

Che cosa succede in Borsa all’azione “Juventus”? Ve lo dico subito: niente di eccezionale.
Visto che l’argomento è abbastanza ostico per i non addetti ai lavori, vedrò di essere estremamente sintetico e chiaro.
Cominciamo col dire che il prezzo di un’azione è il risultato di una compravendita: ogni volta che si forma un prezzo (quello che viene genericamente definito “valore dell’azione”) vuol dire che c’è stato un passaggio di proprietà di alcune azioni e quello è il prezzo a cui sono state scambiate. Qui sotto vedete uno screenshot tratto da borsaitaliana.it
Nella prima colonna il prezzo a cui si è chiuso l’ultimo scambio, nelle altre le quantità offerte/richieste e i prezzi a cui sono state offerte/richieste. Se la domanda supera l’offerta, il prezzo dell’azione tenderà a salire e viceversa.
Dal momento che il prezzo dell’azione Juventus è in rapida crescita, banalmente possiamo concludere che c’è qualcuno interessato ad acquistarle e per convincere gli attuali possessori a cederle è disposto ad offrire un prezzo più elevato di quello corrente.
È un evento eccezionale? Assolutamente no. Sia in generale, sia nel caso particolare. Come potete vedere dal grafico sottostante, il fenomeno si è già verificato altre volte sul titolo Juventus negli ultimi 5 anni. All’interno di un trend mediamente crescente ci sono stati dei picchi improvvisi, che nei casi precedenti sono stati poi riassorbiti.
Quando succede? Di solito, quando c’è un aumento di interesse nei confronti di un’azienda. In queste occasioni si registra anche un aumento dei volumi medi scambiati: come potete vedere dallo screenshot sottostante, è successo anche questa volta.
Questo cosa significa? Significa semplicemente che ci sono investitori interessati a detenere il titolo in portafoglio e quindi lo comprano, facendo salire il prezzo. Ad esempio, nel 2012 fu il il caso del fondo d’investimento inglese Lindsell Train Investment Trust, che acquisì il 2,201% del capitale della Juventus. La cifra investita (4 milioni di euro circa) era del tutto marginale per il patrimonio del fondo, ma negli anni lo stesso ha acquistato altre azioni, salendo fino al 10% del capitale di Juventus (ai prezzi correnti, circa 45 milioni di euro).
Perché succede? I motivi possono essere: 1) l’investitore è interessato al dividendo che l’azione distribuisce 2) l’investitore è interessato a lucrare sulla crescita del valore del titolo (c.d. guadagno in conto capitale) 3) l’investitore è interessato ad acquisire abbastanza diritti di voto per ottenere la maggioranza assoluta (o relativa) nel Consiglio di Amministrazione (in gergo, “scalare l’azienda”) 4) motivi tecnici.
1) Dividendo. È vero che Juventus chiuderà il bilancio con un utile rilevante grazie alla plusvalenza su Pogba e potrebbe decidere di distribuire un dividendo, ma credo sia una debole motivazione d’acquisto. Juventus non distribuisce un dividendo dal lontano 2002 (vado a memoria ma non credo di sbagliarmi) e potrebbe decidere di non farlo neanche adesso; l’importo del dividendo non è mai stato consistente, pertanto potrebbe non essere elevato neanche in questo caso; a oggi, per tutti questi motivi, è difficile stimarlo.
2) Crescita di valore. Il trend di crescita del valore dell’azione è stato costante in questi ultimi 5 anni. Al netto dei picchi, il valore è passato da circa € 0,20 per azione dell’inizio del 2012 a circa € 0,31 di metà febbraio 2017: pertanto una crescita superiore al 50%. Nell’ultimo anno, considerando lo “strappo” odierno, il titolo è cresciuto di circa +83%. Chi l’avesse messo in portafoglio allora, certamente oggi ha già realizzato un ottimo guadagno.
3) Scalata. Questa è l’ipotesi più affascinante perché sottintende l’esistenza di un “misterioso investitore”, desideroso di diventarne proprietario. Peccato che sia un’ipotesi tanto affascinante quanto inverosimile. Exor possiede una quota superiore al 63% delle azioni con diritto di voto: nessuno, anche acquisendo tutte le altre azioni disponibili sul mercato, potrebbe superarla. L’ipotesi della scalata ostile è quindi del tutto priva di fondamento, ora e sempre: chi volesse acquisire la maggioranza delle quote dovrebbe necessariamente accordarsi con Exor.
4) Motivi tecnici. A ottobre 2016, come si ricava dal verbale dell’ultima assemblea, il capitale di Juventus era di proprietà di Exor per il 63,766% e di Lindsell Train Limited per 10,010%: dal momento che, verosimilmente, queste quote non sono in vendita, significa che la parte “flottante”, ossia la parte che è disponibile sul mercato per essere comprata/venduta, è solo quella relativa agli altri azionisti, ossia il 26,224%. Queste azioni, tutte insieme, alla quotazione corrente, valgono circa 120 milioni di euro: una cifra enorme per un privato ma “niente” per un qualsiasi investitore istituzionale, che spesso gestisce patrimoni di miliardi di euro. Ecco, immaginate cosa voglia dire, per un soggetto di questo tipo, investire una quota “marginale” del proprio patrimonio nel titolo Juventus: parliamo comunque di decine di milioni di euro. L’eccesso di domanda di un bene scarso provoca necessariamente un aumento del prezzo.
Ovviamente non può essere solo il “fattore tecnico”, perché a monte ci deve essere comunque la volontà di un soggetto di investire nell’azione Juventus, ma ritengo che questa sia la causa predominante.
Quindi? Che conseguenze può avere per azionisti, società e tifosi?
Per i tifosi ovviamente nessuna, se non l’orgoglio di sapere che ci sono altri soggetti, magari anche investitori professionali, che ritengono che investire in Juventus sia un buon modo per ottenere dei profitti. Questo fatto è implicitamente anche un riconoscimento della bontà della gestione attuale.
Per la società? Al netto di situazioni straordinarie, direi nessuna.
E per gli azionisti? Beh, se sono azionisti da poco tempo, direi che sono molto contenti: qualora decidessero di vendere oggi l’azione probabilmente metterebbero insieme un guadagno importante! Per gli azionisti di vecchia data (quelli che hanno sottoscritto la Initial Public Offering a 3,7 € euro ad esempio), invece, questa variazione rappresenta solo una minima riduzione della perdita accumulata negli anni.
Ultima nota: ai prezzi correnti il valore della partecipazione di Exor in Juventus è pari a circa € 312 milioni e la capitalizzazione di borsa totale della società ammonta a € 473 milioni circa.
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