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La Juve che sarà

A poco più di una settimana dalla fine del calciomercato, dopo la prima partita di campionato, con la seconda alle porte, facciamo il punto della situazione della rosa della Juventus.
Per dire dove siamo adesso, ci vuole una piccola digressione che ci porta all’inizio del campionato scorso.
Con il ritorno di Allegri, la Juventus ha iniziato il campionato 21-22 con la rosa della stagione precedente, con l’aggiunta di rientri dai prestiti (Perin, De Sciglio, Rugani), con l’addio definitivo di Buffon, e con la presenza in rosa di quattro campioni d’Europa (Chiellini, Bonucci, Bernardeschi e Chiesa) a cui si sarebbe aggiunto, a campionato iniziato, Locatelli.
Inizio shock, due punti nelle prime quattro partite (contro Udinese, Empoli, Napoli e Milan) e abbandono a pochi giorni dal termine del mercato di CR7, sostituito in fretta a furia da Kean grazie ai buoni rapporti con la scuderia Raiola.
La squadra inanella una buona serie di risultati utili consecutivi, ma non ha mai il guizzo che la potrebbe portare a lottare per le prime posizioni, mantenendosi sempre a ridosso del quarto posto.
Con una rosa assemblata male e con qualche infortunio (traumatico) di troppo, soprattutto quello di Chiesa, i risultati difficilmente avrebbero potuto essere migliori di così.
Nel mercato di “riparazione” invernale, i prodromi della Juve che sarà, con la cessione in prestito di Ramsey (annuale) e Kulusevski (biennale), la cessione definitiva di Bentancur e l’ingresso del nazionale svizzero Zakaria e del bomber della serie A, il serbo Vlahovic.
Nella seconda metà del girone di ritorno, dopo che il livello degli infortunati era stato in media (serie A) per tutta la stagione, si nota un aumento dei problemi muscolari, e mentre si conclude la telenovela Dybala, la Juve si avvia, questa volta senza aiuti “faraonici”, a conquistare l’ultimo posto utile per la Champions 22-23.
Conclusa la stagione, l’Amministratore Delegato Arrivabene continua a dichiarare che la Juve a) non farà colpi di teatro, b) che continuerà nell’efficientamento dei costi. Che non vuol dire riduzione tout-court, ma ottimizzazione delle risorse.
Dei calciatori in scadenza al 30 giugno 2022, vengono rinnovati (al ribasso) Perin e De Sciglio (riserve funzionali e mai problematiche dal punto di vista “ambientale”), Cuadrado (che però aveva una clausola di rinnovo automatico di un anno), mentre non vengono rinnovati Dybala, Bernardeschi, Douglas Costa (sì, era ancora, e pesantemente, a bilancio) e il capitano Chiellini, che lascia il calcio europeo per un’avventura a Los Angeles.
Degli altri, vengono ceduti definitivamente Demiral, Mandragora e de Ligt, risolto il contratto di Ramsey, e prestati i profili minori, come Frabotta, Dragusin e Ranocchia, oltre al neoacquisto Cambiaso (che quindi non indossa la maglia bianconera neanche per scherzo, come un sacco di calciatori che prima di lui hanno fatto il percorso Genova-Torino).
In ingresso, a parametro zero Pogba e Di Maria, i già tesserati Gatti, Fagioli e Rovella (entrambi rimasti in prestito altrove fino al 30 giugno), il miglior difensore della serie A 21-22 Bremer, e il serbo Kostic.
Dal punto di vista dell’organico manca sicuramente ancora qualcosa, ma pensare che Cherubini e Arrivabene possano rivoluzionare una rosa come se fossimo il Palermo (senza offesa per i tifosi rosanero), che spesso e volentieri in passato ha cambiato undici undicesimi della rosa, mi pare fuori dal mondo.
Anzi, se arrivassero i due colpi di cui si parla (Depay e Paredes, in sostituzione di Arthur, ormai fuori dal progetto, e Rovella, che si ritroverebbe fuori lista), si sarebbe compiuto un mezzo miracolo. Tutto sta se si guarda il bicchiere e lo si vede mezzo pieno o mezzo vuoto.
Personalmente, non solo per quello che vi farò vedere dopo dal punto di vista dell’organico, ritengo che la Juventus si stia muovendo quasi al meglio delle proprie possibilità, in un mercato “drogato” dalle squadre che spendono 80 milioni per un difensore.
La Juventus poche volte ha fatto mercati faraonici, quasi sempre ha lavorato in contemporanea sul filo del mantenimento di un organico vincente e allo stesso tempo sostenibile. Il che non vuol dire che non abbia speso soldi, visti i recenti aumenti di capitale della proprietà (dovuti, certo, in parte alla pandemia, ma anche a una gestione “allegra” dei contratti, dei rinnovi e degli stipendi).
Ritornando proprio sui conti, esclusi gli eventuali nuovi arrivi e nonostante da quest’anno vadano in bilancio alcuni ammortamenti importanti, la Juventus è riuscita ad abbassare l’impatto a bilancio (stipendi lordi più ammortamenti) in maniera notevole.
Per quello, l’anno prossimo, con le uscite quasi certe di Rugani, Rabiot e Alex Sandro (in scadenza), e magari quella di Arthur, la Juve avrà ancora più spazio di manovra per acquistare giocatori funzionali e sostenibili.
Senza tediare con l’ennesima spiegazione delle liste, di seguito la rosa della Juve al 19 agosto, quindi con 12 giorni ancora disponibili per il mercato.

Come funzionano le liste lo sappiamo: attualmente, se consideriamo che potrebbero esserci degli ingressi, ci dovranno essere giocoforza delle uscite.
Perché è vero che la profondità della rosa e la qualità delle riserve sono due dei punti fondamentali per tornare a vincere, ma tenere dei giocatori per fare far loro la muffa in panchina non mi pare un’idea funzionale.
In ultimo, quello che potrebbe (potrebbe, ripeto) essere la formazione tipo e le riserve di questa stagione 22-23:

Vedremo tra dodici giorni dove saremo arrivati col calciomercato e che prospettive avremo. Sarà importante la continuità, la differenza reti e la fame di vittorie. E a fine campionato, tirata la linea, capiremo se quello che è stato fatto è stato efficace per tornare a vincere, o si dovrà procedere ancora oltre.
Perché, ricordiamo, che vincere non è importante. È l’unica cosa che conta.

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