Si avverte un certo disagio a scrivere di calcio, mentre le notizie che corrono per il mondo parlano di missili e venti di guerra. Non era sufficiente l’incontro con un bamboccio inglese per avere le scatole in giostra e far passare la voglia di ragionare di partite e calciatori? Le armi zittiscono i pensieri, quelli leggeri come libellule e inchiodano ad una realtà che condanna l’umanità al suo fallimento.
Come dice Riccardo di Warwick in “Un ballo in maschera”: “eppur farlo degg’io”. E che Dio ce la mandi buona. Tanto per partire da dove eravamo rimasti, speriamo che l’Eterno ci mandi un Mariani in forma, perchè 2 giacchette incapaci di fila sarebbero troppe da sopportare.
Si riprende a giocare in campionato 8 giorni dopo la non proprio salutare passeggiata di Benevento. Sembrano secoli fa. Si torna ai 3 punti per partita, alla rincorsa scudetto orami ridotta alle ultime 7 giornate. Il Napoli è sempre lì a 4 punti in attesa di approfittare di passi falsi juventini. La Juve tira la volata per tagliare un traguardo che non ha precedenti nei campionati maggiori in Europa.
Le tossine accumulate al Bernabeu saranno smaltite prima del fischio d’inizio di domenica tardo pomeriggio? Questo è il quesito al centro del tema della giornata n° 32. I cambi che mister Allegri non ha voluto fare prima e non ha potuto fare dopo a Madrid vengono buoni contro la Sampdoria. Mi riferisco a Cuadrado in primis, Rugani e (non ci posso credere) Hoewedes. Dybala ha riposato, causa squalifica. Tutte forze fresche per fronteggiare una squadra scorbutica ed imprevedibile come la compagine di Giampaolo.
I blucherchiati negli ultimi anni sono coloro che hanno avuto ragione della Juventus più di ogni altro, 3 le sconfitte, tante. Detengono la medaglia di squadra vincente allo Stadium. Hanno fatto giocare all’andata la peggior partita di stagione alla truppa di Allegri, con sconfitta incorporata molto più netta del 3 a 2 finale.
Ci sono abbondanti motivi per chiudere la pratica con determinazione. Ma si deve aggiungere anche la rabbia per l’ingiustizia subita per mano della “mafia dei pelati”. “Con ordine e lucidità” secondo i dettami del tecnico livornese. Con il risultato di San Siro già conosciuto e magari favorevole. In tutti i casi, serve solo la vittoria, non ci sono santi.
La Sampdoria si presenta all’Allianz Stadium con Viviano in porta; Sala, Silvestre, Ferrari e Regini in difesa; Praet, Torreira, Linetty a centrocampo; Ramirez a ridosso delle punte Quagliarella e Zapata. 4.3.1.2 nel tentativo di giocare un incontro di movimento per mettere in difficoltà una Juve che potrebbe pagare la stanchezza alla distanza.
Allegri risponde con Buffon sempre più “uno di noi”; Lichtsteiner (Hoewedes), Benatia, Rugani, Asamoah (Alex Sandro a ripassare l’allineamento sui cross!) a 4 dietro; Pjanic e Matuidi in mezzo; Cuadrado, Dybala e Douglas Costa a supporto di Higuain come unica punta. A meno che, si conceda un turno di riposo al Pipita e si opti per Dybala punta centrale ed un terzo di centrocampo. Si vedrà.
Domani la casa di tutti gli juventini dovrà ribollire di cori, di cuori, di umori. Di juventinità senza se e senza ma. La rabbia di un popolo derubato di un sogno, dovrà spingere i ragazzi alla vittoria e dovrà essere solo la prima puntata. Lo scudetto numero 7 deve diventare la staffilata da rifilare in faccia a tanti che si ammazzerebbero per poterne avere anche solo uno. E guai a chi la prossima estate andrà in vacanza in Inghilterra, boicottiamo il Paese degli…Oliver. Ne abbiamo il diritto e il dovere.
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