Contributo di un nostro lettore dalla sezione “Scrivi per Juve a Tre Stelle”
Non so neanche da dove cominciare, ma devo scrivere della mia indignazione e del mio stato d’animo di juventino; inizio dalla fine, dal gol stratosferico segnato dall’alieno, Paul Pogba.
Negli anni in cui andavo ancora a scuola, quando il mio compagno di banco (e amico per la pelle) era ed è tuttora, un tifoso sfegatato della Roma.
Quel gol, in quegli anni, lo avremmo visto e rivisto decine di volte, come prodezze da emulare, per tutti i ragazzi che si avviavano al calcio e che amavano il calcio, spot insuperabile, per lo sport più bello del mondo.
Oggi si parla solo dei 21cm di fuorigioco, decisi da una moviola, nella quale impropriamente, si traccia una linea sui piedi di un difensore piuttosto che di un altro e non è la prima volta: sembra che da quando Sassi, antesignano dei moviolisti, confessò, che la moviola “der gò de Turone” fu taroccata negli studi Rai, i neofiti della moviola abbiano goduto della rivelazione, adoperandosi nell’emulazione del taroccamento, in molti episodi.
Sono poi quei saccenti professori, che dall’alto della loro sapienza, invocano la moviola in campo.
Con il macchinario in campo, un rigore negato lo dai, un gol in fuorigioco lo annulli, ma un calciatore lanciato solo verso il portiere, fermato per fuorigioco, non sai se segnerà, tirerà fuori o subirà fallo da rigore dal portiere in uscita, con conseguente espulsione, scoprendo che non era fuorigioco: come rimedi?
Dimostrano in ogni momento incompetenza, ignoranza e falsità, ma l’importante non è raccontare calcio o sapere di calcio, importante è tirare il sasso, dagli ai ladri rubentini, linea editoriale di tutte le testate nazionali, sportive e non.
Per citarne alcune Mediaset, Rai, Sky, Corsport e Gazzetta, una task force messa in campo appositamente, per deturpare le imprese sportive bianconere e non solo, le imprese sportive di ogni singolo atleta, il gesto tecnico memorabile, esaltare l’epicità di un incontro.
Voi non siete giornalisti da “serpentina meravigliosa” o “funambolico dribbling”, voi siete gente da “lo voglio rivedere”.
Dovreste inebriare l’immaginazione e nutrire i cervelli degli uomini, siete capaci solo di nutrire la bestia che è nell’uomo.
Dovreste propagandare la bellezza del calcio, i valori dello sport; invece insinuate il tarlo del furto e del danno, contaminando questo sport con l’odio anche razziale; si razziale, nei confronti degli juventini tutti, perchè “il razzismo, come teoria della divisione biologica dell’umanità in razze superiori e inferiori, è un fenomeno relativamente recente.
È antichissima, invece, la tendenza a discriminare i ‘diversi’ (nazioni, culture, classi sociali)”, per questo mi sento oggetto di discriminazione razziale, perchè ci considerate “diversi”.
L’odio che nutrono verso di noi non può che essere visto solo in un’ottica razziale, altrimenti non si spiega, perchè i nostri figli debbano in un luogo di gioia e divertimento, quale uno stadio, essere bersagliati con palloncini pieni di liquidi organici, oggetti contundenti e bombe carta.
Tutto nel silenzio dei mass-media, che non hanno proferito una sola parola di indignazione, bensì hanno provveduto ad alimentare, minuto dopo minuto, giornalista dopo giornalista, l’odio verso un popolo, quel popolo al quale sento di appartenere, il popolo Juventino.
Certo se non fosse così. non sarebbero giornalisti da 61° posto nella classifica mondiale.
Una classe quella giornalistica italiana, che si trincera dietro la libertà di stampa solo quando si parla di emolumenti; che si trincera dietro la dicitura “qui solo opinioni personali”, quando dai profili nei social, come invasati sputano improperi (e altro) sugli juventini, addirittura vanno a braccetto con chi ci vorrebbe nei forni crematori.
Cosa vuol dire “qui solo opinioni personali” un giornalista è giornalista sempre e comunque, deve esprimere sempre pareri oggettivi mai soggettivi.
Il clima creato da queste opinioni sempre soggettive e di parte è, per mio parere, un clima da odio razziale, fomentato da chi dovrebbe combatterlo.
Per non parlare poi di chi chiude due curve per “cori di discriminazione territoriale” e niente per le belve che distruggono uno stadio e feriscono persone, solo perchè va soddisfatto il sentimento popolare, quel sentimento dal quale vengono difesi anche gli assassini, quando stanno per essere linciati dalle folle.
Un fuorigioco non è una buona causa per morire in uno stadio, speriamo non lo sia mai, ma se dovesse accadere conosciamo già i mandanti, manca solo il movente: qualcuno avrà mai il coraggio di rivelarcelo?
Concludo con un termine del nostro mitico Antonio Conte, che fotografa perfettamente il mio stato d’animo: sono “agghiacciato”.
Il Barone (Profilo Twitter @ciceruacchio65)