

Quando abitavo a Roma, mi capitava spesso di passare davanti al “Palazzo della Civiltà Italiana”, uno splendido edificio che si trova nel quartiere dell’EUR.
Sulle quattro facciate campeggia un’iscrizione che conosco quasi a memoria:
“Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori ”.
La frase fu ripetuta negli anni a seguire (era stata pronunciata la prima volta nel 1935), e con il tempo è ironicamente diventata:
“Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori, e di commissari tecnici della nazionale”.
Oggi, grazie all’avvento dei social, siamo anche tutti virologi, economisti, dirigenti e soprattutto allenatori e direttori sportivi.
Nel caso specifico, (quasi) tutti i tifosi della Juventus discettano di rescissione e risoluzione di un contratto (non capendone la differenza), di plusvalenze e minusvalenze, e di moduli tattici e schemi (anche qui non capendone la differenza).
In realtà, e mi tengo basso, il 90% di chi scrive di queste cose, non sa di cosa stia parlando.
Tra tutte le discussioni più divertenti degli ultimi tempi c’è la diatriba tra gli “allenatori del web” che usano le “heat maps” e parlano di “salida lavolpiana” e “i tifosi pane e salame” (cito letteralmente, ahimè).
Cari “allenatori del web”, considerando che chi sa fare un mestiere, e lo sa fare bene, in genere quel lavoro lo fa, e non si limita a parlarne su un blog o su Twitter, vorrei ragionare anche con voi su un paio di punti.
Che cos’è il tifo? E che cosa ci spinge a tifare per una squadra?
Dall’etimologia greca della parola, tifo richiama evidentemente una sorta di “febbre”, ed è il sostegno per una squadra o per un personaggio (o un complesso, un attore, fate voi).
Il meccanismo è simile dunque per i cosiddetti “fan” che riempivano (sperando tornino a farlo) i palazzetti per l’adorato cantante, ma nello sport c’è un fattore aggiuntivo.
Il tifo sportivo è legato anche a situazioni spiacevoli e negative, come per esempio la sconfitta (che nel mondo dello spettacolo non esiste, in quei termini).
Mentre per i fan dei gruppi pop, ad esempio, lo spettacolo è sempre piacevole, per un tifoso sportivo certe situazioni sono ferite mai rimarginate: pensate alle sconfitte in una partita importante per l’assegnazione del titolo o in una finale (anche se su questo noi dovremmo averci fatto il callo) e come ogni volta che si affronta quella squadra quella ferita sanguini.
A differenza dei “fan”, un tifoso sportivo non riesce a tenere separata la propria vita da quella della squadra e identifica spesso il suo umore con la prestazione sportiva.
A differenza dei “fan”, il tifoso considera “la sofferenza” come segno distintivo del fatto che la propria squadra abbia perso. Beh, in questo sono altri che dovrebbero averci fatto il callo…
Non che un tifoso non abbia altri interessi nella vita, ma mi pare chiaro che stiamo parlando di un processo altamente irrazionale.
Tifare per una squadra di calcio non può essere inserito in nessun binario conosciuto. E, in teoria, ognuno può tifare come si sente meglio.
C’è chi ci sta male tutta la vita e chi finita la partita se la fa passare abbastanza velocemente.
Visto che io sono un tifoso “pane e salame”, la seconda considerazione che voglio fare è legata alla partenza della stagione 2020-21.
Ho già detto che voler terminare a tutti i costi la stagione precedente ha creato uno slittamento della presente che si pagherà in termini di “credibilità” dei risultati sportivi (non dico stagione falsata, ma ci andiamo vicino).
Vediamo cos’è successo nell’ultimo mese.
A inizio agosto, la Juventus ha esonerato Sarri e ha assunto Pirlo, che aveva presentato come allenatore dell’Under 23.
Per la precisione, era dal 2011 che la Juventus non esonerava il suo allenatore. Prima di Maurizio Sarri, l’ultimo era stato Gigi Delneri, che concluse la sua avventura dopo il deludente settimo posto.
In mezzo le risoluzioni consensuali con Conte e Allegri (lo so, sembrava un esonero, ma era consensuale).
Non stiamo qui a discutere se Sarri fosse o no adatto, concetto da me espresso in passato, ma questo è quello che è successo. Personalmente, ritengo che la misura fosse colma già a gennaio, ma visto quanto accaduto con la sospensione per il Covid e la ripresa dopo oltre due mesi, probabilmente la società ha aspettato il primo momento utile per muoversi.
Pirlo, non avendo mai allenato prima, ha mandato in tilt gli “allenatori del web”, quelli delle “heat maps” e della “salida lavolpiana”.
Che hanno ipotizzato mille cose (e quindi qualcuna l’hanno azzeccata, ovviamente).
Dopo l’acquisto di Kulusevski nel mercato di gennaio, e lo scambio Pjanic-Arthur prima del 30 giugno (ah, maledette plusvalenze!), la Juventus ha acquistato il semisconosciuto McKennie e ha risolto (risoluzione contrattuale, non rescissione, come ha scritto più di qualcuno) i contratti di Matuidi e Higuain e si appresta a farlo anche con Khedira.
Operazioni onerose, ma che, oltre ad abbassare il monte ingaggi (pur generando, come nel caso del Pipita, minusvalenza), liberano spazio in rosa.
Dopo i prestiti di Perin e Romero, attualmente la rosa della Juventus è questa:
Abbiamo ancora due “esuberi” per la lista UEFA (non per il campionato, però).
Vediamo di capire come funziona, partendo dagli acronimi.
ATP = Association Trained Player, cioè giocatori che siano cresciuti calcisticamente nella federazione di appartenenza della società;
CTP = Club Trained Player, cioè giocatori che siano cresciuti calcisticamente all’interno della società;
Free ovviamente significa che questi giocatori non hanno alcuna limitazione né di età né di nazionalità né di formazione calcistica.
La lista A della UEFA prevede, oltre a minimo due portieri obbligatori, massimo 17 giocatori FREE. Poi, per farla semplice, FREE+ATP possono essere massimo 21, e FREE+ATP+CTP al massimo 25.
Come si vede dall’immagine, abbiamo 13 FREE, 8 ATP (13+8=21, perfetto) e pochi CTP. Ho messo Hans perché mi piace il cognome, ma avrei potuto mettere anche Fagioli, che però mi crea problemi di meteorismo.
A parte gli scherzi, per far capire che i CTP ne abbiamo pochi, e ne possiamo aggiungere ancora un paio. E soprattutto che gli U21 in UEFA non occupano posti, perché vanno in lista B, che ha posti illimitati, purchè abbiano almeno due anni nel club.
Chiaramente se arriverà il richiesto (e necessario) attaccante, o meglio i due attaccanti, gli esuberi saranno tre (quattro). Vedremo.
Detto questo, come giocherà Mister Pirlo?
Nell’amichevole contro il Novara, formazione di serie C, disputata domenica scorsa, Pirlo ha schierato, nel primo tempo:
Szczesny; Danilo, Bonucci, Chiellini; Cuadrado, Ramsey, McKennie, Rabiot, Alex Sandro; Kulusevski, Ronaldo.
I famosi allenatori del web si sono eccitati! Parole come “terzino bloccato”, “quinto”, “cursore” sono passate da questi giovani e illuminate menti ai nostri occhi tramite il web! Come non ringraziarli?
Ma, aspetta! Dove ho già visto una formazione con un terzino che non avanza, un terzino che avanza, un’ala, un centrocampista di contenimento, uno di costruzione, uno che si propone, un centravanti e una seconda punta?
Sarò matto, ma io con questo tipo di formazione ci sono cresciuto.
Vi scrivo una formazione che leggevo da piccolo (non pensate, ahimè, ai nomi, ma ai ruoli, vi prego):
Zoff, Gentile, Cabrini, Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna, Benetti, Bettega.
Mettiamola con i ruoli che ho indicato prima:
Zoff; Gentile, Morini, Scirea; Causio, Tardelli, Furino, Benetti, Cabrini; Boninsegna, Bettega.
Ma è del 1978! 42 anni fa!
Capisco, i gggiovani “allenatori del web”, quelli delle “heat maps” e della “salida lavolpiana”, 42 anni fa magari erano in fasce, o non erano ancora nati.
Ma è così che giocava Giuanìn Trapattoni da Cusano Milanino. Dicendo strafalcioni, non parlando come i “professoroni” di oggi, ma esprimendosi, dentro e fuori dal campo, con concetti semplici.
Perché il calcio, in fondo, è una cosa semplice (cit. gabbione). Se sei più forte degli altri, vinci. Se qualcun altro è più forte di te, ti batte.
E noi, anche quest’anno, lotteremo per vincere.
Perché vincere non è importante, è l’unica cosa che conta.