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L’apoteosi del chiagneffott

Visto che questa storia nessun giornale e nessun programma tv ce la racconterà mai, tanto vale raccontarcela almeno tra di noi, se non altro la tramanderemo ai posteri.

Parliamo della grande mistificazione, una delle più grosse che si ricordino nella storia del calcio italiano. E come tutte le mistificazioni, non avrebbe potuto reggere senza la stampella solida e sicura di un giornalismo di settore tra i più disastrati del mondo occidentale. È una storia di fanatismo, frustrazione, odio sportivo, bava alla bocca e farneticazioni.

Ricapitoliamo: da settimane Nicola Rizzoli da Mirandola viene additato al pubblico ludibrio come un senza palle (quando gli andava di lusso) se non un servo in malafede al soldo della Juventus (quando gli andava male). Motivo? All’inizio perché aveva subito una testata da Bonucci e si era limitato solo a mostrargli un cartellino giallo. Poi non era più una testata ma dei fantomatici insulti, dei quali ovviamente non aveva fatto cenno nel referto. Come? Non si vedono labiali di insulti di Bonucci a Rizzoli? Ma vi fissate veramente su tutto, eh! Poi forse non erano nemmeno insulti ma un atteggiamento comunque intimidatorio che non poteva essere tollerato. Insomma, la GRANDE MISTIFICAZIONE di quest’ultimo mese ha trasformato delle normalissime proteste per le quali Bonucci è stato giustamente punito con l’ammonizione in qualcosa che non è mai esistito se non nella mente bacata degli antijuventini da tribuna stampa, da tv e da web. A nulla sono valse le immagini, la logica e le parole dello stesso Rizzoli che riconducevano l’accaduto negli intollerabili binari della verità. Perché accontentarsi della banale realtà quando si sono spese così tante energie per costruire una ben più comoda e vendibile fantasia? Morale: Bonucci il solito impunito e Rizzoli arbitro senza spina dorsale servo dei potenti (sì vabbè, la Juve non è che sia proprio politicamente “potente” in questo periodo storico, ma veramente non potete star lì a puntualizzare qualsiasi cosa).

Succede poi che Higuain viene espulso a Udine con relativa squalifica di quattro giornate. Ricorderete che i due episodi sono stati messi a confronto e la GRANDE MISTIFICAZIONE ha addirittura trovato nell’impunità di Bonucci la ragione dell’isteria di Higuain. Si è parlato di difformità di giudizio, si è voluto far credere che i due fatti fossero identici ma le sanzioni diverse per due ordini di motivi: perché la Juve è potente e il Napoli no e perché, conseguenza del primo motivo, Rizzoli è stato reticente nel suo referto al contrario di Irrati. Con la Juve non si scrive nulla, col Napoli quasi si esagera. La GRANDE MISTIFICAZIONE non conosce vergogna, ed è andata avanti a testa bassa fino ad oggi.

Oggi, appunto. La Corte Sportiva d’Appello con una decisione che proprio nessuno si aspettava (…) riduce da quattro a tre le giornate di squalifica di Higuain che potrà così rientrare nel decisivo match contro la Roma. La motivazione, ve la faccio breve perché il pronunciamento è un lungo esercizio di retorica leguleia ai limiti della supercazzola,  è che le parole proferite dall’argentino e riportate da Irrati nel suo referto non sono poi così irriguardose verso l’arbitro. Perché nel referto l’inflessibile Irrati ha riportato soltanto l’espressione “è vergognoso”. Come dite? Higuain aveva detto ben altro? Vi riferite forse a questo video dove si legge chiaramente dal suo labiale “SEI UN BASTARDO”? Beh, tenetevi forte: l’espressione “sei un bastardo” nel referto di Irrati non c’è.

Diciamola meglio: Irrati, con un referto reticente nel quale non si fa menzione del grave insulto rivoltogli da Higuain (non avrà sentito? Era distratto? mah…), ha letteralmente graziato il giocatore argentino da una squalifica forse anche maggiore di quella originariamente inflittagli e poi decurtata. Al contrario di quanto raccontato dalla grande opera mistificatoria dell’ultimo mese, quindi, al Napoli e a Higuain è andata di super lusso e la vera danneggiata da tutta questa vicenda è la Roma che il 25 aprile affronterà un Napoli che potrà schierare il centravanti argentino. Tutto questo non verrà scritto da nessun giornale, non verrà raccontato in nessun Processo e nessuna Tiki Taka e i tifosi della Roma non sentiranno di aver subito una grossa ingiustizia. Avrebbero invece creato una sollevazione popolare anche peggiore della pagliacciata napolista qualora la partita fosse stata Roma-Juventus e ad essere graziato fosse stato Pogba o addirittura quell’impunito di Bonucci. Anche perché in quel caso i media non sarebbero rimasti in connivente silenzio come faranno adesso. Anzi, alla fine dei conti, perché la farsa risulti completa, rimarrà nelle menti di qualcuno l’idea che comunque il Napoli ha subito un’ingiustizia e che i colpevoli di tutta questa storia di grande presa per il culo sono Rizzoli e Bonucci. Perché, citiamo testualmente dal surreale comunicato del Napoli: “si è persa un’occasione per dare credibilità all’intero sistema. Siamo profondamente delusi”.

Capito? Italia, 2016: questa storia è realmente accaduta. Cari posteri del 2056: il calcio italiano in quel periodo era una roba veramente raccapricciante. Immagino che ai vostri tempi la situazione sarà completamente cambiata, a parte una cosa, ne sono certo: come accadeva allora, nonostante tutto, vince sempre la Juventus.

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