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La resa dei conti

“Redde rationem”, in latino significa letteralmente “rendimi conto”, e fu usata dall’evangelista Luca per una questione amminstrativo-contabile. Con il tempo la locuzione si è trasformata, assumendo il significato di “resa dei conti”, cioè di una sorta di giudizio finale.

Nei tempi odierni, in cui non c’è niente di più definitivo del provvisorio (e viceversa), direi che questa frasetta ha perso la sua forza, sia che si tratti di cose serie, come la vita o la morte, che di cose meno serie, come il calcio. Che resta comunque “la cosa più importante delle cose meno importanti”, come disse Arrigo Sacchi anni fa.

A poche giornate dalla fine di questa stagione 21-22, prima di fare il resoconto delle partite (come faccio tutti gli anni), mi piacerebbe analizzare due aspetti dell’andamento dell’annata bianconera, una basata sui numeri e una su un aspetto meramente tecnico-tattico (o quel che l’è, visto che le mie competenze calcistiche sono quelle di un semplice tifoso).

A inizio anno ho fatto un giochino, che grazie al contributo di una serie di amici su Twitter ho poi modificato e migliorato. In pratica, ho preso la media realizzativa di ogni singolo giocatore della rosa della Juventus, e l’ho moltiplicata per un certo numero, legato alla titolarità o meno del suddetto calciatore. Questo mi dà un numero di “gol potenziali” da realizzare in stagione. Ma faccio prima a mettere la tabella che a spiegare:

Come avrete sicuramente notato, ci sono anche Zakaria e Vlahovic, che ho ovviamente aggiunto successivamente. Così come successivamente ho modificato le stime sulle presenze, e quindi sulle realizzazioni, di Bentancur, Kulusevski e Ramsey, che ci hanno lasciati a metà stagione.

A oggi, a poche giornate dalla fine, la fotografia della situazione è la seguente:

Già 105 gol non sono tantissimi in una stagione di 50-52 partite, figurarsi i 73 appena realizzati. Mancano ovviamente quelli di Chiesa, assente giustificato, e quelli di Morata, Bernardeschi (che in teoria possono ancora recuperare) e Kulusevski, assenti ingiustificati. Gli altri sono più o meno (più meno che più) in linea con tutta la loro carriera precedente, con il solo McKennie, che comunque ha terminato la stagione anzitempo, che stava leggermente over-performando.

Per curiosità, vi faccio vedere lo stesso giochino fatto per la stagione precedente (con media gol e partite effettive in stagione, questa volta):

La squadra, che aveva un Cristiano Ronaldo in più, ha realizzato 105 gol, ben TRENTASEI in meno del potenziale. Questo spiega molto della posizione in classifica dello scorso anno, perché anche se praticamente partivamo sempre da 1 a 0, subivamo troppi gol: ricordiamo che la striscia di partite consecutive con gol subiti, iniziata la scorsa stagione a marzo, per 16 partite, e proseguita quest’anno per le prime tre, è uno dei record negativi dei quali ci si dimentica troppo facilmente.

E notiamo anche che in tre hanno realizzato più del 70% delle realizzazioni totali della squadra. E se è vero che nelle prime 10-11 partite di quest’anno abbiamo continuato a subire troppo, una cosa che la squadra è riuscita un po’ (ma neanche tantissimo) a sistemare è proprio la fase difensiva, come vediamo nelle due successive immagini.

La Juve quest’anno ha la stagione divisa a metà: quindici gol subiti nelle prime 11 di campionato e 15 subiti nelle successive 23, praticamente la metà. E, come si vede, anche a livello di risultati, 15 punti nelle prime undici giornate e 51 nelle successive 23. È come se fosse stato necessario un reset alla squadra, che ricordiamo, lo scorso anno, a venti minuti dalla fine del campionato, era al quinto posto. Mentre quest’anno, a quattro giornate dal termine, ha praticamente blindato (mancano quattro punti) la partecipazione alla Champions del prossimo anno.

Un altro aspetto che la Juve ha iniziato a sistemare, quello di cui parlavo all’inizio, è quello tecnico-tattico. Come abbiamo più volte ripetuto su queste pagine, sembra quasi che Paratici, preso dalla smania di voler dimostrare di esserne capace, abbia assemblato una squadra facendo delle scommesse più che per un progetto tecnico.

Anche in precedenza, quando si scommise sui centrocampisti Pjanic-Matuidi-Khedira in sostituzione dei precedenti Pirlo-Pogba-Vidal, si aveva la sensazione che il livello si fosse leggermente abbassato, ma stiamo parlando comunque di centrocampisti di livello assoluto. Sostituire però Pjanic-Matuidi-Khedira con Arthur-Rabiot-Ramsey, oltre ad aver abbassato il tasso tecnico complessivo, si è dimostrato un boomerang, con il solo francese che, dopo un lungo periodo di rodaggio, pare aver capito come deve stare in campo e che cosa voglia dire stare nella Juventus.

Quando un tecnico si trova con un centrocampo arraffazzonato (e non voglio parlare anche degli altri reparti, perché forse dimentichiamo che in un certo periodo abbiamo avuto in squadra 128.736 ali destre e neanche un’ala sinistra), e quando si ritrova, pronti via: il supposto “regista”, cioè Arthur, assente perché operato, il supposto box-to-box, cioè Ramsey, costantemente assente per infortuni muscolari, e il presunto recuperatore, cioè Rabiot, con un’indolenza da far invidia alla dea greca Aergìa, e deve fare a meno, nel corso della stagione, di almeno tre titolari per infortuni traumatici, come fa a dare un’impronta di gioco alla squadra, giocando ogni tre giorni?

Molti dimenticano, quando parlano di Sassuolo, Verona, Torino e di tutte le squadre di metà classifica che sembra abbiano trame guardiolesche, che le suddette formazioni giocano mediamente ogni 6-7 giorni, e che gran parte delle squadre medio-piccole hanno pochi giocatori della rosa che fanno parte delle rispettive nazionali, non certo come le squadre più forti.

E molti dimenticano che le squadre che ci precedono sono partite su una base simile, anche quando hanno cambiato tecnico, rispetto all’anno precedente. Simone Inzaghi non ha cambiato il canovaccio impostato da Conte (ha comunque dieci punti in meno rispetto al salentino), mentre Spalletti, dopo aver sistemato la fase difensiva di una squadra tutto sommato simile a quella che aveva a disposizione Gattuso, ha avuto un ottimo inizio e un pessimo ritorno, con i partenopei con gli stessi punti dello scorso anno.

Sono straconvinto che l’anno prossimo Allegri avrà del tutto smaltito la ruggine dei due anni sabbatici (che abbiamo notato tutti) e la squadra, dopo un anno con lo stesso allenatore, avrà bisogno di meno tempo per comprendere cosa il tecnico voglia da loro. E magari, la dirigenza avrà proseguito un progetto tecnico e di ringiovanimento della rosa, evitando di avere troppi doppioni in determinati ruoli e nessun ricambio in altri.

Allo stesso modo sono convinto che già alla sosta forzata per i mondiali del Qatar, saremo qui a parlare di altro, con la Juventus, come negli anni passati, davanti a tutte.

Anche se vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta.

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