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Juventus – Olympiacos 3-2

Sogno o son desto? Questa è la domanda che mi sono posto sin dal primo minuto. Eppure non era un sogno, era la realtà. La Juventus stava giocando, ed ha giocato, con una difesa a quattro. Oggi finalmente ho avuto la mia piccola rivincita. Ho odiato e odio tuttora il 3-5-2 Contiano. Lo odio perché in Europa è sempre stato un 5-3-2 (come in campionato del resto) e sfido chiunque a dire il contrario. Allegri ha schierato il “rombo” e i primi a guadagnarci sono stati i nostri centrocampisti. D’altronde se hai la fortuna di avere Marchisio, Vidal, Pogba e Pirlo, è un delitto lasciarne fuori uno. E non è un caso se negli ultimi 12 anni, le squadre che hanno vinto la Champions League hanno sempre schierato una difesa a quattro.

La Juventus aveva un solo risultato davanti a se. Doveva vincere e l’ha fatto. Anche con una certa dose di sofferenza. D’altronde la Champions League non perdona e come spesso capita al primo errore paghi. C’è da dire che la Juve ha pagato fin troppo e come ho sempre detto, soprattutto nelle ultime settimane, eravamo in credito con la fortuna. Il 3-2 contro l’Olympiacos, come dice qualcuno, “È ossigeno allo stato puro”, anche se il rigore “sbagliato” da Vidal lascia l’amaro in bocca. Il 4-2 sarebbe stato il risultato perfetto, forse il più giusto, considerate le innumerevoli occasioni da gol divorate negli ultimi 180 minuti contro i Greci. Ma nel complesso possiamo essere soddisfatti visto come si era messa.

Allegri stupisce tutti schierando un inedito 4-3-1-2 nonostante la disponibilità di Ogbonna. Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini e Asamoah davanti a Buffon. Centrocampo a rombo con Pirlo, Pogba, Marchisio e Vidal nel ruolo di trequartista. Tevez e Morata in attacco. Nel riscaldamento prepartita allo Stadium Vidal fa venire i brividi ad Allegri. Cade male sul ginocchio destro, zoppica e avverte dolore ma dopo un po’ tranquillizza tutti. La Juve cerca di prendere le misure con il nuovo vestito che gli ha cucito addosso Massimiliano Allegri. Il primo guizzo è di Marchisio, che al 16′ ci prova da fuori, ma Roberto devia sopra la traversa.

A mettere la strada in discesa ai bianconeri ci pensa Pirlo e lo fa alla vecchia maniera, a prescindere dal modulo. Punizione che s’infila sotto l’incrocio al 21′. UNA SENTENZA. Alla sua centesima partita in Champions il regista mostra ancora tutta la sua classe siglando il quarantaseiesimo gol su calcio piazzato.
Come spesso però è capitato in campo europeo negli ultimi anni, la Juve è incapace di gestire il risultato e si lascia sfuggire il vantaggio tra le mani come fa Buffon su un pallone praticamente innocuo, regalando il corner del pareggio all’Olympiacos: è lo spagnolo Botia ad avvitarsi in tuffo bruciando Chiellini e incrociando imparabilmente, 1-1. La partita riprende ma il leitmotiv è sempre lo stesso, la Juve costruisce, macina gioco e ha almeno altre due grandi occasioni per tornare in vantaggio ma né Morata né Pogba, con la porta spalancata davanti, riescono a trovare la stoccata vincente.

Al 61′ del secondo tempo Ndinga di testa porta in vantaggio i greci. Cala il silenzio allo Stadium e il fantasma dell’Europa League fa la sua prima apparizione. Ma il panico dura poco. La Juve reagisce da grande squadra dimostrando che a questa Champions ci tiene tanto e tira fuori tutta la sua rabbia. Dall’inferno al paradiso, tutto accade in un attimo. Al 65′ Llorente, entrato pochi minuti prima al posto di un deludente Morata, beffa Roberto con un pizzico di fortuna. Il suo colpo di testa sbatte sul palo e carambola sul portiere, prima di finire in rete. Nemmeno un minuto e Pogba dal limite firma il sorpasso. Gli uomini di Allegri non cadono nel baratro e ad un passo dal precipizio rialzano la testa.

Ora la Juve è di nuovo padrona del proprio destino.

Attendo i vostri commenti sul nuovo modulo.

#FinoAllaFine

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