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L’Inter andra’ in B – ovvero vi anticipo come finira’ la farsa di Calciopoli

Contributo di un lettore tramite la sezione “Scrivi per Juveatrestelle”

 

E’ da poco ricominciato nella ridente cittadina partenopea il processo d’appello di Calciopoli.

Già il fatto che nel corso degli anni si sia tornati a parlare di Calciopoli e non più di Moggiopoli la dice  lunga di quanto la gente abbia capito la vera sostanza del contendere e i veri attori in campo: non Moggi e la sua Cupola che è già in realtà crollata, ma l’intero sistema calcio.

Nel primo grado del processo, va ricordato di come, la cara Teresa Casoria, dopo aver dato ad intendere a mezzo mondo che tutto si basava su una macchinazione malfatta, pure truffaldina, che il PM sig. “Piaccia o non Piaccia” Narducci aveva cannato e di brutto l’impianto accusatorio superato nei fatti dalle “nuove prove”, nascoste o taroccate a seconda di se credete o meno a Babbo Natale, infine aveva a sorpresa condannato Moggi e i suoi non-sodali per una serie di fattispecie giuridiche di cui la più grave era l’associazione a delinquere.

La Teresona sorprese non poco, anche perché s’attacco a quel processo come una cozza allo scoglio, record mondiale di ricusazioni del giudice, volle portare a termine il tutto nonostante avesse nel suo stesso collegio persone che mal la tolleravano.

Pareva che tutti volessero che se ne andasse perché l’andazzo era quello di ribaltare il Processo sportivo e che lei invece volesse rimanere proprio per far sto sfregio.

Invece, come detto, sorprese tutti sulla linea del traguardo.

In quel processo, per esser sinceri, pur il pool di Supereroi forensi che difendevano l’imputato simbolo Moggi commisero a mio modesto parere una serie infinita di errori.

Una su tutte quella di prender come panacea di ogni giudizio che “siccome lo facevano tutti allora tutti andavano assolti”.

Cari SuperAvvocati, a me pare una strada balenga.

A me risulta che Luciano Moggi non avesse combinato nulla, visto che si poteva telefonare su indicazione di FIGC e AIA e visto che nessun illecito gli fu riconosciuto.

Dire “assolviamolo, lo facevano tutti” me lo sarei aspettato da Zaccone, per dirla chiaramente, non da voi.

Ma procediamo, ormai quel che è (mis)fatto è fatto.

Dopo questa sentenza di primo grado, una serie di processi correlati (Lanese, Dondarini, Pieri, Gabriele, Rocchi e Giraudo) ha chiaramente fatto crollare la Cupola imputata a Moggi, ovvero l’associazione a delinquere.

Tant’è che, assurdo logico, nell’appello troviamo arbitri che petto in fuori proclamano la loro assoluta innocenza rinunciando alla Prescrizione (Come mai non lo fanno Moratti & Co. ?).

Ma se nessuna partita è stata truccata, nessun campionato alterato e nessun arbitro è stato ritenuto colpevole di aver combinato risultati, mi chiedo cosa facessero in quest’associazione a delinquere.

In sostanza, per uno di noi, dotato di quoziente intellettivo appena appena superiore a quello di Cassano, viene automatico capire che l’impianto accusatorio non regge: la cupola é nella realtà dei fatti già crollata. L’associazione a delinquere non esisteva e di certo non delinqueva.

Ma procediamo, perché fin qui è storia.

In questa sede, invece, per primo, forte delle mie arti divinatorie di Oracolo, vi  anticiperò quel che succederà alla fine del tortuoso cammino legislativo/burocratico, evitando così a molti di rompersi i maroni a leggere trascrizioni di udienze e menate varie.

Segnatevelo, la conclusione di Calciopoli 2.0 sarà questa:

Moggi verrà assolto per ogni capo d’imputazione, per non aver commesso il fatto.

Ma non potendo il Palazzo sopportare tale onta, gli verrà comunque riconosciuto un reato minore, un reato di pericolo. Si dirà che aveva lavorato per creare una sorta di organizzazione in grado di truffare e alterare, anche se nei fatti non è mai accaduto.

Poteva frodare, potenzialmente.

E il poter perpetrare un reato nel nostro ordinamento giuridico è un reato reale.

Gli verrà imputata la “tentata frode sportiva”.

Moggi non sarà felice ma neppure scontentissimo, il Palazzo salverà la faccia, qualcuno risparmierà in cospicue richieste di danno.

Gli Avvocati SuperEroi vorranno una medaglia come il Mattley di Dick Dastardly (oltre a vagonate di euro da Lucianone), seppur il loro operato, alla fine della fiera, sarà tutt’altro che positivo.

E la nostra Juve ?

La nostra Juve, parassita nel processo, farà vedere la vera faccia.

Finalmente, forte delle conclusioni a lei favorevoli del processo (campionati non alterati, no frode sportiva, nuove prove a corredo del vecchio processo) estrarrà dal cilindro l’arma letale segreta: l’Art. 39 CGS, ovvero la Revisione del Processo sportivo frettolosamente celebrato dagli stessi sicari con la collaborazione della filiale di Torino, chiedendo a giusto merito la restituzione degli scudetti, che torneranno formalmente ed ufficialmente nella nostra bacheca.

Però…..

Già, però.

Noi Juventini resteremo delusissimi dalla calata di brache della Juve versione Smile a favore della FIGC, perché ancora una volta i falchi di GianFilippo vinceranno sulle colombe di Andrea, la richiesta danni milionaria da 4-4-4 (non è l’intercettazione di Facchetti ma i milioni di euro, uno più uno meno) verrà magicamente ritirata, la FIGC ringrazierà.

Evviva il Parroco.

Evviva la Juve.

Resterà da valutare solo un piccolo particolare: se i due scudetti torneranno a casa, chi lo dirà alla squadra cartonata prescritta neo-indonesiana ?

Uno ce l’hanno loro, seppur di cartone.

Ma soprattutto, e questa sarà la parte più bella, se grazie all’Art. 39 si potrà riaprire il processo sportivo corredato di tutte quelle prove che dei maledetti avevano nascosto, che cosa rischierà l’Inter ?

La risposta è semplicissima: rischierà che l’illecito sportivo che già le è stato imputato seppur 30 secondi dopo che era scaduta (casualmente) la prescrizione del reato, le venga davvero imputata.

La conseguenza sarebbe quella logica, vera, che tutti stiamo aspettando: l’INTER IN SERIE B, evento che tra le altre cose avanzano dal primo salvataggio del 1922, oltre che richieste danni e cavoli corredati.

A voi la scelta, adesso.

Sapete già la fine del romanzo:

1)    Moggi condannato “solo” per tentata frode sportiva,

2)    la Juve riavrà i suoi 2 scudetti in bacheca,

3)    la richiesta danni verso la FIGC di 443 milioni ritirata,

4)    la riapertura del processo sportivo grazie all’ Art.39 con l’INTER condannata e retrocessa

Su un’unica cosa non metto la mano sul fuoco: l’INTER in B.

Quei maledetti nella loro storia di eterni perdenti, hanno sempre avuto forze occulte a salvarli.

Finché non vedrò, non crederò.

Firmato

@MinchiaBUS, 29 ottobre 2013

PS  Al realizzarsi di tutto, svelerò la mia vera identità per ricevere i giusti encomi

Se per misteriosi motivi mi fossi sbagliato, porterò il segreto nella tomba.

 

Art. 39

Revocazione e revisione

1. Tutte le decisioni adottate dagli Organi della giustizia sportiva, inappellabili o divenute irrevocabili, possono essere impugnate per revocazione innanzi alla Corte di giustizia federale, entro trenta giorni dalla

scoperta del fatto o dal rinvenimento dei documenti:

a) se sono l’effetto del dolo di una delle parti in danno all’altra;

b) se si è giudicato in base a prove riconosciute false dopo la decisione;

c) se, a causa di forza maggiore o per fatto altrui, la parte non ha potuto presentare nel precedente procedimento documenti influenti ai fini del decidere;

d) se è stato omesso l’esame di un fatto decisivo che non si è potuto conoscere nel precedente procedimento,

oppure sono sopravvenuti, dopo che la decisione è divenuta inappellabile, fatti nuovi la cui conoscenza

avrebbe comportato una diversa pronuncia;

e) se nel precedente procedimento è stato commesso dall’organo giudicante un errore di fatto risultante dagli

atti e documenti della causa.

2. La Corte di giustizia federale può disporre la revisione nei confronti di decisioni irrevocabili se, dopo la

decisione di condanna, sopravvengono o si scoprono nuove prove che, sole o unite a quelle già valutate,

dimostrano che il sanzionato doveva essere prosciolto oppure in caso di inconciliabilità dei fatti posti a

fondamento della decisione con quelli di altra decisione irrevocabile, od in caso di acclarata falsità in atti o in

giudizio.

3. Ai procedimenti di revocazione si applicano, in quanto compatibili, le norme procedurali dei procedimenti

di ultima istanza.

4. L’organo investito della revocazione si pronuncia pregiudizialmente sulla ammissibilità del ricorso per

revocazione.

5. Non può essere impugnata per revocazione la decisione resa in esito al giudizio di revocazione. 

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