

Le discussioni sui social, nei bar-sport e anche nella redazione di J3S sono ormai croce e delizia dei pre e post partita della Juventus di questa stagione. Come mai, pur avendo uno dei migliori attacchi della storia della Serie A, abbiamo così tanti tifosi indisposti, incattiviti, delusi e avvelenati? Una parola: schizofrenia.
No, non mi riferisco ai tifosi insoddisfatti: mi riferisco proprio all’atteggiamento della squadra. Una squadra capace di giocare intere frazioni di gara con una spocchia e una supponenza in grado di far perdere la pazienza anche al più santo dei monaci certosini. Salvo poi mostrare eccessiva mancanza di sicurezza e convinzione quando, anche a causa di quella stessa spocchia, subisce il solito gol su una delle rare occasioni concesse all’avversario di turno. Credo che questa stagione verrà decisa dalle contromisure prese da Allegri per limitare e cancellare questa schizofrenia. Ma anche da quanto, e come, la squadra saprà comprendere e fare proprie le idee del Mister una volta scesa in campo.
Facciamo un passo indietro e guardiamo l’inizio della stagione. Bonucci è passato al Milan, Dani Alves è andato a portare la sua musica di merda negli spogliatoi del PSG e ci sono (fondati) timori che la squadra farà fatica a trovare un nuovo assetto. La perdita di Bonucci in particolare porta conseguenze non solo sulle capacità difensive della squadra, ma anche sulle opzioni di costruzione del gioco. Risulta chiaro fin da subito che Pjanić dovrà sbattersi molto più di prima, e che serviranno maggiori capacità di costruzione per uscire dalla zona difensiva costruendo azioni che possano diventare pericolose. L’inizio di stagione mostra una squadra che, grazie a un Dybala semplicemente incontenibile, non ha problemi a segnare gol a raffica. 3-0 al Cagliari, 2-4 al Genoa, 3-0 al Chievo, 1-3 al Sassuolo, 4-0 al Torino (e prima di questa un isolato 1-0 alla Fiorentina). Arrivano le battute di arresto a Bergamo (2-2 con l’Atalanta) e in casa con la Lazio e la stella di Dybala si spegne. Persi quattro punti dopo otto giornate sembra che il problema sia la tenuta difensiva; sensazione avvalorata da certe dichiarazioni ultra-difensiviste di Buffon e Chiellini. Allegri in diverse occasioni lascia intendere di volere una squadra che possa fare più affidamento sull’attacco. Accettando di subire qualcosa di più in difesa. Le partite successive in termini di risultati gli danno anche ragione: dieci gol segnati tra Udinese in trasferta e Spal in casa. Ma sempre con lo spettro della schizofrenia, che porta la squadra a gestire male, subire, e spaventarsi.
A questo punto della stagione sembra che Allegri percepisca il pericolo, in una squadra che rischia di sfiduciarsi troppo nonostante i risultati siano assolutamente in linea con quelli della passata stagione (in termini di punti), ma con una produzione offensiva decisamente migliorata. Inizia a parlare di “ricerca di equilibrio mentale”. Di squadra che deve “recuperare convinzione e sicurezza”. Archiviata la pratica Milan a San Siro con una vittoria senza patemi, la squadra cade di nuovo vittima di se stessa in casa contro il Benevento (solo 2-1, con una miriade di occasioni divorate), ma soprattutto a Genova contro la Sampdoria, dove regala di fatto la vittoria ai padroni di casa. Quest’ultima partita in realtà sarebbe una sconfitta parecchio immeritata; si inizia a intravedere un atteggiamento e una convinzione che avrebbero gettato le basi per la lunga serie di clean sheet (otto partite) e soprattutto per portare la squadra a due vittorie su tre in quelli che erano gli scontri diretti. Oltre alla fondamentale qualificazione agli ottavi di Champions League e ai quarti di finale di Coppa Italia. Questi risultati, questa convinzione ritrovata, sono merito della sensibilità di Allegri nel voler rinunciare a quello che era il piano iniziale (accettare di subire di più, sapendo di poter sempre segnare di più) per prendere la squadra per mano, attraverso la ritrovata solidità difensiva. Solidità ritrovata anche grazie al ritorno a livelli eccezionali di Benatia, e dell’apporto fondamentale di uomini come Matuidi, Mandžukić e Pjanić, che quando sono in forma permettono alla squadra di esprimersi al massimo.
E veniamo dunque al presente: ieri abbiamo assistito al ritorno della schizofrenia in maniera decisa e innegabile. La squadra ha prima abbassato vistosamente il ritmo dopo aver trovato il vantaggio, per poi perdere la bussola per diversi minuti subendo il solito gol al primo tiro in porta degli avversari, dando l’impressione di avere accusato il colpo, come era avvenuto contro Atalanta e Lazio. Qualcosa del genere si era anche intravista contro la Roma la scorsa settimana e nel turno di Coppa Italia contro il Genoa. In questo ultimo periodo però la condizione mentale della squadra è parecchio migliore rispetto a Ottobre. Lo testimonia chiaramente, secondo me, la costruzione del gol che ha riportato la Juventus in vantaggio. In questa azione c’è il manifesto di juventinità di Massimiliano Allegri e la conferma di come la squadra, che sembra conoscere bene i propri limiti, voglia seguire l’allenatore in questo tentativo di psicoterapia per combattere la schizofrenia. Dettagli come il lancio di Khedira, Lichtsteiner che prima salta diversi avversari e poi rientra dal fuorigioco per poter ricevere il pallone che trasformerà in assist, Dybala che segue perfettamente l’azione e trova un gol fondamentale e assolutamente non scontato. La partita sostanzialmente si chiude qui perché la squadra questa volta non lascia spazio alla spocchia, non gestisce, gioca bene e a coronamento del tutto trova il gol del 3-1 con una splendida azione solitaria del suo gioiello ritrovato. Un gol che grida a gran voce che la squadra ha tutti i mezzi per sconfiggere la schizofrenia che la affligge.
La sfida, naturalmente, non si conclude qui. La stagione è ancora lunga. I rischi di una ricaduta saranno sempre presenti. Sarà fondamentale mantenere inalterata la convinzione di essere più forti dei propri fantasmi e di poter uscire vincenti da qualsiasi partita. Il lavoro di fine psicologo di Allegri è sicuramente la parte meno visibile alla fine. Basterebbe però guardare a quelle squadre che non sembrano in grado di risolvere i propri problemi di atteggiamento (valga su tutti l’esempio della celebratissima Inter di Spalletti: il gesto di Candreva di ieri è la miglior testimonianza di quanto abbiano perso la bussola) per capire quanto è importante quello che sta facendo il Mister per tenere la squadra in tensione.
A noi tifosi non resta che… fare il tifo. Sostenere questa squadra. Fino alla fine (non è forse ovvio?). Con l’augurio che sia un 2018 vincente almeno quanto lo è stato il 2017.
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