Pare un appuntamento ormai scontato, quello che attende la Vecchia Signora all’Olimpico alla seconda giornata di campionato. Dopo un paio di volte al cospetto della Roma, ora tocca alla Lazio ricevere la visita dei Campioni d’Italia. I biancocelesti si trovano in una situazione che sembra un autentico cantiere aperto. La storia estiva ha del clamoroso. Il presidente Lotito ingaggia Marcelo Bielsa, talentuoso allenatore argentino di una certa notorietà e che viene soprannominato El Loco. Due giorni dopo, siamo agli inizi di luglio, Bielsa dà le dimissioni in disaccordo totale con la società biancoceleste, rea, a suo dire, di avere disatteso i programmi di rafforzamento. Dei quattro acquisti suggeriti dal “fumantino” allenatore, nemmeno uno è stato acquistato: è troppo da mandare giù per uno che fa “il matto” per definizione. Al netto delle beghe da tribunale che sono sorte e che si protrarranno a lungo, vale la pena ricordare che è stato richiamato con una certa sollecitudine Simone Inzaghi, che già aveva ultimato la stagione scorsa alla bene meglio e che ora siede in panchina con il non facile compito di fare quadrare i conti almeno dal punto di vista tecnico.
Fino a ora alla Lazio sono arrivati Jordan Lukaku, figlio d’arte e fratello del più famoso Romelu, Wallace dallo Sporting Braga e Leitner dal Borussia Dortmund, insieme a Bastos, ex Rostov ed il portiere Vargic dal Rijeka. Il colpo di una certa importanza è però l’ingaggio di Ciro Immobile, alla ricerca continua di una squadra che lo metta in condizione di esprimere il suo potenziale.
È in uscita che si sono viste le cose più interessanti. Fine corsa per il chiacchierato capitano Mauri, via Konko e Matri (al Sassuolo), così come Braafhied, Onazi e Gentiletti. Perdita per lo spettacolo è l’addio di Klose, ma soprattutto la cessione di Candreva all’Inter. Una Lazio insomma ridimensionata, se non ci fossero trattative ancora in piedi che vedono protagonisti Nabil Dirar del Monaco e, udite udite, Alessio Cerci, per riformare un binomio già a mille nel Toro con Immobile in maglia biancoceleste. Da definire pure la trattativa con Keità, che batte cassa, andando in rotta di collisione con il Patron Lotito.
In tutto questo bailamme, la Lazio ha esordito vittoriosamente a Bergamo, evidenziando una notevole propensione per un sistema di gioco che privilegia la ripartenza veloce, se attaccata, ma che ha lasciato non poche perplessità sulla tenuta difensiva. Il risultato di 3 a 4 è del tutto eloquente. Se da un lato Gasperini, approdato sotto il monumento al Colleoni, dovrà lavorare sull’equilibrio della squadra, il coach laziale si dovrà preoccupare dell’assetto centrale, spesso sorpreso da carenze in interdizione a dir poco imbarazzanti, in situazioni di largo vantaggio nel punteggio.
E come se non bastasse, arriva la Juventus. La compagine di Allegri è reduce dalla vittoria interna con la Fiorentina, condita dalla prima rete di Higuain e da una situazione generale di gioco e di condizione fisica accettabili. I bianconeri dovranno purtroppo fare a meno di Bonucci, assente per problemi personali. Uno tra Rugani e Benatia (più il secondo del primo) al posto di Leonardo. D’altro canto, Pjanic ha recuperato e molto facilmente Lemina gli farà spazio al centro dello scacchiere juventino. Per il resto formazione confermata, a meno di un avvicendamento tra Alex Sandro ed Evra.
Lazio: Marchetti in porta; Radu, De Vrij, Bastos a tre; Lukaku, Biglia, Parolo, Basta in mezzo; Lulic e Felipe Anderson (rientrato da Rio 2016) dietro l’unica punta Immobile, secondo un 3 – 4 – 2 -1 canonico.
Juventus: Buffon tra i pali; Barzagli, Benatia, Chiellini in difesa; Dani Alves ed Evra laterali con Khedira, Pjanic e Asamoah al centro; Dybala e Mandzukic di punta. Il Pipita parte ancora dalla panchina, almeno appare più che probabile. Il modulo? 3 – 5 – 2.
Il sig. Guida è il fischietto della gara. Il “nonmelasonosentita” di genoana memoria è assai lontano. Almeno si spera. La gara si disputa in anticipo pomeridiano alle ore 18,00 di sabato 27 agosto.
Curiosità finale: poichè Lazio e Juventus sono le uniche squadre che, avendo vinto alla prima uscita stagionale, si affrontano a punteggio pieno nello stesso incontro, siamo quindi di fronte a una sorta di scontro…al vertice. Non v’è dubbio che alla seconda giornata la cosa possa far sorridere, ma questo è quanto.