La prima sfida tra Lazio e Juve con Allegri sulla panchina bianconera è stata LA PARTITA. Nella prima gara all’Olimpico della scorsa stagione, la Juve ha dato dimostrazione di uno strapotere fisico e tecnico in un campo che si è sempre rivelato ostico per qualsiasi avversaria della Lazio. Era la Juve di Tevez, Pirlo e Vidal, mentre la Lazio era sostanzialmente la stessa che questa sera affronterà i bianconeri. Ma era anche la Juve di Pogba, con il francese autore della sua seconda ed ultima doppietta ad oggi con la maglia zebrata. Quella vittoria schiacciante con un secco e sonoro 0-3 aveva riconfermato la squadra di Allegri, non che ce ne fosse stato bisogno, come regina incontrastata del campionato italiano: una prova pressochè perfetta contro i biancocelesti che, dopo quella partita, inizieranno una lenta ma costante risalita verso le prime posizioni della classifica. La compagine allenata da Pioli chiuderà quel campionato come terza, dopo aver ingoiato l’amarissimo boccone della sconfitta nel derby-spareggio per il secondo posto.
Se la fisionomia della squadra capitolina è rimasta più o meno la stessa, quella bianconera è stata completamente stravolta e, su questo, sono stati già consumati centinaia di calamai per confezionare attente disamine ed analisi dettagliate. Però, la fisionomia bianconera si sta finalmente delineando e queste quattro importantissime vittorie consecutive in serie A (cinque con quella ottenuta a Torino contro il City) non sono che le piccole radici di un arbusto che si spera venga fuori in tutta la sua imponenza. “Non abbiamo fatto ancora nulla” ha detto Allegri oggi in conferenza stampa e non si può dargli torto. Il campionato è veramente lungo e, anche se in altre piazze si festeggia già lo scudetto (non si sa ancora quanti ne verranno assegnati quest’anno), il calendario dice che la salita è ancora irta e piena di insidie. In questo mese di dicembre la città eterna guarda con occhi speranzosi l’avvento del Giubileo straordinario, per provare a scacciare i fantasmi della crisi che si stanno adombrando sopra entrambe le squadre. La Vecchia Signora, invece, spera di continuare a mettere paura alla squadra di Pioli (la statistica sui precedenti con Allegri in panchina è meglio tenerla sopita in naftalina) che non sta attraversando un momento positivo, ed un eventuale passo falso comprometterebbe anche il futuro del mister. A maggior ragione, la Lazio cercherà in tutti i modi di fare risultato per lasciarsi alle spalle questo filotto di sconfitte che sta spazzando via il bu0n inizio di campionato.
L’emergenza per la squadra bianconera è il centrocampo. Tra squalifiche e infortuni gli uomini sono contati anche se un piccolo barlume di speranza per recuperare Lemina ed Asamoah c’è. Il mister è stato chiaro davanti ai microfoni nel bocciare il centrocampo a 4 in “stile Capello-Del Neri”, tanto per citare due tecnici che l’hanno utilizzato nella nostra panchina. Allegri concepisce un centrocampo con sempre tre uomini in mediana: poco importa se sia con un trequartista davanti o due esterni alti in una linea a cinque.
Azzardare una possibile formazione non è compito facile. La possibilità di vedere Cuadrado o Alex Sandro nel ruolo di mezzala mi incuriosisce parecchio e non la reputo un’ipotesi da bollare come impossibile: il mister disse, durante la sessione di mercato estiva, che Draxler per lui avrebbe potuto anche fare la mezzala, quando, in realtà, tutti lo etichettavano come trequartista. Tra il colombiano ed il brasiliano, credo sia più probabile vedere il numero 16 bianconero come vice-Pogba. Alex Sandro lo vedo come un giocatore quasi esclusivamente di fascia mentre Cuadrado a me sembra più malleabile tatticamente. Vedremo cosa deciderà Allegri per provare a continuare questa striscia di risultati…da Juve.
Fino alla fine…ed anche oltre!
Forza Juve!
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