Come diceva la canzone? 6 Maggio, su coraggio?
Ah no, diceva primo Maggio…
Qualche altra canzone, poesia o anche un anniversario che parli del 6 Maggio?
Niente?
Niente…
Insomma, una giornata senza pretese sempre per citare i versi di una canzone (dallo spessore ben diverso da quella del Tozzi), una giornata di passaggio dove non succede mai niente di speciale.
Tra l’altro, per la precisione, cosa doveva succedere stasera?
Ah già, c’era il derby, che giusto una settimana fa metteva un po’ apprensione perché ci si aspettava un ritorno della Roma, e allora stasera avrebbero dovuto giocare tutti i titolari, e gli altri c’avrebbero menato per fare un favore a Kamil “HeatherParisi” Glik e allora…
Allora niente, il derby della Capitale si sa com’è andato a finire, da +6 ci siamo ritrovati a +9 e abbiamo tirato un bel sospiro di sollievo, perché alla fine il derby di stasera è tornato a essere quello che doveva essere: una rottura di scatole obbligata tra l’andata e il ritorno della semifinale di Champions League.
E pazienza se il derby è sempre un derby, se è una partita diversa da tutte le altre e se avevamo l’occasione di chiudere definitivamente con 3 giornate di anticipo il discorso scudetto anzi, a essere sincero della partita di stasera non me ne importava proprio un bel niente.
L’abbiamo chiusa con il risultato più inutile che esista, tra l’altro raddrizzandola proprio nel recupero (poi qualcuno spieghi al vecchiocuoregranata che esiste anche il recupero nel calcio, soprattutto allo Juventus Stadium), portando a casa un solo punticino dopo 33 vittorie di fila (allo Stadium) ma come dicevo prima non mi girano le scatole.
Siamo nel bel mezzo della settimana per ora più importante della stagione, abbiamo vinto in trasferta la semifinale di andata di Champions, martedì abbiamo il ritorno e sarà necessario mantenere al massimo la concentrazione per non commettere errori e raggiungere finalmente Real o Atletico a Cardiff.
È necessario dosare le forze in questo finale di stagione, sia fisiche ma soprattutto mentali e se anche stasera abbiamo staccato perché la testa era al ritorno contro il Monaco beh, mi sta bene, in fondo ce lo possiamo permettere visti i punti di vantaggio che abbiamo sulle concorrenti.
Nel corso dell’anno ci siamo fatti il mazzo molte più volte rispetto agli avversari, magari portando a casa vittorie dopo prestazioni orrende ma intanto facevamo scorta di punti e ora abbiamo deciso di usarli; e a me va bene, perché tra vincere un campionato con 12 punti di vantaggio sulla seconda e fermarmi in Champions o vincerlo con 3-4 punti di vantaggio e andare in finale io scelgo la seconda.
Poi oh, se qualcuno ora comincia a farsi prendere dal panico, perché a 3 giornate dalla fine con 7 punti sulla Roma (ovviamente si ipotizza sempre la Roma vincitrice, dai che porta bene anche stavolta) e 8 sul Napoli non c’è ancora la matematica certezza dello scudetto e quindi il tracollo è possibile e cazzo, stiamo buttando una stagione alle ortiche e perderemo lo scudetto, voglio dire loro che i campionati si vincono anche con 1 punto di vantaggio sulla seconda e che, per favore, non ci tormentino con i loro attacchi di panico.
Detto questo, che partita è stata?
Una partita strana, giocata un po’ sottotono da noi (ma neanche tanto a ripensarci), con le riserve stasera titolari che mi ricordano molto quelle che avevamo negli anni ’80, cioè uno buono e gli altri che te li ricordi solo perché facevi le figurine.
Eppure, vai a vedere la sintesi della partita e noti che, seppur sprecisi e con alcuni giocatori irritanti (Cuadrado e Lichtsteiner sono stati una sciagura sulla fascia destra), di palle gol ne abbiamo collezionate un bel po’ già nel primo tempo, 3 se non 4 belle nette e non trasformate.
Poi Asamoah decide di regalare una punizione dal limite al Toro e Ljajić pensa bene di combinarci lo scherzetto e di buttarla dentro: 0-1 a inizio ripresa, i giocatori si guardano come a dire “Ehi, com’è che questi al primo tiro fanno gol e noi ne abbiamo già sbagliati 3 o 4?”.
A quel punto un po’ di panico è entrato nella testa dei giocatori, e anche dei tifosi, anche perché pur continuando ad attaccare a testa bassa la palla non voleva entrare: prima Rincon, poi Khedira, poi Bonucci… niente, quella porta pareva stregata.
Io ero lì davanti allo schermo, con mio cognato vicino e, tra il rassegnato e l’incazzato, dicevamo “Vabbè dai, stasera non entra!”.
Poi, per fortuna nostra, è arrivato il recupero e, come dicevo prima, recupero contro il Toro vuol dire gol nostro e così è stato, pareggio di Higuaín e un punto in saccoccia.
Non mi capacito, a ripensarci, ai gol sbagliati di Dybala, Khedira e Bonucci, davvero gol già fatti che anche Pacione avrebbe segn… oddio, ora non esageriamo; ok, non ci pensiamo più che è meglio!
In sintesi?
È stata una partita di passaggio, né più né meno: il campionato lo chiuderemo nelle prossime giornate, lasciamoci questo ennesimo derby alle spalle e pensiamo al ritorno di Coppa.
Sperando che poi dovremo giocare altre 5 partite.
Tutto il resto non conta.
Keep the faith alive e forza Juve!