Tutte le partite sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre (semicit.)
Ci sono partite che segnano una stagione, altre che segnano la Storia di una squadra di calcio. I tifosi della Juventus sanno, per esperienza, che una partita apparentemente inutile, o di secondo piano, può essere “la partita” di quella stagione.
E non parlo solo dei derby, o delle sfide di vertice. Partite che imprimono un’accelerazione, o danno fiducia alla squadra, o ti fanno capire che tutto è possibile.
Su queste pagine racconterò alcune di quelle partite, che chiamerò “le partite del cuore”, perché è lì che restano.
Stagione 1972-73. Boniperti conferma l’allenatore campione d’Italia Cestmir Vycpalek e il blocco dei “giovani” della stagione precedente; unico movimento importante di mercato, lo scambio dei portieri con il Napoli: Zoff e Carmignani si scambiano la casacca.
In più, dal Napoli arriva Altafini, a fine carriera, che risolverà più di una partita entrando dalla panchina.
Il Milan parte subito forte, ma la Juve è lì: alla vigilia del giro di boa, strapazzando i neroazzurri a San Siro raggiunge in vetta il Milan, sconfitto a Bologna, così il 21 gennaio le due squadre si dividono il titolo di campioni d’inverno.
I rossoneri si riprendono la testa solitaria a quattro giornate dal termine e la mantengono fino alla vigilia dell’ultimo turno, quando contano un punto in più rispetto alla coppia Juventus-Lazio.
La Juve, durante la stagione, ha più o meno giocato sempre con gli stessi, con un paio di frecce all’arco della panchina: Zoff in porta, Salvadore libero, Spinosi e Morini marcatori e Marchetti terzino di spinta; a centrocampo, Furino, Capello e Causio, con Cuccureddu “jolly” e con i due “vecchi” Haller e Altafini ad alternarsi al fianco del ritrovato Bettega.

In programma nell’ultima giornata, Verona-Milan, Napoli-Lazio e Roma-Juventus.
I rossoneri, che a tratti hanno giocato il calcio migliore del torneo, hanno appena messo in bacheca la Coppa delle Coppe, e il loro allenatore Nereo Rocco si sbilancia:
“Sento che a questo punto lo scudetto lo vinciamo: il Bologna non dovrebbe venire a San Siro a rovinarci la festa e il Verona mi ricorda l’ultima tappa del Giro d’Italia, dove non succede mai nulla…”
Ma si sa, nel campionato italiano, nulla è scontato.
Vycpalek schiera Zoff, Cuccureddu, Longobucco, Furino, Morini, Marchetti, Haller, Causio, Anastasi, Capello, Bettega, quindi una formazione molto offensiva.
La Roma, affidata al tecnico in seconda Trebiciani, sostituto di Herrera, domina per tutto il primo tempo, soprattutto sulle fasce, dando più di un grattacapo ai bianconeri.
La Juventus sembra impacciata, nervosa, quasi convinta che le speranze di vittoria finale siano nulle: solo Furino e Longobucco lottano su tutti i palloni. Soprattutto Haller sembra fuori dalla manovra.
Al 29° Spadoni, approfittando di un inspiegabile sbandamento collettivo della difesa bianconera, la mette dentro e il primo tempo si chiude con la Juve sotto.
Al termine dei primi tempi la situazione è la seguente: il Milan è incredibilmente sotto 3 a 1 a Verona, mentre la Lazio è ferma sullo 0 a 0 a Napoli.
A 45 minuti dalla fine del Campionato per Milan e Lazio, appaiate a 44 punti, si aprirebbe lo scenario di uno spareggio scudetto.
Boniperti in persona scende negli spogliatoi alla fine del tempo e incita la squadra a crederci, perché col pari si potrebbe pure andare allo spareggio a tre. Il mister ne approfitta, e si gioca il tutto per tutto: fuori Haller e dentro Altafini.
La pressione bianconera comincia ad aumentare anche perché da Verona e Napoli non arrivano notizie. Nessuna nuova, buona nuova.
Dopo un gol annullato, al 61° è proprio Altafini a pareggiare.
A cinque minuti dalla fine tutte e tre le squadre sono ferme a 44 punti.
Mentre Enrico Ameri, all’87° minuto, sta commentando su “Tutto il calcio minuto per minuto” la sconfitta per 5 a 3 del Milan a Verona (che da qui in poi sarà la “Fatal Verona”), Sandro Ciotti lo interrompe per descrivere la rete di Cuccureddu: un bolide di sinistro, dal basso verso l’alto, che si insacca alle spalle di Ginulfi e porta la Juve in vantaggio. Un minuto dopo, dal San Paolo di Napoli, Provenzali annuncia il gol dei partenopei.
Gli scudetti si conquistano anche così, provandoci fino alla fine. Nel campionato 72-73 la Juve non è mai stata in testa da sola, se non nell’ultima. L’unica che conta.