questo mi preoccupa ancora di più.

Ma non voglio pensarci più, almeno per ora.
Io torno al mio mantra: calma, dignità e classe.
Niente è perduto, anche se si stanno impegnando per farlo.
Keep the faith alive e Forza Juve!

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