

Ogni partita ha il suo racconto.
A volte è lungo quasi da sembrare un romanzo, a volte è una semplice pagina bianca perché hai poco o niente da dire, a volte devi sforzarti per trovare qualcosa di interessante, a volte può quasi sembrare una dichiarazione di resa.
È anche vero che il calcio e la sua narrazione, soprattutto tra i tifosi, vive di frasi fatte e di luoghi comuni come a voler rendere fisso ed eterno qualcosa che non può essere tale.
Ne ho sentite tante in questi giorni, dal classico “Fino alla fine” a “Nelle partite che contano la Juve c’è” passando per “La Juve due partite di fila non le sbaglia” e per “A Crotone mancavano troppi giocatori decisivi”, senza contare lo snocciolamento a mo’ di rosario di statistiche, tiri in porta, pali, ammonizioni, infortuni, bestemmie e improperi vari.
Forse non volevamo vedere la realtà, illusi dalle prestazioni (stra)ordinarie a cui c’ha abituati questa squadra nel corso degli anni ma forse dopo stasera cominciamo ad intravedere veramente ciò che quest’anno potrebbe succedere.
Parliamoci chiaro: c’è la concreta possibilità di finire la stagione senza vincere un trofeo.
Non è un moriremo tutti, non è un voler dare come spacciata una squadra che è pur sempre prima in classifica che non perdeva in campionato dallo scorso Novembre, non è voler essere catastrofisti o farsela sotto.
Dico che ho visto, come tutti voi, la partita appena conclusa e solo una cosa posso dire: la squadra non è scesa in campo, non ha provato a giocarsela, ha cercato per 95 minuti di limitare i danni puntando al pareggio e alla fine è rimasta beffata, come fosse il finale amaro di una commedia all’italiana.
Una squadra troppo brutta per essere vera, incapace di uscire dalla propria area di rigore, di arrivare in anticipo sulle seconde palle, di azzeccare tre passaggi di fila, di provare un’azione d’attacco degna di un minimo di rilievo, di tirare in porta!
Si, perfino di tirare in porta, in poche parole manco una conclusione nello specchio della porta difesa da Reina, se si esclude la punizione deviata sul tiro (loffio) di Pjanić nel primo tempo.
Niente di niente in pratica, abbiamo attaccanti come Dybala, Douglas Costa, Higuaín, Mandžukić, Bernardeschi, in pratica dovremmo avere l’imbarazzo della scelta su chi far segnare ma nelle ultime partite l’imbarazzo è un altro, cioè quello di non riuscire a buttarla dentro.
Mentre scrivo cerco di leggervi sui vari social, leggo i tanti commenti su chi ha sbagliato, su cosa si doveva fare, sull’atteggiamento da tenere, sul doversi giocare queste partite.
Vi leggo incazzati, molto incazzati e forse avete ragione voi.
Io no, spiacenti, ma stasera proprio non ce la faccio ad esserlo: sapete benissimo che mercoledì scorso avrei ceduto volentieri mezza squadra, ma stasera no, io (e sottolineo, io) per ora mi arrendo e sventolo bandiera bianca.
Vedo una squadra spenta, svuotata, priva di stimoli, quasi annoiata, che non corre e quando lo fa finisce per farlo male e a casaccio.
Una squadra che quest’anno ha faticato per mesi a trovare una giusta quadratura ma che ha retto per poco tempo, una squadra dove gli infortuni sono stati troppi e pesanti, dove troppi giocatori hanno reso non sotto le aspettative, di più.
Una squadra che si ritrova ad avere due zavorre del calibro di Marchisio ed Alex Sandro, due giocatori che lo scorso anno o un paio di anni fa erano tra i primi in Europa nel loro ruolo per rendimento ed ora sono due fantasmi; il primo addirittura non convocato, il secondo capace di farsi superare da uno come Asamoah, bravo professionista ma non certo un fenomeno.
Una squadra che pensava di aver trovato un nuovo leader chiamato Paulo Dybala, capace di cominciare la stagione con colpi sopraffini e di finirla come l’emblema di un enigma tattico e con zero voglia di incidere (che poi è una metafora per dire che non ha voglia di giocare).
Una squadra che contava sui gol di un cannoniere diventato troppo umorale, passando da gol pesanti all’indisponenza più assoluta, sempre e solo camminando in campo.
Una squadra che nel reparto fondamentale, il centrocampo, deve far assolutamente affidamento sulle serate giuste di Pjanić, Matuidi e Khedira e basta che uno di questi tre manchi o sia in serata storta per regalare il reparto agli avversari.
Una squadra che anche un bravo allenatore serio e preparato come Allegri comincia a non saper trattenere o gestire.
Una squadra che non ha in questi ultimi tempi quella voglia di stupire e di far ricredere un’intera nazione che la odia da sempre.
Una squadra che ha paura di perdere, di non saper gestire un vantaggio o semplicemente ha paura di se stessa.
Una squadra dove troppi giocatori camminano, dove ad ogni fallo laterale nessuno si propone, dove modi per segnare semplici ed efficaci come il contropiede o il cross in area sono considerati un sacrilegio.
Una squadra che quando recupera palla, che sia vicino alla propria area o nella metà campo avversaria torna sempre indietro.
Una squadra che, in sintesi, fa schifo e fa di tutto per non vincere un campionato già vinto.
Una squadra che ha deciso di entrare in simbiosi con una fetta non indifferente della propria tifoseria, “ovmai annoiata di vinceve sempve e solo un misevo e scavsissimo scudettino”.
Non è un caso se stasera l’intera panchina che è scesa in campo per festeggiare il match winner non fosse la nostra ma quella del Napoli, semplicemente perché all’interno di una partita che nessuno voleva perdere loro hanno anche pensato che provare a vincerla non fosse così proibitivo.
E ci sono riusciti, meritando la vittoria.
Fine.
Sembra strano, lo so, eravamo abituati a ben altri finali di partita negli scontri diretti, di questo periodo eravamo già a programmare quando avremmo potuto festeggiare lo scudetto ma quest’anno è diverso.
Dopo sei (dico, sei) scudetti consecutivi, per la prima volta abbiamo davvero paura di non farcela a portarla in fondo e quello che mi viene da pensare, al netto di aver visto una partita davvero indegna, è che tutto ciò può starci.
Non so voi, io la vedo veramente buia, le ultime due prove mi hanno davvero tramortito: mercoledì sera a Crotone ero incazzato nero, dopo la partita di ieri sera no, sono proprio annientato.
Non giudicatemi, sono un semplice tifoso, l’importante è che ci credano coloro che scendono in campo: vediamo come andrà al prossimo turno a Milano.
Una partita alla volta, poi tra quattro giornate vedremo chi vincerà.
Keep the faith alive, anche per me.
PS1. Comunque alcuni giocatori hanno davvero rotto le palle: Alex Sandro, Marchisio, oltre agli imbarazzanti Sturaro e Lichtsteiner a fine stagione si cerchino un’altra squadra. Su Dybala ed Higuaín mi controllo, ma le prove dell’ultimo mese sono indecorose.
PS2. Da qui alla fine del campionato che partano sempre dalla panchina ed entrino solo in caso di necessità. Se poi perdiamo amen, fa parte del gioco, ma vedere giocatori svogliati, pigri ed annoiati anche no, grazie.
PS3. Non ho volutamente scritto “Siamo rimasti con la testa a Madrid” anche se all’inizio avrei voluto farlo, tanto andrà a far compagnia al “Centrocampo di Berlino” e agli altri luoghi comuni di cui parlavo all’inizio.
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