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Lazio – Juve 0-2: E sono cinque, la Juve sbanca l’Olimpico laziale

2-0 fuori casa è un risultato da squadra grande, autorevole e tremendamente importante nella rincorsa di Buffon e compagni ai piani alti della classifica. Eroe della serata, un ragazzo argentino di 22 anni arrivato a Torino con il marchio di fabbrica dei 40 milioni di euro e con il pesante compito di far dimenticare Tevez, il grande trascinatore delle ultime due stagioni, argentino pure lui: Paulo Dybala. Stasera ha propiziato con un cross al centro l’autorete di Gentiletti, mentre ha incantato tutti con un gol gioiello in occasione del raddoppio: controlla il pallone con il destro in modo da preparare il tiro con il sinistro dopo un ulteriore tocco con la coscia. In questo gol a mio avviso, si può solo intravedere l’assoluto fuoriclasse che potrà diventare questo giocatore così diverso dal suo predecessore, ma già decisivo come e, forse, anche più di lui.

Altra grande nota di merito va sicuramente ad Alex Sandro: oggetto misterioso fino ad un mese fa, si sta prendendo la fascia sinistra a suon di assist ( 3 contro Toro, Milan e City ) e prestazioni sempre più convincenti. La sua spinta in avanti è notevole, così come la sua abnegazione in fase di copertura dove riesce a sopperire col fisico laddove manca di esperienza, segno di come i 26 milioni investiti su di lui non fossero il risultato di un’insolazione estiva, ma il frutto di un’attenta valutazione da parte dei vertici di Corso Ferraris. Il brasiliano non butta mai via il pallone, è sempre pronto a saltare l’uomo e a cercare il pertugio anche se raddoppiato.

La Lazio di questi tempi non è certamente il cliente più scomodo da incontrare, ma i ragazzi di Allegri anche all’Olimpico hanno mostrato qualità che stanno dando “continuità ai risultati”, termine tanto caro al tecnico livornese:
– La compattezza, prima di tutto. Per la terza volta consecutiva in campionato ( la quarta in totale se si considera la gara di Champions con il City) la porta di Buffon è rimasta inviolata, e non è roba da poco se si considera che fino ad un mese e mezzo fa, il portierone bianconero era spesso costretto a raccogliere il pallone in fondo al sacco alla prima occasione avversaria.
– Il cinismo. In questo scorcio di stagione la Juve fatica a farsi apprezzare per la qualità del gioco, tutt’altro che spumeggiante e arioso, eppure è ritornata ad essere quella squadra spesso in grado di punire l’avversario alla prima disattenzione: era successo domenica a Palermo, è successo all’Olimpico anche se con un pizzico di fortuna. Quando sei però costretto a rimontare tanti, forse troppi punti, bisogna badare al sodo senza pensare troppa alla forma, ed in tal senso la scelta pragmatica di Allegri mi trova completamente d’accordo.

Allegri, già proprio lui. Errori ne ha commessi nei primi due sciagurati mesi di quest’annata 2015/16 eppure, con i fucili puntati contro, è riuscito a raddrizzare una situazione che sembrava irrimediabilmente compromessa. Mostra e cerca di trasmettere la giusta determinazione durante le fasi più delicate degli incontri nonostante sia meno esuberante in panchina rispetto a chi lo precedeva. Mostra grande lucidità nonostante negli ultimi 10 giorni certa stampa definita da sempre amica ai colori bianconeri, non gli abbia fatto mancare titoli a nove colonne non propriamente benevoli e consigli più o meno velati sul cosa sia giusto e cosa non sia giusto dire nelle conferenze pre-gara.

“Last, but not the least” chi scende in campo lo fa ora con un’abnegazione ed una concentrazione tipica dei tempi migliori. Dimenticare che quattro anni di successi fantastici sono stati costruiti soprattutto grazie ad una motivazione sempre molto forte e anche in questa stagione nata nel peggiore dei modi, la possibilità di raggiungere un traguardo importante e praticamente impensabile dopo la trasferta di Napoli, costituisce una molla motivazionale mica da ridere.
Il margine dalla vetta è ancora consistente, ma la vittoria della Juve all’Olimpico non lascerà tranquille le quattro squadre che le sono davanti e pronte a scendere in campo tra sabato e domenica. Se vorranno scucire il tricolore alla Signora, dovranno fare presto i conti con lei.

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